20.

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Lo guardo negli occhi. Nonostante mi senta così vulnerabile, provo a capire se posso fidarmi, se ne vale la pena.

Forse sì. Forse, per quanto sia tosta ammetterlo, è l'unica ragione che mi sta aiutando ad andare avanti e allora non so se sono pronto a perderlo.

Sospiro, spostando lo sguardo in terra.

"Voglio provarci."

Shane mi accarezza la guancia, poi mi stringe in un abbraccio, nel quale mi lascio andare più che mai.

Piango, affondando il viso sulla sua felpa.

Lui mi accarezza i capelli e avvicina le labbra al mio orecchio.

"Va tutto bene" sussurra.

I brividi che mi provoca mi agitano ancora di più, ma mi sento al sicuro se mi stringe così.

"Credo sia ora di rientrare" aggiunge poi, allentando la presa.

Alzo la testa dal suo petto e annuisco, asciugando le lacrime col dorso della mano.

In aula continuo a stare col capo chino. Mi sento ancora così scombussolato. Non è una scelta facile e non so se pronto ad affrontare quel che mi aspetta.

Anche all'uscita da scuola faccio fatica a salutarlo serenamente.
Ora che ho ammesso quello che provo mi sembra che chiunque possa capirlo solo guardandomi con lui.

Shane invece mi si avvicina con una calma disarmante.

"Hai una sigaretta?" domanda.

Io resto in silenzio qualche secondo guardandolo.

Poi prendo le sigarette dalla tasca e ne tiro fuori una per porgergliela.

Quando la sua mano sfiora le mie dita, però, rabbrividisco di colpo e mi ritraggo in fretta facendo cadere la sigaretta in terra.

Lui mi guarda confuso, aggrottando le sopracciglia e poi sbuffando per la sigaretta persa.

"Scusa, era l'ultima" dico con un filo di voce. Quella sensazione non se ne va più e stare in mezzo a tutta questa gente mi sta agitando parecchio.

Lui si accorge che c'è qualcosa di strano. Mi squadra per qualche secondo.

"Che ne dici se ti do un passaggio e passiamo a fare rifornimento?" propone poi, accennando un sorriso.

Io mi guardo intorno. Non vedo Jess. Però comincio a sentirmi male in mezzo a questa confusione.

Lo guardo e annuisco.

Shane si incammina verso la sua auto e io lo seguo mentre mando un messaggio a Jess per avvisarla.

Entrato nella sua auto tiro un lungo sospiro.

Shane aspetta a partire. Mi accorgo che mi sta guardando.

"Che ti è preso prima?" domanda.

Io resto zitto. Dopo un po' scuoto la testa, tenendo lo sguardo basso.

"Niente"

Lui sospira, però non insiste. Mette in moto e viaggiamo in silenzio fino al distributore.

Stessa scena del primo giorno. Scendiamo entrambi, compriamo un pacchetto a testa e ci fermiamo a fumare accanto all'auto parcheggiata.

"Sicuro che va tutto bene?" domanda dopo qualche secondo.

Io sospiro scocciato.

"Sì, piantala di chiedermelo!" rispondo malamente e getto la sigaretta in terra, per poi rientrare in macchina.

Non so perché mi stia comportando così. Non ho una risposta. Non lo so cosa mi è preso in cortile e non lo so come sto.

Dopo poco mi raggiunge anche lui.
Chiude la portiera e resta in silenzio a fissare di fronte a sé, aspettando a mettere in moto.

"Ti accompagno a casa?" domanda, restando serio.

Non ho tenuto in conto, un'altra volta, che la situazione potrebbe non essere semplice neanche per lui.

Gli ho promesso che avrei provato ad ascoltare i miei sentimenti ma l'ho già illuso più di una volta.

Forse non sono pronto?

Poi però mi chiedo se arriverà mai davvero un giorno in cui mi sentirò pronto, in cui non avrò più paura e riuscirò a lasciarmi andare.

E se mi capitasse di nuovo di guardare un ragazzo come guardo lui adesso? Posso continuare a convivere con questo dubbio?

Sospiro e mi copro il volto con le mani, premendole sugli occhi.

"Scusa" dico con un filo di voce.

"Sono così confuso" sospiro e mi strofino gli occhi per poi passarmi le mani tra i capelli.

Sento il suo sguardo posarsi su di me. Mi posa una mano sulla coscia e accenna un sorriso.

Io mi irrigidisco al suo tocco.

"Ethan, io non sto cercando risposte o certezze da te. Non mi aspetto nulla. Però voglio che mi parli, per capire fin dove posso spingermi, per capire cosa vuoi."

Ora diventa più serio. Sembra quasi preoccupato.

Deglutisco nervoso e mi decido a posare una mano su quella che ha posato sulla mia gamba.

Sposto lo sguardo sul suo viso.

"Perché lo fai?" domando.

Che motivo ha di essere così paziente, di subirsi i miei cambi d'umore e rischiare di non ottenere niente in cambio.

Lui sospira e lascia andare la testa all'indietro.

"Perché avrei voluto che qualcuno lo facesse con me..."

Non aggiunge altro. A quanto pare non ama parlare di sé.
Istintivamente però io gli stringo la mano.

Continuo a guardarlo finché non si volta nuovamente verso di me.

Tentennante mi sporgo verso il suo sedile e mi mordo le labbra.

Lui resta fermo e continua a guardarmi in silenzio.

Chiudo gli occhi e mi allungo fino a raggiungere le sue labbra con le mie.

If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora