46.

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«Ehi! Ehi! Che sta succedendo qui?!» qualcuno entra nel bagno, e io mi zittisco immediatamente.
Che figura di merda.
Sento bussare contro la porta del bagno in cui sono chiuso io.
Tiro su col naso e cerco di calmarmi. Ma le lacrime continuano a scavalcare i miei occhi.
«Chi c'è lì dentro?»
Socchiudo la porta e, sbirciando, intravedo il dottor Parker.
«Sei tu, Ethan?»
Sobbalzo e richiudo immediatamente la porta.
«Cosa succede, Ethan?» domanda avvicinandosi alla porta.
Io mi appoggio alla parete e scivolo fino a sedermi in terra, con le ginocchia al petto.
«Non lo so..» appoggio la testa sulle gambe.
«Continuo ad avere brutti pensieri e..e mi sembra di essere tornato indietro nel tempo e che poi tutto sia peggiorato»
Lui sospira. E si siede in terra.
«Vuoi raccontarmi?»
Inspiro e alzo la testa.
«C'è stato un periodo, qualche mese fa, in cui stavo davvero male» mi asciugo una lacrima. «Ma poi è arrivato un ragazzo, e mi ha fatto tornare a sorridere, era l'unica persona di cui mi fidavo ciecamente. E mi sono affidato a lui in tutto e per tutto..» faccio una pausa e Parker cerca di tirami fuori le parole di bocca.
«Era molto importante per te questa persona?»
Annuisco, nonostante non possa vedermi.
«Io..credo sia stato l'unica persona che posso dire di avere amato veramente..» dico con un filo di voce, e appoggio la testa alla parete. «C'erano persone che volevano ostacolarci, ma a quanto diceva lui, non mi avrebbe lasciato solo per nulla al mondo. E io credevo di essere importante per lui, credevo mi amasse..» singhiozzo.
«E poi cos'è successo?» chiede.
«Poi ho scoperto che era tutta una falsa, uno stupido gioco per guadagnarsi qualche soldo» scoppio di nuovo a piangere.
«Mi sono fidato di lui, come di nessun altro, gli ho concesso il mio corpo e la mia anima perché credevo fosse l'unico con cui valesse la pena condividere ciò. Che stupido..»
«Non è tua la colpa. Lui ti ha ingannato. Non potevi saperlo. Ma ora l'unica cosa che puoi fare è andare avanti. Se continui a rimuginarci sopra è solo peggio» prova a rassicurarmi.
«Non riesco. Non riesco a togliermelo dalla testa» mi porto le mani tra i capelli e continuo a singhiozzare.
Parker mi lascia sfogare.
«Ci vuole tempo. È dura, lo so. Ma devi avere pazienza e mettercela tutta»
Si alza in piedi.
«Il punto è che continuo a sentire gente che mi parla da parte sua, e oggi mi arrivato addirittura un suo regalo. Con dedica»
«Qualcosa non mi quadra. Non avevi detto che non importi niente per lui?»
Deglutisco «Si»
«A me sembra che invece qualcosa gli importi. Non credi che se non fosse dispiaciuto non ti avrebbe mandato le sue scuse?»
«Vuole solo tenersi pulita la coscienza» ribatto.
«Secondo me dovresti chiarire questa situazione, e parlargli.» sospira «Io non posso dirti se quello che ti dice sia vero o meno, ma dovresti provare ad ascoltarlo»
Tiro su col naso un'ennesima volta.
«Grazie..» dico con un filo di voce.

Quando torno in stanza Marissa mi tartassa di domande, -a quanto pare mezzo ospedale ha sentito le mie urla- ma io ho un pensiero fisso in testa..
Lei si siede sul mio letto, accanto a me.
«Mi spieghi che cosa ci faccio qui?» domando dopo minuti di silenzio.
«Tesoro, hai cercato di toglierti la vita, non ricordi?» ironizza.
«No. Intendo, al mondo..» chiudo gli occhi e appoggio la testa sul cuscino.
«Mi sembra di non avere nulla che mi trattenga in vita..»
Sospira e si raddrizza.
«Non ti conosco abbastanza ma mi sembra ci sia parecchia gente che ti vuole bene. Forse dovresti solo aprire gli occhi e concentrarti su ciò che c'è di positivo nella tua vita, e non viceversa» mi sorride e mi accarezza i capelli. Inizialmente mi irrigidisco ma in fondo mi tranquillizza.
Sospiro.
«Devo fare una cosa..»
Apro il cassetto alla mia sinistra e ne tirò fuori la scatolina di Shane.
Lei, incuriosita, legge subito il biglietto.
«Chi é questa S?» ammicca sorridendo.
«Nessuno d'importante, ormai»
Inspiro e decido di aprirla.
Al suo interno c'è un iPod.
Lo accendo e scorro i brani salvati; sono tutte le mie canzoni preferite, gran parte delle quali ho sempre ascoltato con lui.
Dovrei irritarmi; invece mi viene da sorridere.
Infilo una delle due cuffiette e faccio partire un brano in riproduzione casuale: 'Asleep' degli Smiths. So che una canzone piuttosto triste, ma ci sono molto affezionato, e adoro ascoltarla, sopratutto in momenti come questi.
Marissa mi chiede di unirsi e le passo l'altra cuffietta. Appena sente la prima nota sorride.
Che bello trovare qualcuno che prova le tue stesse emozioni e ti capisce al 100%.
"Sing me to sleep. I want to go to bed. Don't try to wake me in the morning 'cause I will be gone. Don't feel bad for me, I want you to know, deep in the cell of my heart I will feel so glad to go"
Il mio sguardo si posa sul mio braccio, dolorante e portatore di anni di sofferenza.
Se solo bastasse addormentasi..
Successivamente, però, i miei occhi cadono sulla ragazza dai capelli viola, con lo sguardo assente.
Forse avere qualcuno come lei mi sarà d'aiuto. Forse tornerò a sorridere.
Nonostante continui a richiedere di stare da solo, ho terribilmente bisogno di qualcuno che mi stia vicino..

If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora