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Una volta davanti al portone getto la sigaretta a terra e tiro un lungo sospiro.

"Nervoso?" domanda Shane mettendomi un braccio intorno alle spalle.

"Ricorda: solo amici. E contieniti perché fidati certe volte dire che sei gay sarebbe un eufemismo" lo raccomando puntandogli ironicamente un dito contro.

"Scherzo" aggiungo, provocandogli una risatina.

"Cercherò di prenderlo come un complimento"

Gli stampo un bacio furtivo sulle labbra e mi avvicino all'ingresso iniziando a bussare.

Mia madre ci accoglie con un sorriso, presentandosi in modo più ordinato del solito: invece del solito completo da lavoro indossa un paio di jeans e una camicetta che non le ho mai visto addosso, mentre i capelli scuri e mossi le ricadono dolcemente sulle spalle.

Donald, con mia grande sorpresa, si accosta accanto a lei salutandoci e porgendo la mano a Shane, che si presenta con la sua solita educazione.

"Dai, entrare che il pranzo è già pronto"annuncia mia madre con un sorriso.

Annuiamo e prendiamo posto a tavola.

Durante tutto il pranzo Shane parla delle solite stronzate da uomo con Donald. Apprezzo che stia cercando di fare una buona impressione a tutti i costi.
La mamma lo guarda affascinata. Almeno non dovrò preoccuparmi che Shane non gli piaccia quando verranno a sapere la verità.

"Non hai idea di quante cazzate mi sono inventato per tenere la parte del perfetto ragazzo etero" si lamenta ridendo una volta saliti in camera.

"Ti decidi a baciarmi o hai intenzione di continuare a lamentarti?" domando sorridendo prima che Shane si avvicini e mi prenda il viso tra le mani.

Avvicina il suo viso al mio, quasi facendo sfiorare le nostre labbra, poi si allontana sorridendo e me lo ritrovo alle spalle.

Sento le sue braccia avvolgermi la vita e il suo fiato sul collo. Istintivamente appoggio le mani sulle sue braccia e porto la testa all'indietro quando la sua bocca inizia a esplorare il mio collo.

"Oggi non ti ho nemmeno chiesto come stai"sussurra appoggiando le mani sul bordo dei miei jeans.

Mi mordo il labbro inferiore.

"Se non mi torturassi in questo modo probabilmente starei meglio" ribatto ironico.

"Torturarti? Oh, cosa avrò mai fatto" dice con tono più tragico possibile.

"Per esempio quello che stai facendo ora, nonostante mia madre e Donald siano nella stanza accanto" rispondo afferrandogli il polso.

"Non comando io" protesta e afferra i bordi della mia maglia sfilandola lentamente e provocandomi una serie di brividi.

Mi volto verso di lui.

"Ma se proprio insisti" sfoggia uno dei suoi ghigni e si butta sul letto continuando a fissarmi.

Gli faccio una linguaccia e mi metto accanto a lui.
Mi abbraccia, e le sue dita fredde sulla mia vita sono una sensazione impagabile.

Mi volto nella sua direzione.

"Però potremmo divertirci un po' lo stesso..."dico passando una mano tra i suoi capelli.

Sorride e si china a darmi un bacio da subito carico di passione.
Le sue mani si posano sui miei fianchi attirandomi a se.

Sento un cigolio provenire dalla porta.

"Ethan, tua madre chied-" riconosco la voce di Donald.

"Porca puttana!" esclamo staccandomi bruscamente.

Donald resta a bocca aperta fissando entrambi sbigottito, dopo pochi secondi di angoscia chiude la porta alle sue spalle e mi si avvicina.

Rimango in silenzio, incapace di emettere alcun suono.

"Da quanto va avanti questa storia?" domanda camminando avanti e indietro per la stanza.
"O forse dovrei dire: da quanto questo sconosciuto ti ha fatto il lavaggio del cervello?"

"Nessuno ha fatto il lavaggio del cervello a nessuno" ribatte Shane fissandolo dritto negli occhi.

Io mi limito ad abbassare il capo, incapace di sostenere il suo sguardo.

"Bè, prima che tu gli ficcassi certe idee in testa, Ethan non aveva intenzione di diventare un frocio"

Stringo i pugni. Ma che cazzo dice?
A parte che il termine frocio proprio non mi va giù, e poi ho scelto liberamente di stare con lui.

"Smettila di sparare cazzate!" dico serrando i denti, cercando di non urlare.

"Ethan, ti rendi conto di quello che ti sta mettendo in testa?!" dice avvicinando il suo volto al mio. Sa che non sono abbastanza forte da sostenere uno sguardo arrabbiato, e che scoppierò a piangere.

"Lui non ha fatto niente!" sbraito alzandomi in piedi e trovandomi finalmente a faccia a faccia con lui.

"L'unica colpa che puoi dargli è quella di essere un ragazzo meraviglioso, tanto da essermi innamorato" riesco a dire con un filo di voce.

La sua grande mano colpisce la mia guancia, la quale inizia subito a bruciare mentre le lacrime tentano di uscire.

"Che cosa stai dicendo? Ti sta influenzando! Tu non sarai mai uno di quei finocchi!" dice puntando un dito contro Shane, che si alza immediatamente e si mette tra noi due.

Inizio a piangere, stavolta.

Ora non me ne frega più niente di fare il bravo. Quello stronzo me la pagherà.

"Non me ne frega un cazzo di quello che pensi, non lascerò che tu con le tue stupide idee ci rompa le palle in questo modo" prendo Shane per la maglia e lo spingo contro il muro fiondandomi sulle sue labbra sfogando tutta la mia rabbia.

Fanculo Donald. Io non lo lascio.

Non so perché abbia reagito così d'impulso. Volevo solo dimostrare a lui, ed a me stesso, che non ero abbastanza coraggioso per mostrare al mondo quanto questa persona sia importante per me. Uomo o donna che sia.

If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora