If They Knew The Pain [#wattys 2018]

41.

Non chiudo occhio tutta notte, e non faccio altro che piangere. Come un bambino.
Mi sento così stupido.
Sembra patetico ma Shane per me è stato molto di più che un semplice fidanzato. È stato il mio salvatore.
Mi ha pescato in mezzo all'oceano e poi mi ha ributtato in acqua.
«Ethan, non ti sei ancora alzato?» mia madre entra in camera, dai rumori sembra di fretta, non riesco a vederla a causa delle coperte che mi coprono fin sopra la testa.
«Ehi, sono quasi le 8» mi chiama di nuovo.
«Ethan!»
Sospiro «Oggi non vado..» mi volto verso il muro dandole le spalle.
Lei si avvicina e mi scopre abbassando le lenzuola.
«So che è dura. Non dev'essere affatto facile, posso capire quanto sia orribile essere ingannati in questo modo da qualcuno ma-» la interrompo.
«No che non lo capisci» quasi urlo e mi copro di nuovo.
Sospira.
«Devi reagire. Oppure sarà solo peggio» dice, sembra pensierosa.
«Non voglio vederlo» rispondo freddo.
Lei sospira e poi si allontana; riesco a percepire i suoi singhiozzi trattenuti mentre scende le scale.
Mi alzo sgattaiolando dietro la porta cercando di capire che le succeda.
«Ho paura, Donald» si asciuga una lacrima «Mi tornano in mente troppi brutti ricordi e» singhiozza «Non voglio vederlo di nuovo in quelle condizioni. Non ce la faccio»
Lui l'abbraccia e io mi sento quasi colpevole della sua sofferenza. Forse potrei uscire.. ed affrontarlo.
Mi faccio coraggio e -una volta preparato- scendo con la cartella sulle spalle.
Lei mi guarda stupita «Che fai?» domanda con gli occhi spalancati.
«Reagisco»

***

«Non pensavo saresti venuto» sorride vedendomi seduto accanto a lei.
Alzo le spalle ma non riesco a ricambiare il sorriso, non trovo un motivo davvero valido per far schiudere le mie labbra in quel gesto per molti ordinario.
Durante la prima ora Shane non si fa vivo e mi sento sollevato, ma mi agito nel vederlo entrare in classe a metà mattinata.
Mi guarda ed i nostri occhi si incontrano, poi lui continua a fissarmi ma io non lo degno di uno sguardo.
Jess mi stringe il braccio.

Cammino per il corridoio verso la mensa sperando di non incontrarlo.
Ma quando varco la soglia lo vedo passare davanti a noi e mi manca il fiato.
«Jess, non ce la faccio. Non riesco a stare qui» respiro profondamente.
«Dai, tranquillo. Puoi farcela» mi prende a braccetto.
«No, dico davvero.»
Non riesco a respirare, il fiato mi si è bloccato in gola, e mi gira la testa.
Provo a respirare affannando ma mi sembra di poter cadere da un momento all'altro.
«Ethan, che hai? Ehi, stai bene»
Le indico la gola.
Attacco di panico.
«Merda, dai vieni» mi mette un braccio in vita e mi trascina accanto ad una finestra aperta nel corridoio.
«Ehi, su, respira» tiene un tono di voce calmo. «Così, dai. Inspira. Espira» compie questi gesti accentuandoli e accompagnandoli con gesti delle mani.
Respiro piano e profondamente, ed inizio piano a calmarmi mentre Jess sembra cercare aiuto.
Vedo Shane e Derek avvicinarsi e ciò non aiuta. Con un gesto della mano provo a mandare via il biondo, mentre le lacrime minacciano di uscire.
«Penso sia meglio che tu te ne vada» dice la mia amica con freddezza e fulminandolo con lo sguardo.
Lui mi guarda per qualche secondo e poi si allontana a passo lento.
«Ehi, posso fare qualcosa?» domanda Derek, sembra preoccupato.
«Si, grazie. Vai a prendere dell'acqua» accenna un sorriso.

Sorseggio il liquido nel bicchiere, e poi loro mi accompagnano fuori, ho bisogno d'aria.
Il respiro inizia a regolarizzarsi e i rumori da confusi si fanno più chiari.
Jess mi fa sedere a terra e si mette accanto a me, insieme a Derek.
«Va meglio?» domanda accarezzandomi un braccio.
Annuisco e appoggio la testa alla parete retrostante; restiamo qualche minuto in silenzio.
«Io me ne vado» mi alzo di scatto afferrando lo zaino e mi incammino verso l'uscita.
Entrambi tentano più volte di chiamarmi ma io sono già sulla strada di casa dove, una volta arrivato e trovato essa vuota, mi chiudo in camera sbattendo la porta.

Voglio sparire.