9.

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Adesso mi sento più tranquillo. Non so se sia dovuto all'alcool o al fatto di aver chiarito le cose con Shane. Inoltre credo che la sua compagnia possa davvero aiutarmi quest'anno.

Torno a casa leggermente brillo e mi precipito in camera.

Prendo il telefono dallo zaino e trovo più di tre chiamate perse da Jess. Cavolo. 

La richiamo immediatamente.

"Ethan! Dove cavolo eri finito?" urla. In effetti non è stato responsabile da parte mia sparire senza dirle nulla. So quanto si preoccupi per me.

"Scusami" sbiascico con la voce impastata.

"Hai bevuto?" chiede con tono leggermente alterato.

Resto in silenzio.

"Cazzo, Ethan. Ora vengo da te. Non me la racconti giusta tu" ribatte e chiude la telefonata.

Non ho voglia di vederla, non ho voglia di una ramanzina. Voglio solo godermi questo momento.

Quando arriva io mi sono già addormentato. Mi accorgo di lei solo quando mi risveglio un' oretta più tardi.

"Ciao..." la saluto stiracchiandomi ed alzandomi dal letto. Ho mal di testa.

"Dove sei stato?" domanda fredda.

Sbuffo. "Volevo stare un po' da solo. Sono andato al vagone."

Non capisco perché le stia dicendo una bugia. Forse ho paura che possa sentirsi messa in disparte sapendo che ho portato Shane nel nostro vagone.

Lei sospira e mi guarda.

"Potevi almeno rispondere al telefono..." ribatte. Credo si sia offesa. 

Non rispondo.

"Ethan, sei strano. Sicuro di stare bene? Non è che è successo qualcosa?" chiede poi preoccupata.

Scuoto la testa, continuando ad evitare il suo sguardo.

Sospira e si avvicina. "Qualunque cosa puoi contare su di me, d'accordo?" mi posa le mani sulle spalle. "Non voglio essere invadente ma tu devi promettermi di no fare stronzate." Mi abbraccia stringendomi forte.

Non avrei dovuto farla preoccupare inutilmente.

La invito a fermarsi a cena e a dormire per clamare un po' le acque.

Poco prima di addormentarci lei comincia a guardare il vuoto aggrottando le sopracciglia. Sembra pensierosa.

"Anche Shane non c'era oggi" afferma poi.

Spalanca gli occhi e mi guarda. "Non dirmi che eravate insieme!" esclama saltando in piedi.

Alzo gli occhi al cielo. 

"Devi dirmi qualcosa?" chiede poi, fissandomi.

"Jess, piantala! Cosa stai dicendo?" ribatto sbuffando. "Aveva bisogno di sfogarsi e io gli sono stato vicino. Niente di più. Non farti strane idee adesso."

Mi giro nel letto dandole le spalle e chiudendo definitivamente la conversazione.

Non ci avevo pensato. Se cominciano a vederci insieme, sapendo che lui è gay, cosa penseranno di me?



If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora