Capitolo 71 - Tensione

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JOSEPHINE

"Jo."
"Jo."
"Josephine!"
La voce di Castille riesce in qualche modo ad arrivare flebile e quasi eterea nei meandri della mia mente in cui mi sono persa guardando Hero picchiare un sacco da box. 

Da quel sogno ho sviluppato un fastidio frustrato nei suoi confronti. Ieri sera gli ho quasi lanciato le carte in faccia mentre giocavamo a Uno e non riusciva a decidere quale carta tirare. Continuava a mordersi il labbro e a grattarsi quel suo dannato sopracciglio. Gli ho urlato di smuoversi e mi ha guardato con quel suo solito sguardo da cucciolo. Questo è quello che succede quando fai sogni erotici sul ragazzo che ti piace e non puoi replicarli nella vita reale. Lo tratto male da tre giorni ma nonostante ciò mi ritrovo spesso e volentieri a fissarlo spudoratamente.

"Josephine Langford!"
"Eccomi." Rinsavisco di colpo non appena capisco che la voce è vera e che non è un'immaginazione.
"Interrompo qualcosa?" Chiede con un sorrisetto e le sopracciglia alzate mentre segue la direzione del mio sguardo.
"Oh no, no. Stavo solo ripassando in mente la scena... le battute." Sono consapevole di essere diventata praticamente viola dall'imbarazzo di essere stata beccata a fissare la mia costar.
In sottofondo i versi di Hero mentre colpisce il sacco da box mi richiamano all'attenzione ma mi sforzo di ignorarli.

"Bene, allora è tutto chiaro? È una scena importante e complicata ma non preoccuparti ci saranno i coordinatori e se non ti senti di fare qualcosa puoi benissimo farlo presente e vedrò di venirti incontro."
"Grazie Castille, tutto chiaro." Non so come farò a superare questa scena senza prenderlo a pugni o peggio ancora: senza rendermi ancora più ridicola che nell'idromassaggio.

Nemmeno l'anno scorso in cui la rottura era fresca mi sentivo così, forse per il risentimento che aleggiava tra noi. Preferirei mille volte il disagio della scena di intimità che ho provato con Carter che questo fuoco incontrollato verso Hero.

"Bene, sono contenta. Facciamo una pausa e poi cominciamo con la scena." Mi batte una mano sulla spalla e va via.
Vedo Hero parlare con gli operatori e mi soffermo al tavolo prendendo una bottiglietta d'acqua e pregando che non si avvicini a me. Dopo qualche minuto eccolo dirigersi nella mia direzione.

"Ehi." Mi saluta.
"Ehi."
"Pronta per la scena?"
Lo guardo torvo aspettandomi la sua solita espressione allusiva che mi riserva da qualche tempo, ma questa volta non c'è, il che mi rilassa e mi irrita al tempo stesso. È senza maglietta e con ancora il nastro adesivo alle mani, pronto per girare.
"Ovvio." Rispondo brevemente per non lasciar trasparire nessun tipo di agitazione.
"Puoi passarmi una bottiglietta d'acqua?"
Alzo gli occhi al cielo, ne prendo una e allungo il braccio verso di lui, spingendogliela sul suo stomaco.
"Grazie tante." Dice sarcastico.
"Prego."
"Wow qualcuno è di cattivo umore..." Osserva corrucciato e noto del fastidio nel suo tono di voce.
Non rispondo e lui si spazientisce guardandosi intorno.
"Hai intenzione di fare così anche durante le riprese?"
"Hero – sbuffo – ti assicuro che sono tranquilla e sarò tranquilla anche durante le riprese."
"Non mi sembri tranquilla. È da quando siamo ritornati dalla montagna che sembri avercela con me, che cosa ti ho fatto?"
"Niente." Ed effettivamente è così. Il problema non è lui ma quello che succede nella mia testa durante i miei sogni.
"Allora perché mi tratti male? È per la battuta che ho fatto dopo la scena dell'idromassaggio?"

Appena menziona l'idromassaggio mi sento avvampare, non è poi tanto lontano dalla verità.

"È davvero questo? Mi dispiace se ti ho offesa ma pensavo che il nostro rapporto permettesse battute del genere."
"Non c'entri tu!" Dico per farlo smettere di blaterare.
"Allora perché te la prendi con me?"
"Perché c'entri e non c'entri allo stesso tempo." Sospiro vedendo la sua faccia confusa.
Oh, sono veramente idiota.
"E questo cosa cazzo significa?" Mi chiede sbalordito con un sorriso nervoso stampato in faccia.
"Senti finiamola qui e basta, okay?"
"Certo finiamola qua... basta che non arrivi a picchiarmi. A questo punto mi aspetto il peggio."

Not far enoughWhere stories live. Discover now