Capitolo 54 - Lacrime

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Josephine

Il rumore nauseante del pugno di Russell mi riporta di scatto alla realtà.
"Basta smettila!" mi sento urlare. Ma la mia voce è coperta dalla musica: nessuno si è accorto di nulla.

Con mio grande sollievo, Hero riesce a toglierselo di dosso, spingendolo lontano da lui.
"Che cazzo di problemi hai? Che ci fai qui?" gli domanda gridando anche lui per farsi sentire.
Nella penombra riesco a vedere perfettamente il suo naso sporco di sangue. Se lo pulisce con la manica e impreca non appena vede le macchie rosse sporcare la camicia bianca.
La risata che sputa Russell in questo momento mi mette i brividi, poi si volta verso di me, guardandomi di sbieco con un sorrisetto maligno.

"Sono venuto a risolvere una questione di persona."
Non mi faccio scoraggiare e mi avvicino a lui.
"Non sai di cosa parli. Vattene o chiamo la sicurezza!" lo minaccio con un tono che spero sia convincente.
Guardo l'espressione confusa di Hero e mi si stringe il cuore, so che dopo questo casino dovrò dargli delle spiegazioni.

"Chiamala pure, chiama chi vuoi. Tutti devono sapere quanto sei puttana"

A queste parole è Hero ad aggredirlo, parandoglisi davanti.
"Non ti permettere" lo minaccia difendendomi.
Russell lo afferra il dal bavero e gli parla a due centimetri di distanza dalla faccia.
"Ah, non devo? Come chiameresti una che prima di partire si è fatta scopare come si deve per settimane dal sottoscritto e poi non si fa sentire più?! Tutto perché ha già trovato qualche altro cazzo con cui giocare."
"Sta' zitto, dici solo cazzate!" lo ammonisce Hero con una voce che non ho mai sentito uscire dalle sue labbra.
"Sì, ci ho proprio azzeccato. Sei tu quello che si scopa adesso, mi chiedo chi sarà il prossimo?!" dice guardandosi intorno con un ghigno provocatorio.

Hero si volta verso di me per un attimo, forse aspettandosi un mio intervento, una mia smentita, che dica qualcosa, qualunque cosa ma diciamocelo... cosa potrei dire?
Sento le lacrime accumularsi dietro ai miei occhi per la vergogna.

Vedo Hero stringere i pugni.
Lui che è sempre così pacato, gentile, sorridente, con espressione indecifrabile ritorna a guardare Russell che continua a tenerlo per la camicia. Poi inaspettatamente in un millisecondo lo spinge nuovamente per allontanarlo da me e da lui, facendolo inciampare.
Sta per voltarsi ma Russell si riprende subito e lo afferra per il braccio trascinandolo a terra e urtando un vaso che cadendo si spacca in mille pezzi.

Il rumore è assordante e a questo punto so già senza voltarmi che abbiamo attirato l'attenzione di tutti: la musica si ferma, sento voci sussultare e bisbigliare qualcosa mentre i due ragazzi davanti a me se le danno di santa ragione gridando cose che non riesco a distinguere.
Gente accorre per cercare di dividerli ma loro non sembrano sentire nessuna delle esortazioni a smetterla e Shane e Samuel per poco non ricevono un pugno non appena cercano di mettersi tra loro.

Vorrei intervenire ma è impossibile avvicinarsi, sento Samantha precipitarsi accanto a me insieme ad Allyson.
"Ma che sta succedendo? Chi è quello?" domanda preoccupatissima l'agente di Hero mentre grida a qualcuno di intervenire.
"Una vecchia conoscenza" le risponde al posto mio Samantha, poggiandomi le mani sulle spalle.

Finalmente quattro persone della sicurezza si fanno largo e prendono per le braccia Russell, mi fa un po' impressione vederlo con un occhio nero e con graffi in tutta la faccia. Hero si alza non appena glielo tolgono di dosso e cerca di ricomporsi un minimo, passandosi una mano tra i capelli. Il sangue gli scende copioso dal naso e noto che ha il labbro superiore spaccato. Anche lui è combinato male ma non come immaginavo solo due secondi fa.

Ally si precipita su di lui e inizia a parlargli. Sta ancora tremando dalla rabbia e le risponde a monosillabi mentre cerca di non farsi toccare da nessuno. Faccio per avvicinarmi ma Samantha cerca di fermarmi, non l'ascolto e vado verso di lui.

Sento Samuel e qualcun altro consigliare di portarlo da qualche parte per controllare le ferite. Appena Hero mi nota fa un respiro profondo e cerca di guardare altrove evitando il mio sguardo.
"Hero..." cerco di richiamare la sua attenzione ma fa finta di non avermi sentito, si sta grattando la nuca e noto che anche la sua mano è sporca di sangue.
"Hero" insisto a voce più alta.
Questa volta si gira verso di me e lo sguardo che mi riserva è glaciale.
Non mi dice niente e tira dritto verso l'uscita della sala insieme alla sua agente e Shane.
Lo tallono, non voglio lasciarlo andare via senza che gli abbia spiegato le cose.

"Dobbiamo parlare" dico afferrando il suo braccio.
Incrocio lo sguardo di Shane che ha un'espressione preoccupata e dispiaciuta.
"Non qui e soprattutto non ora, Jo" mi dice solamente continuando a fissare la mia mano che stringe il suo bicipite poi si guarda intorno.
Il tono che usa e l'espressione che ha mi convincono a lasciar perdere per adesso.
"Okay, ti chiamo dopo?" riesco a chiedere con un groppo in gola.
Non mi risponde, si volta di spalle. Il mio braccio ricade lungo il fianco.
È arrabbiato con me.
Perché non dovrebbe, mi chiedo.

***

Sono seduta a questo tavolo da un'ora, Samantha mi ha lasciata qui per andare a parlare con della gente e non mi risponde ai messaggi che le ho inviato.
Molte persone sono venute da me a informarsi su cosa sia accaduto tra i due ma le mie risposte sono state vaghe e sconclusionate.
Anna invece è andata via da qualche minuto, dopo essersi accertata che stessi bene, non ha chiesto nulla e di questo le sono grata.
Che disastro questa serata, non sarebbe dovuta andare a finire così.

Vedo Inanna entrare in sala e venire verso di me con un sorriso piatto.
"Ehi" mi saluta sedendosi sulla sedia accanto alla mia.
"Ehi" il magone che sento in gola non se n'è ancora andato e la mia voce esce strozzata.
"È appena andato via. Non ha niente di rotto, comunque. Solo qualche livido e qualche taglio."
Vedendo tutto il sangue che gli scendeva dal naso avevo pensato che se glielo avesse rotto quindi tiro un mezzo sospiro di sollievo.
"Ha detto qualcosa?"
"No, in realtà non molto. Quel tizio, era il tuo ragazzo?"
"Il mio ex... non stiamo insieme da tanto solo che nell'ultimo periodo c'eravamo avvicinati e lui... non è un tipo facile." Confesso d'un fiato, abbastanza irritata dalla sua ipotesi.
"Penso che questo lo abbiamo constatato tutti."
"Mi sento così in colpa..." dico coprendomi il viso con le mani.
"Non sapeva nulla, vero?"
Scuoto la testa e la guardo, non c'è giudizio nel suo sguardo.
"Risolverete tutto. Lui è troppo cotto di te per lasciare che questo diventi un problema" mi sorride incoraggiante.
"Lo spero" dico restituendole il sorriso.
Cerca di distrarmi parlando della serata ma non riesco a seguirla, quello che voglio per adesso è incontrare Hero e parlare di ciò che è successo.

Finalmente Samantha è di ritorno e mi aggiorna. Russell sarà denunciato per aggressione, Allyson dopo aver sentito l'intera storia non ha voluto sentire ragioni. Non ha però potuto parlare coi fotografi per accertarsi che non avessero materiale sulla rissa.
"Dai su, ti porto a casa."

Dopo mezz'ora sto varcando la porta del mio appartamento vuoto. Tutto e buio e silenzioso, tolgo le scarpe e vado in bagno a struccarmi. Non appena sono in pigiama prendo il telefono e lo chiamo.

Squillo.
Squillo.
Un altro squillo, poi cade la linea: ha riattaccato.

Provo a richiamarlo ma mi dà irraggiungibile. A questo punto mi arrendo e mi rannicchio sul mio letto.

Non ci posso pensare. A quest'ora dovrebbe essere qui con me e non in quella stanza d'albergo. Odio Russell, odio la sicurezza che l'ha fatto entrare, odio Hero che non mi permette di spiegare cosa è accaduto ma soprattutto odio me stessa. Sono una stupida.

Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno e l'unica che sa ascoltarmi in questi momenti è Jess. Digito il suo numero e mi risponde quasi subito.
"Pronto?" La sua voce è pimpante ma stranita di ricevere la mia chiamata a quest'ora.

Mi manca così tanto, avrei proprio bisogno di un suo abbraccio ma mi accontenterò delle sue parole.
"Jess..." Ma non riesco ad andare avanti, non finisco la frase e scoppio a piangere a dirotto.

Not far enoughWhere stories live. Discover now