5.

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Sbatte la porta, provocando un tonfo così assordante che non accorgo della presenza di un'altra persona.

Alexander. 

Sono stato la sua pedina per tutti gli anni delle medie. Ero insicuro, impaurito e decisi di agire nell'ombra. Avevo ben presente che tipo di persona fosse, quindi me l'ero accattivato per non mettermelo contro. Non vado fiero di ciò. Dopo che pestò a sangue un ragazzo, trovai il coraggio di ribellarmi e condannare i suoi atteggiamenti. Inutile precisare che la sto pagando tutt'ora.

"Guarda chi si rivede?" ride "Passato una bella estate?"

Sbuffo, prima di voltarmi verso di lui. Come se tutta la scuola non si fossa accorta di tutte le mie assenze passate.

"Senti, non voglio neanche iniziare questa conversazione" dico, senza fermarmi a riflettere. Me ne pento. Mi ritrovo con le spalle al muro e le sue mani che stringono il colletto della mia camicia.

"Senti" mi fa il verso "Non permetterti ancora di fare il gradasso con me. Lo sappiamo tutti che non hai le palle per picchiare un ragazzino." Il suo volto è a pochi centimetri dal mio. Gli puzza l'alito e riesco a vedere i suoi denti ingialliti.

"Oh, tu invece ne vai fiero. Che onore!" mi lascio scappare un risata. Non ho idea da dove stia tirando fuori tutto questo coraggio. Semplicemente mi disgusta e l'idea che ora possa accanirsi sul ragazzo nuovo mi fa ribollire il sangue nelle vene.

"Questa non era proprio la volta buona per rispondermi" afferma e la sua fronte imbronciata lascia posto ad un sorrisetto soddisfatto.

La presa delle sue mani diventa più stretta e mi solleva da terra tenendomi per il collo. Adesso comincio seriamente a temere le conseguenze delle mie azioni.

Mi strattona, facendomi sbattere la schiena contro il muro. Un dolore lancinante mi attraversa la spina dorsali. Ancora una volta e picchio la testa. 

"Vuoi aggiungere qualcos'altro, sfigato?"

Stavolta resto zitto. Anche perché comincio a sentirmi confuso e mi gira la testa.

Alexander mi lascia cadere a terra, poi se ne va.

Prendo la testa tra le mani. Sento le vertigini. Mi fa male tutto. 

Impiego diversi minuti per riuscire ad alzarmi, ma ce ne vogliono altrettanti perché trovi il coraggio di entrare in classe.

Mi siedo accanto a Jess, ma ho l'impressione di vedere tutto sfocato. Lei si accorge che c'è qualcosa di strano. 

"Tutto bene?" domanda aiutandomi a sedere. 

Annuisco. Poco dopo però comincio ad avvertire una sensazione simile alla nausea. Non so se sia dovuto alla botta o all'agitazione del momento, ma sono costretto ad uscire dall'aula perché inizio a sentirmi davvero male.

Mi accascio in terra, appoggiato al muro accanto alla porta. Chiudo gli occhi. Comincio a pensare che sia stata una pessima idea tornare in questo posto.



If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora