59.

2.8K 169 11
                                    

Resto immobile, confuso.
Lui si allontana immediatamente, alzandosi di scatto. «Scusa» dalla sua voce traspare grande preoccupazione.
Abbasso lo sguardo per qualche secondo e poi poso gli occhi su di lui «Non fa niente..»
«Non volevo, davvero, scusami» si porta le mani tra i capelli.
«È tutto ok» tento di rassicurarlo.
Gli porgo la mano accennando un sorriso.
Lui la afferra e mi aiuta ad alzarmi da terra.
«Torniamo dentro?» domando.
«Okay, però non si torna in camera» lo guardo aggrottando le sopracciglia.
Mi sta ancora tenendo la mano.
Ci infiliamo nei corridoi meno popolati per raggiungere il retro del bar.
«Che ci facciamo qui?» chiedo sussurrando.
Lui si porta l'indice davanti alla bocca e mi fa segno di fare silenzio. Si intrufola dietro al bancone e torna con due bottiglie di non so quale alcolico, tra le mani.
Alzo un sopracciglio.
«Una di queste e dimentichi tutte le sofferenze» sorride e lo seguo fino ad una stanza al momento vuota, quella del gruppo di sostegno.
Non accendiamo la luce, lasciamo che sia quella della luna ad illuminare la sala.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo in terra di fronte a lui.
Danny apre le bottiglie e me ne da una.
«Salute»
Rido ed in contemporanea ci portiamo la bottiglia alle labbra, un sorso di 5 secondi e già vedo le stelle.
«Sai qual'è la cosa buffa di questo posto? Ci stanno tanto addosso, ma in realtà se ne fregano altamente di quello che facciamo..» dice Danny scuotendo la testa.
«Se stessero un po' più attenti tu non avresti rischiato la vita un'altra volta, e non ti saresti fatto ancora del male..»
Stavolta sono io a scuotere il capo.
«Ma non saremmo qui a bere..»
«Giusto»
Restiamo un attimo in silenzio.
«Sai, forse se non fosse stato per Shane, ci sarei riuscito per davvero..» confesso mandando giù un altro sorso.
«Shane è quel ragazzo che ti ha fregato? Me ne ha parlato Marissa..»
Lo guardo un attimo «Ti ha parlato di me?»
«Non ha fatto altro»
Sorrido e lui a sua volta.
«Lo ami ancora?» chiede senza peli sulla lingua.
Non rispondo e mi limito a bere nuovamente.
«Sai che c'è? Sono stufo di stare male. Non ho intenzione di innamorarmi di nuovo» dico convinto.
Mi volto verso di lui e lo fisso per un po', ripensando al bacio di poco prima.
Credo che il suo gesto fosse solo in amicizia ma non è stato spiacevole.
Avvicino il volto al suo.
I suoi occhi verdi puntati nei miei, i capelli al buio sembrano ancora più scuri.
Non fa domande e non si muove, mi fissa e basta.
Faccio sfiorare le nostre bocche ed afferro il suo labbro inferiore tra i denti. Lui resta immobile, e continua a fissarmi.
E non so se sia l'alcol, la frustrazione, il bisogno di evadere, ma in pochi secondi le nostre labbra si toccano ripetutamente e le nostre lingue si incontrano a mezz'aria.
È un semplice bacio, senza un significato sentimentale, solo passione e voglia di dimenticare.
Una sua mano si posa dietro la mia nuca, mentre io mi siedo cavalcioni di lui.
Mi manca il fiato, ma le nostre lingue che si rincorrono riescono a farmi distrarre da ogni brutto pensiero.
Inaspettatamente lui mi scosta bruscamente. «C'è qualcuno» sussurra guardandosi intorno.
Mi afferra per un braccio - io prendo le bottiglie - e mi trascina dietro ad alcune pile di sedie non utilizzate, facendomi segno di fare silenzio.
«C'è nessuno?»
Riconosco la voce di Parker e trattengo il fiato.
Quando finalmente se ne va, chiude la porta a chiave, ed istintivamente mi volto verso Danny.
Lui scoppia a ridere.
Gli tiro una gomitata «Siamo chiusi dentro!» ma dopo poco mi aggrego alla risata.
«Sono ubriaco fradicio» confessa inarcando la testa all'indietro.
Rido «Anch'io»
Lui mi fissa e poi afferra una delle bottiglie vuote e la scaglia sul pavimento, rompendola in mille pezzi.
Fisso la scena confuso. Lui non da spiegazioni; ne afferra un pezzo e tende il braccio.
Lo guardo preoccupato, ma lui mi sorride.
Poggia la punta sulla pelle e spingendola nella carne incide 'my x'.
Fa strano guardare qualcuno che si fa del male, ti rendi conto di come ti vedono le persone.
«Che significa?» domando fissando il suo polso.
«Dici di essere un errore..allora sei il mio errore..sei la mia x»
Punto lo sguardo nei suoi occhi lucidi.
L'ha fatto per me.
Gli sfilo il vetro dalla mano e lo avvicino al mio polso. 'your x'
Sorride ed afferra il mio polso e lo avvicina al suo facendo combaciare le ferite.
Intreccio le dita alle sue per mantenere il contatto, mentre il sangue misto di entrambi sgorga sul pavimento.
Ci fissiamo a lungo, comprendendo uno il dolore dell'altro.
Poi qualsiasi sia la causa, il desiderio è forte, e ci ritroviamo con le bocche incollate e le mani uno addosso all'altro, non curanti del sangue che macchia i vestiti.
Lui mi ferma prima che possa sfilargli la maglia. «Lasciamo perdere..cambieresti idea..»
Lo guardo confuso.
«Mi sono rovinato da solo. Fidati, non vuoi vedere cosa c'è qua sotto»
Gli sorrido malinconico.
«Siamo pari. Riusciresti a contarmi le ossa»
Sospira e si sfila la maglia dando luce ad un busto devastato da croste e cicatrici.
Faccio lo stesso, vergognandomi dei risultati a cui la non-fame della depressione ha portato.
«Sei bellissimo lo stesso» sussurro al suo orecchio.
Sorride e mi afferra i fianchi riprendendo a baciarmi.
E non so come sia finito a fare a sesso con un quasi sconosciuto e per giunta ubriaco, ma mi rendo conto di ciò che ho effettivamente fatto il mattino seguente, quando mi sveglio nudo sopra al suo corpo, con quel segno sul braccio.
Mi alzo cercando di non svegliarlo, e rinfilo i boxer in fretta.
Sono tentato di andarmene, ma poi mi sentirei una merda, e in più la porta è ancora bloccata. Mi siedo in terra con le spalle appoggiate al muro.
Che diavolo ho fatto?

If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora