Capitolo 36 - Festa a sorpresa!

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Chiedo la mia chiave alla reception dell'hotel. Sono atterrato a Los Angeles quasi un'ora fa e la mia testa sta scoppiando.

È stato un viaggio terribile e la stanchezza che mi porto dietro dal lavoro a New York non ha affatto aiutato. Ally è dovuta tornare in Inghilterra e quindi mi tocca sbrigare tutte le pratiche del check-in, cosa che mi sta occupando troppo tempo.

Quando finalmente arrivo in camera, scopro che è una suite e il mio umore si alza e ringrazio la mia agente che sa proprio come viziarmi.

 Apro il rubinetto della vasca e lascio che si riempia. Starei qui fino a domani ma Josephine mi sta costringendo a uscire con lei.

Non so cosa pensare a proposito. Immaginavo di incontrarla direttamente domani per l'intervista, in un territorio neutro e invece eccola a organizzare questa... cosa? Cena tra colleghi? Appuntamento?

All'inizio pensavo che ci sarebbero stati dei suoi amici, quel Mike ad esempio... ma ha detto che saremo solo noi due e questo non fa altro che aumentare la mia ansia.

Arriva una notifica sul mio cellulare: è lei.

J- Tra due ore sono lì. Fatti trovare
pronto e scendi appena ti avviso!

Dispotica come sempre.

Avvio la musica del mio telefono e mi rilasso dentro la vasca.

Appena finisco di asciugarmi mi butto sul letto a giocare con il cellulare, per poco non mi addormento e quando finalmente guardo l'orologio, mi accorgo che manca mezz'ora.
Indosso le prime cose decenti che trovo in valigia e metto un po' di gel sui capelli e quando il cellulare squilla mi precipito fuori dalla mia stanza, diretto in ascensore.

"Sto scendendo" rispondo di fretta.
"Ok, l'Uber nero proprio di fronte all'hotel." Mi informa e poi mette giù.

Appena esco vedo una grande vettura nera che mi lampeggia con i fari e capisco che dev'essere quello a cui si riferiva Jo.

Prima di aprire la portiera mi assale un improvviso mal di stomaco.
Non vedo Josephine da tre mesi e non so come potrei reagire... spero che la gastrite improvvisa non sia un indizio di ciò che mi aspetta stasera.
Cerco di ignorarlo, faccio un gran respiro e la prima cosa di cui mi accorgo non appena entro nell'abitacolo è quell'inconfondibile profumo e mi assale la nostalgia.

"Ben arrivato a Los Angeles!" mi accoglie una voce allegra che mi distrae dal momento di smarrimento.
Dopo un momento di imbarazzo nel quale non sappiamo bene come salutarci, metto la cintura di sicurezza.

È davvero carina stasera e decisamente più elegante di me. Indossa una tuta a pantaloncino blu e ha i capelli mossi. Non posso notare altro nella penombra dei sedili posteriori ma riesco a intravedere il suo sorriso.

"Spero tu abbia una buona ragione per avermi trascinato fuori dall'hotel dopo tutte queste ore di aereo."
"Da quando in qua Hero Fiennes Tiffin fa storie per un'uscita?! Il freddo di New York ti ha indebolito?"
"E a te il caldo di LA ti ha resa una persona sociale?"

Ride alla mia risposta. Devo aver colpito nel segno.
"Devo dire di sì. Ho tanti amici, esco ogni sera... non ricordo mai cosa ho fatto il giorno prima e mi sono iscritta a un corso di surf!"
"Non ti ci vedo proprio a fare surf..." osservo ridendo all'idea di Jo che cade dalla tavola.
"Mi offendi!" si finge oltraggiata.

Eccoci qua, non avevo motivo di preoccuparmi in fondo. Pensavo che vederci sarebbe stato imbarazzante, diverso dal semplice parlarci via messaggio; invece fortunatamente e inaspettatamente mi sento a mio agio.

Not far enoughWhere stories live. Discover now