White or Black #2 (Completa)

55•capitolo -non ti innamorare mai!-

Lorenzo

Sono sopra il letto con le mani a farmi da cuscino. Non faccio che pensare agli occhi di Serena che tristi hanno lasciato questa casa. Ho un vuoto dentro, non so che fare e mi sono già pentito di averle permesso di andarsene da sola. So che è la cosa giusta, ma lei fino a qualche settimana fa mi sembrava così giusta per me che ora ne sento la mancanza. Le avevo detto che mi ero innamorato di lei ed era vero, solamente che, dopo che ho scoperto cosa succedeva a mia insaputa, mi è sembrato tutto finto, anche l'amore che stava nascendo. Però mi manca, non posso negarlo. Anche se è quello che ho fatto in tutti questi giorni: ho finto che lei non fosse presente dentro di me; sono andato a letto con un'altra e ho anche pensato che non sarebbe stato sbagliato iniziare qualcosa di nuovo con qualcuna capace di farti stare bene. Ma non è così che funzionano le cose, non basta uno schiocco di dita per mandare via qualcuno che ha contato tanto per te. Forse fra qualche mese riuscirò a pensare a questi momenti come solo un ricordo da prendere con i lati positivi e negativi, mi lascerò andare a qualcun'altra che mi saprà voler bene, ma adesso, l'unica che vorrei al mio fianco è la stessa che mi ha diviso il cuore a metà. Ho dato tanto a Serena, ho sognato una vita diversa, più vera, lei mi ha fatto sentire vivo. Solo che, anche se so che lasciarla andare farà bene alla mia vita, non riesco ad accettarlo.

Porto una mano tra i miei capelli e, quando mi alzo dal letto in cui ero sdraiato, il telefono prende a squillare. La prima persona che mi passa in mente e che vorrei che fosse, è Serena, ma quando leggo il nome di mia sorella, cambio idea. A quest'ora dovrebbe essere con Luca ad una festa, perciò mi preoccupa il fatto che mi stia chiamando.

Faccio scorrere il dito per rispondere, ma quando posiziono il telefono all'orecchio, i suoi singhiozzi strozzati riescono a fermarmi il cuore per qualche secondo.

"Ehi, Tami..." la incito a parlare, sopprimendo la mia voglia di urlare per questa sensazione che mi attanaglia.

"Lo... Lorenzo..." non riesce neppure a parlare, sento un gran vuoto dentro e un senso d'impotenza per non essere lì con lei.

"Dove sei?" il mio tono di voce si alza e spero che me lo dirà così potrò raggiungerla immediatamente.

"Ti prego, vienimi a prendere: sono alla festa!"

Non mi dà il tempo nemmeno di dire altro, che mi chiude il telefono. Fortunatamente so dove andare, perché mi aveva invitato e mi aveva detto dove si sarebbe svolta la festa. Perciò, afferro la prima felpa che mi capita a tiro e la indosso, per poi uscire di casa e scendere di sotto, dove ad attendermi c'è la panda in noleggio.

La faccio partire in accelerata, non rispettando per nulla il codice della strada o i limiti e arrivando a destinazione in neanche dieci minuti.

Quando fermo la macchina davanti alla villa che ospita la festa, fortunatamente, vedo mia sorella che è fuori, da sola. Mi catapulto fuori dal veicolo e cammino giusto un po' per raggiungerla.
Lei si volta e quando si accorge di me, riesco a vedere le sue lacrime che le rigano il volto, ma anche il sollievo nel vedermi di fronte a lei.

"Tamara, stai bene?"
Non mi risponde, corre incontro a me e io le faccio spazio per accoglierla tra le mie braccia.

Solo in quel momento vedo che c'è anche Luca che sta guardando supplicante mia sorella, mentre lei lo ignora deliberatamente. Lui si avvicina per non farla andare via, ma conosco mia sorella e se si trova in questa situazione, è perché l'ha fatta davvero grossa. Perciò, divincolandomi dalla sua presa, mi scosto da lei e le paro il corpo col mio, guardando Luca con rabbia per fargli capire che gli conviene andarsene se non vuole che gli rifilo un pugno che difficilmente dimenticherà.

"Lorenzo, non voglio litigare, ma solo parlare con lei". È disperato, lo sento quanto ciò che vorrebbe è che mia sorella non lo lasciasse, ma se sta soffrendo tanto, non posso più permettere che lui le si avvicini.