33•capitolo -Paure-

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Stamattina ho rivisto Lorenzo e non posso che ammettere quanto la sua vicinanza mi abbia lasciato qualcosa, quanto mi senta sconvolta e frastornata. Non so cosa fare, non so che strada prendere, so solo che per il mio bene devo tenere lontani dalla mia vita sia Juan che Lorenzo. Non me lo posso permettere di avere uno dei due vicino. Quando vedo Juan, è ancora forte la ferita che mi ha inferto, non si è cicatrizzato per quanto abbia capito i suoi motivi.
Lorenzo, invece, mi ha sconvolto nel farmi capire quanto in realtà, la sua assenza mi fa stare inquieta. Tuttavia, credevo lui fosse sincero con me, ed era questo a piacermi di lui. E forse, mi rendo conto, che non l'ho conosciuto. Che la nostra conoscenza si è fermata al sesso, perché lui mi ha fatto vedere di se solo quello che più gli andava comodo. Ed è questo a mancarmi, non lui di per se. Ecco perché ho bisogno di riflettere e capire come agire, per farlo non posso stare in compagnia di nessuno dei due.

Nel frattempo, però, non mi rinchiudo in casa, non sarei io altrimenti. Infatti, tra pochi minuti dovrò incontrarmi con Matilde, la quale mi ha chiesto di uscire con lei. Forse così riuscirò a non pensare più a niente e a godermi una serata tranquilla.

Quando io e Matilde arriviamo al solito posto, all'entrata c'è Jack, che quando vede la mia amica vicino a me, rimane paralizzato. Probabilmente non si aspettava di vederla così presto.

"Matilde!"

Lei lo guarda, ma con finta indifferenza. Vuole fare la dura davanti a lui che l'ha ferita. Non vuole ammettere di starci male, ma vedo negli occhi di Jack che non sta bene nell'averla lasciata andare.

Perché le persone si complicano la vita da soli?

"Che fa ci fai entrare, o chiedo a Paul?" Gli chiede con nonchalance.

"Entrate pure..." afferma lui, facendoci spazio per passare.

Ma quando abbiamo fatto qualche passo, il braccio della mia amica viene stretto da lui che la porta vicino al suo viso.

"Che cosa vuoi?" Ringhia la mia amica, ancora presa dalla rabbia verso quel ragazzo per la quale provava un sentimento.

"Io..." sembra un cucciolo indifeso adesso. È grande e grosso, ma ha perso le difese.
"Niente, divertiti!"

"Lo farò, grazie. Fallo anche tu!" Gli strizza un occhio, per poi oltrepassarlo come se lui non fosse nessuno e mi prende dal braccio per farsi seguire.
"Sto stronzo!" Esclama una volta che ci siamo allontanati da lui. "Non si è mai meritato niente!"

"Mi sembrava dispiaciuto..." le faccio notare, dato che voglio capire cosa sta provando.

"Dispiaciuto un corno! Non si deve più avvicinare a me, gli ho già data troppo importanza e stasera mi voglio divertire. Gli farò vedere cosa significa perdermi!"

E infatti, da quel momento la nostra serata inizia. Ci scoliamo quanto più cocktail possibile, tanto che, già a metà serata sento la testa pesante e girarmi irrimediabilmente. E come sempre, mi pento di aver bevuto così tanto da non aver calcolato il limite.
Ridiamo senza sosta io e la mia amica, senza alcun motivo. E balliamo in maniera spensierata, lasciando indietro tutti i problemi e non pensando ne a Juan ne a Lorenzo.

Forse dire che non ci penso è troppo...

"Guarda chi c'è lì?"

Nel momento in cui sto ballando senza un freno e sento la mia amica dirmi questa cosa, mi volto nella direzione indicata e vedo Lorenzo.

Mi sembra di tornare indietro, a quella sera, la prima sera in cui ci siamo visti per la prima volta. Era proprio questo il posto, il suo modo di guardarmi è lo stesso: desiderio, ma forse qualcosa si è aggiunto al luccichio che ha negli occhi. Qualcosa che però io non posso dargli.

White or Black #2 (Completa)Where stories live. Discover now