Capitolo 65 - Afterween parte I

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Josephine

Sono qui dentro da due minuti e me ne rimangono solo otto per scegliere un vestito da indossare per la festa di domani.
La mia testa non lavora bene con il cronometro puntato e la confusione mi assale vedendo la quantità immensa di vestiti in questo camerino minuscolo.

Da dove comincio?

Troppo corto.

Troppo giallo.

Troppo ingombrante.

Da che parte si guarda questo?

Troppo scontato.

Passo da uno stand all'altro, scartando a uno a uno i costumi che la produzione ha messo a disposizione per noi.

Quattro minuti.
Comincio a velocizzare il ritmo, passando alla seconda stampella di roba. Il costume sarà segreto fino a domani e la parte competitiva di me vuole avere un costume decisamente originale ma qui vedo solo mummie, zombie e pin up.

No, non ci siamo.

Sbuffo, facendo scorrere le mie mani tra le stoffe e un uomo da fuori mi avvisa che mi manca solo un minuto, cavoli!

 Impreco di nuovo, mettendomi al centro della stanza. Sto per cedere a un vestito bianco che potrei usare come fantasma quando lo vedo, proprio alla mia destra. Come ho fatto a non vederlo prima?

"Signorina Langford, il tempo è finito."
Sorrido tra me e me, mentre afferro il costume e fiera mi dirigo verso la porta.
"Ho fatto!"

Quando esco fuori dall'edificio la macchina è fuori che mi aspetta. È buio, sono le dieci di sera e ho fame. Abbiamo smesso di girare solamente cinquanta minuti fa e dato che durante la settimana non ho avuto il tempo per assolvere a questo importante compito che la produzione ci ha dato, mi sono ridotta all'ultimo secondo.

Mentre entro in hotel e raggiungo l'ascensore, mi lascio avvolgere dal tepore. È incredibile il freddo che c'è là fuori o forse sono io che sono troppo abituata alle alte temperature. Anche con la mascherina indosso, sento il mio naso congelato e mentre aspetto la campanella che mi avvisi di essere arrivata al piano, me la tolgo e mi guardo allo specchio.
 Come sospettavo: con questo naso rosso sembro Rudolph. Anche le mie guance non scherzano e il cappello di lana che indossavo fino a poco fa mi ha letteralmente elettrizzato i capelli. Cerco di sistemarli mentre il mio riflesso mi restituisce un'espressione contrariata.

Appena il familiare campanello suona, le porte si aprono e subito sento chiare e forti le voci dei ragazzi. Sono seduti su uno dei salottini e appena mi vedono mi salutano.
"Sei riuscita a scegliere il tuo costume?" mi chiede Kiana.
Anche se ci conosciamo da poco, le serate impiegate a sfidarci ai giochi da tavolo hanno messo in luce la mia incredibile indecisione che, non so perché, diventa ancora più esagerata nelle questioni stupide.
Le rispondo alzando il pollice e lei mi chiede dettagli in più.
"Non se ne parla. Dovrai aspettare domani!" le rispondo dispettosa.
Alza gli occhi al cielo ma ride per poi riportare la sua attenzione a ciò di cui stanno parlando Carter e Chance. Sembrano coinvolti in una discussione animata. Sono curiosa ma appena sento la parola arbitro capisco subito che stanno ancora parlando della partita dell'altro giorno. È il mio turno di alzare gli occhi al cielo e mi volto per raggiungere la mia camera e farmi una meritatissima doccia calda, anzi bollente.

Faccio un passo e mi scontro contro qualcosa, anzi qualcuno.
"Ehi, attenta a dove vai!" ridacchia Hero.
Mentre io ho dovuto fare la fermata per scegliere il costume, lui è potuto tornare in hotel. I suoi capelli umidi dimostrano che si è appena fatto la doccia e indossa una maglia nera a maniche lunghe con i suoi immancabili pantaloni Nike.
Mi allontano da lui e distolgo lo sguardo rivolgendogli solo un sorriso. Non commento la sua frase, le scene di oggi in cui mi passava quel dannatissimo cubetto di ghiaccio su tutto il corpo sono ancora troppo fresche nella mia mente e sulla mia pelle.

"Scelto il costume?" Mi chiede passandosi una mano tra i capelli scombinati.
Questa festa sembrerebbe essere l'evento dell'anno, sentendo parlare tutti.
"Yep, è stato facile." Mento facendo spallucce.
"Hm, ne dubito ma spero tu abbia scelto bene. È il tuo primo Halloween decente!"
"Ho scelto il migliore." Scandisco le parole orgogliosa mentre mi avvio per il mio corridoio e verso la mia stanza impaziente di rilassarmi in quella meravigliosa doccia.

Not far enoughWhere stories live. Discover now