Ritrovo ad Atlantide

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"mamma, io esco perché mi stanno aspettando per incontrarci" disse Midori "sai niente se papà vuole delle visite a breve?" "Tu sei sempre ben accetta tesoro" disse la madre sorridendo "sai benissimo che tuo padre ha sempre voglia di vederti" e le accarezzó la testa. "sai per caso dove ho messo i miei stivaletti? Che come sempre non trovo mai" disse Midori con la madre che sorrideva, perché aveva questo di problema, non trovava e non si ricordava mai dove metteva le cose. Fortunatamente negli scontri questo non succedeva. Si raccolse i lunghi capelli blu cobalto (adorava quel colore) in una coda di cavallo, si mise gli stivaletti che finalmente era riuscita a trovare e le sue calze a rete ovviamente non mancavano mai. Gonna, mini gonna nera e toppino blu cobalto. Esce di corsa salutando la madre e si dirige verso la spiaggia dove i suoi amici, sudditi Atlantidei in realtà, che la stavano aspettando. "ragazzi c'è l'ho fatta, scusate il ritardo" disse Midori con il fiatone "tanto dove andiamo ora non ti servono" disse Kisa il fustacchione, quanto antipatico Atlantideo "sai, ma non posso venire fino a qua senza scarpe" facendo una smorfia verso Kisa la ragazza cobalto. Volle togliersi gli stivaletti Midori, semplicemente per non rovinaeli ed assieme ai ragazzi si avvicinò al mare, si guardarono attorno per vedere non ci fosse nessuno e per mano si avviarono verso l'acqua, dove in un batti baleno con una scintilla luminosa apparirono le tute super aderenti da utilizzare sotto acqua: e quella di Midori le stava talmente bene, da far perdere il fiato a chiunque. Ah, dimenticavo, era ovviamente blu cobalto (possiamo dire il suo colore preferito) tutta brillantinata. Uno spettacolo veramente. Entrarono tutti in acqua ed a una velocità super sonica (una specialità che aveva Midori) raggiunsero i cancelli di Atlantide. Anche se, per una persona "normale" sarebbe stato impossibile da raggiungere, per via della sua immensa profondità: era praticamente nei meandri più profondi dell'oceano. "papà sono arrivata" urlò a voce sonante Midori, e in un baleno si materializzó il padre Arthur (si, si chiamava così, abbastanza strano per un re del mare in realtà, ma quella volta fu la madre a deciderlo). "bene arrivata figlia mia" disse lui con le braccia aperte per abbracciarla, come fosse secoli che non la vede, e si avvicinò: aveva un aspetto degno da re degli abissi con lunghi capelli cobalto, una barba sempre blu cobalto che lo rendeva un po' più macho, occhi così dannatamente scuri da far quasi paura da quanto intensi erano, uno tuta aderente di colore giallo e verde scuro e sulla mano sinistra portava un tridente, tramandato da padre e figlio, che successivamente sarebbe dovuto diventare di Midori. Era la prima donna a diventare regina. Diciamo inoltre che avere quel tritone, apparte il simbolo di potere che rappresentava, era come sistituisse una corona, solamente in fondo all'oceano. "posso andare poi papà nel salone adibito per me all'allenamento?" disse la ragazza cobalto entusiasta comunque perché sapeva che da suo padre poteva sempre contare, "proprio di questo voglio parlarti tesoro" mettendole una mano dietro la schiena, disse Arthur a Midori facendola accomodare su quella enorme conchiglia adibita come poltroncina "vedi Midori so che tu usi i tuoi poteri, sei entusiasta di averli pure, ma" Midori lo stava ascoltando attentamente "non sei in grado di saperli gestire alla perfezione. Più volte ho avuto l'onore di osservarti in allenamento, notando che se superi il limite o rischi di farti male" (ma fortunatamente c'è sempre kisa il biondo atleta che ti ferma) "o addirittura svieni restando priva di coscienza anche per ore, se non giurni" "lo so padre ma proprio per questo mi alleno, per aumentare le mie capacità combattive" disse Midori quasi stupita dalle parole del padre. "no tesoro se continui così, rischi di autodistruggerti da sola" lo ascoltava con la bocca aperta "ascoltami attentamente, io avrei un'idea per permetterti di aumentare il tuo potenziale di combattimento, la tua concentrazione, per non portarti all'autodistruzione" "sono tutta orecchie" disse Midori "hai presente l'accademia yuei? Quella dove ci andai anch'io per un periodo?" "do - dove c'è to - to - doroki?" aveva già gli occhi a cuoricino, diventando addirittura balbuziente ed Arthur sorrise dicendo "si, il tuo Todoroki. Ho mantenuto buoni rapporti con un professore, e sono certo che se mando un messaggio volante con scritto il tuo problema, senza alcun dubbio sono certa ti accoglieranno. Se sanno in più che sei mia figlia non esisteranno ad accoglierti" Midori abbracciò subito il padre per questa bella notizia e le sbucó un sorriso. "devi promettermi però che ti impegnerai, che farai ciò che ti dicono, che sarai sempre educata. Si insomma devi farmi fare bella figura, ci rimetto la faccia io" disse con tono quasi severo Arthur "ero uno dei migliori allievi, e prendevo parecchi premi sia di comportamento che in battaglia" disse il padre di Midori quasi fiero di se stesso. "ah, so che come me non riesci a frenare i tuoi sentimenti e sensazioni" disse lui "si papà devo andarci piano con Todoroki?" sorridendo la ragazza cobalto "non voglio che ti prendi una delusione amorosa ancora prima di iniziare" e si abbracciarono. Arthur dunque scrisse un biglietto: SONO ARTHUR E COME SAPETE SONO STATO UN VOSTRO ALLUEVO ALL'ACCADEMIA. VI SCRIVO PER CHIEDERVI SE POTETE ACCETTARE MIA FIGLIA MIDORI SEYA, PERCHÉ SO CHE SOLO VOI SIETE IN GRADO DI PERFEZIONARE A PIENO VOLUME IL POTERE DI MUA FIGLIA, CHE RISCHIEREBBE SENNÒ DI AUTODISTRUGGERSI DA SOLA. SPERO CHE NE PRENDIATE ATTO DI QUESTA MIA RICHIESTA E DA BUON STUDENTE CHE SONO STATO VI CHIEDO SEMPLICEMENTE UN AIUTO. HO AVVISATO MUA FIGLIA SU I DOVERI CHE DEVE PORTARE A TERMINE E GLI EVENTUALI PERICOLI. ASPETTO CON ANSIA UNA VOSTRA RISPOSTA. CORDIALMENTE ARTHUR RE DI ATLANTIDE. E spedì il biglietto scritto con pennarello indelebile, avvolto su una bolla d'aria in modo che non si deteriori e tramite un cosiddetto pesce volante (si usava spesso ad Atlantide per spedire messaggi o lettere) che però non si sapeva quando sarebbe arrivato o quanto ci avrebbe messo "se non faccio male i conti, massimo 3 giorni" disse Arthur fiero "sperando accettino la mia richiesta" alzando le mani al cielo.

Parte1: Todoroki amami come più sai fare Where stories live. Discover now