11.

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Giorno 7.

Non ho mai apprezzato tanto il weekend. Ogni volta il compagno di mia mamma lo passa con noi. Io non lo sopporto, ma stavolta avevo proprio bisogno di una pausa dall'ambiente scolastico.

Mi alzo con calma, nonostante la notte insonne, e scendo in cucina per mangiare qualcosa.

Mia madre sta sistemando la spesa. Dev'essere appena tornata dal mercato.

"Buongiorno" mi sorride.

La saluto con un gesto della mano, mentre mi strofino gli occhi con l'altra.

"Donald arriverà per mezzogiorno" afferma poi. "Vuoi aiutarmi a preparare il pranzo?" domanda poi.

Io sbuffo. "Per me quello può anche stare digiuno" rispondo e faccio per andarmene.

"Ethan!" mi sgrida lei. "Vieni qua!" mi ordina.

Sbuffo, tornando a sedermi.

"Si può sapere cosa ti ha fatto?" chiede, abbassando il tono di voce.

Sospiro. "Niente, ma è la persona più ottusa del mondo. Non aiuta mai in casa e non fa altro che bere e mangiare tutto il giorno. Poi puzza."

Lei mi guarda aggrottando le sopracciglia.

"Non ti importa che io abbia di nuovo qualcuno accanto?" chiede poi, appoggiando le mani sul bancone della cucina.

Mio padre ci ha lasciati soli quando io ero molto piccolo e così è stato per molti anni. A volte ho creduto che a mia madre avrebbe fatto bene avere un altro uomo vicino. La vedevo sempre così triste e sola. Ma Donald non è quello giusto. Tratta male tutti, lei compresa.

Sospiro e sposto lo sguardo in terra.

"No, se è uno stronzo" rispondo.

Lei spalanca la bocca e strabuzza gli occhi, poi batte i palmi sul balcone.

"Se è così, allora per oggi puoi anche andare a mangiare da un'altra parte" alza di nuovo il tono della voce.

Sbuffo e mi alzo dalla sedia. "Buona idea" aggiungo e corro in camera a cambiarmi. 

Esco di casa sbattendo la porta.

Sono incazzato e disorientato. Adesso quel mostro ha più importanza di me?

Provo a chiamare Jess, ma non risponde.

Decido di fare due passi, ma sono troppo nervoso. Ho bisogno di evadere da tutta questa gente.

Cammino per ore, finchè non raggiungo il mio posto. 

Mi dirigo a passo svelto verso il vagone e faccio per aprire la tenda che copre l'entrata, ma sento un rumore proveniente dall'interno.

Mi blocco.

"C'è nessuno?" chiedo, col cuore in gola.

La tenda si apre di scatto, svelando il volto allegro del ragazzo nuovo.

"Ethan, ciao!" esclama.

Lo guardo storto. Questo è il mio posto.

"Che diavolo ci fai qua?" chiedo, incrociando le braccia al petto.

Lui boccheggia.

"Scusa...non pensavo fosse un problema..." dice, abbassando lo sguardo, mentre il sorriso sul suo volto si spegne.

Sbuffo. "Non è un problema? Ti ho detto che era il MIO posto segreto! Non dovresti essere qua!"

La sua espressione cambia.

"Beh, mi scusi per aver invaso la sua proprietà sua maestà" ribatte con un odioso ghigno sul volto.

Resto spiazzato. Non mi aspettavo un comportamento del genere da lui. Poi tutta questa sicurezza da dove l'ha tirata fuori?

"Mi stai prendendo per il culo?!" sbraito, salendo sul vagone per avvicinarmi a lui.

"Chi, io?" ride.

Vorrei prenderla a schiaffi quella faccia compiaciuta. Ma si diverte a vedermi arrabbiato?

Appoggio la mani sulle sue spalle, spintonandolo.

"Ehi, calmati!" dice, cambiando espressione. Ora è nervoso.

"Vaffanculo, Shane!" lo spingo un'altra volta, facendolo cadere in terra.

Non so perché me la stai prendendo così tanto. Sono arrabbiato e bisogno di sfogarmi.

Lui fa per rialzarsi, ma io mi abbasso alla sua altezza mettendomi a cavalcioni sul suo corpo e tento di sferrargli un pugno. 

Lui però mi blocca i polsi e mi spinge all'indietro ribaltando la situazione.

Sento le vertebre premere contro il pavimento duro e il peso di Shane mi intorpidisce le gambe.

Mi dimeno nel tentavo di liberarmi, ma è molto più forte di quanto mi aspettassi.

"Lasciami!" sbraito.

Lui continua a tenermi bloccato e mi fissa con un'espressione cupa e concentrata.

"Solo se ti calmi" ribatte.

Io continuo a respirare affannosamente e a muovere la testa.

"Ethan!" urla "Stai buono! Non è successo nulla!" dice, cercando di calmarmi.

Sento gli occhi pungere.

No, qualcosa è successo invece. Qualcosa è cambiato ed io lo sento, solo che non riesco a capire cosa.

"Non è vero!" gli urlo in faccia. "Se credi di poter invadere così la mia vita, ti sbagli!"

Lui resta in silenzio per un po', confuso.

"Ma, Ethan, sono solo venuto qui. Mi dispiace, Okay?" il suo tono di voce sembra più pacato.

Lascia la presa suoi miei polsi e mi afferra il volto tra le mani.

"Calmati adesso" aggiunge e mi guarda negli occhi.

Io mi sento paralizzato sotto il suo sguardo, sotto il suo corpo, sotto il suo tocco.

Riesco a muovere le braccia ed allontanarlo, fino a che non è costretto ad alzarsi.

Mi alzo anch'io, continuando a respirare con fatica.

Lui resta immobile di fronte a me per un po'.

"Vattene!" gli urlo contro.

Shane se ne va contrariato. 

Io resto solo.

Ora non ho nemmeno più qualcuno con cui sfogarmi...

If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora