24.

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La sera, quando rientro a casa, cerco un modo per nascondermi, ma mia madre mi scopre subito.

"Che hai fatto in faccia?" si avvicina, prendendomi il viso tra le mani, ma io le sposto.

Resto in silenzio.

"Ethan, cos'è successo?" domanda di nuovo e sembra piuttosto preoccupata.

Io non ho intenzione di dirle niente, però.

"Niente, mamma" rispondo freddo e distaccato.

"Smettila!" mi rimprovera "Sembra che qualcuno ti abbia preso a botte!"

Sospira.

"Ethan, è così ?»

Scuoto la testa.

" Allora cos'è successo?"

"Ho detto niente!" rispondo seccato, cercando di scacciare il pensiero della rissa.

Lei sospira.

Mi conosce. Sa che se non voglio parlarne non lo farò.

Nel frattempo la cena è pronta e ci accomodiamo a tavola. Oggi senza scuse.

"Com'è andata da Shane, invece?" domanda sedendosi sulla sua sedia.

"Bene" sorrido, ripensando all'accaduto.

Sorride anche lei.

"Andate proprio d'accordo vedo."

Annuisco e ingoio un cucchiaio di zuppa.

"Mi fa piacere" continua mia madre "È tanto che non ti vedo così felice."


Le sorrido un po' forzatamente.

Vorrei raccontarle di quanto mi fa stare bene, di quanto lo trovi fantastico.

Lancio un'occhiata a Donald, il quale mi sta guardando in malo modo.

La mamma lo guarda preoccupata.

Io lo so che lui ha captato qualcosa e che forse ci ha anche visti quando Shane mi ha riaccompagnato a casa. Da quando lo frequento, ogni volta che esce il suo nome, lui cambia atteggiamento.

Il suo sguardo addosso mi mette in ansia, e fatico a restare a tavola a mangiare senza quasi scoppiare a piangere.

Dopo poco mi alzo in silenzio e sgattaiolo in camera chiudendo la porta con un tonfo.

Però non passa molto tempo prima che Donald stessa irrompa nella stanza, pronto a farmi una ramanzina.

"C'è qualcosa di cui vorresti parlarmi, Ethan?"

Io alzo gli occhi al cielo, scocciato.

"Mi sembravi parecchio felice prima. Cos'è successo da Shane?" insinua.

Ora nel suo sguardo c'è un pizzico di rabbia misto ad una sfumatura di preoccupazione.

Scuoto la testa incredulo.

"Non penserai che-" mi blocco.

È assurdo.

"No. Non abbiamo scopato, se è questo che vuoi sapere" ribatto e mi alzo in piedi, trovandomi a faccia a faccia con lui.

"Non so se crederti." sospira. "Sinceramente quel ragazzo mi da l'idea di volerti solo portare a letto da un momento all'altro. Un pervertito esemplare. Ti sta facendo il lavaggio del cervello!"

Quasi mi viene da ridere ascoltando le cazzate che escono dalla sua bocca.

"Smettila. Non lo conosci nemmeno!"

Come può pensare una cosa del genere su di lui?

Le sue parole mi feriscono.

Forse, però, la cosa che fa più male è che questa è una delle mie preoccupazioni più grandi.

"Vuole solo infilarsi nelle tue mutande" ribadisce ed incrocia le braccia al petto.

Sembra voglia fare di tutto perché mi allontani da lui.

"Beh, che lo faccia allora. Non vedo l'ora!" lo guardo sfidandolo, facendo comparire un ghigno provocatorio sul mio volto.

Non so se lo penso davvero oppure no. So solo che mi piace guardarlo, mi piace toccarlo e mi piace quando mi tocca, mi piace baciarlo e mi è piaciuto dormire contro il suo petto.

Però di certo non voglio darla vinta a Donald.

Quest'ultimo, dopo aver sentito le mie parole, alza una mano per colpirmi.

Io struzzo gli occhi e cerco di coprirmi con le mani, ma lui si ferma appena in tempo stringendo la mano in un pugno, si volta di scatto sbattendo la porta.

Non so cosa l'abbia spinto a bloccarsi. Probabilmente la mia faccia è già abbastanza piena di lividi per oggi...

Sento gli occhi iniziare a bruciare,
Dovrei smetterla di piangere così spesso.

Mi sistemo in un angolo del letto, contro il muro, e prendo in mano il telefono per chiamare Shane.

«Ehi» risponde dopo pochi squilli.

«Non hai intenzione di scoparmi e poi lasciarmi, vero?» domando con la voce tremante.

«Ethan, ma che cazzo? No. Certo che no»

«Donald è convinto così..» cerco di non fargli sentire i singhiozzi. Non voglio si accorga che sto piangendo, di nuovo.

«Lascia perdere quello che ti dice Donald» sospira «Ti fidi di me?»

Rifletto un attimo.

«Si»

«Ethan, quando ti ho baciato pensavo di stare facendo una cazzata ma... dio, non sai quanto sia felice di averlo fatto. Tu sei speciale e io voglio trattarti come tale.»

Non riesco più a trattenere le lacrime, ma stavolta si avvicina più ad un pianto di gioia.
Non potrei desiderare una persona migliore al mio fianco in questo momento.

Guardo fuori dalla finestra. Il sole sta calando, ma il cielo è ancora chiaro e le nuvole illuminate da una luce rosata.

«Ti prego vieni qui..ho bisogno di te» sussurro chiudendo gli occhi.

Sospira e sono quasi sicuro abbia sorriso, ma non risponde.

«Ho voglia di abbracciarti» dico giocando con le dita con un lembo della coperta.

«E io ho voglia di baciarti» risponde e sento il suo respiro attraverso la cornetta.

Rimaniamo per un tempo incalcolabile al telefono, ma il tempo si ferma quando sto con lui.

If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora