22•capitolo -Lei la mia debolezza-

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Lorenzo:

Dietro la sua porta con le mani conficcate nella tasca, aspetto con ansia che lei mi venga ad aprire. Ma il fatto è che neppure ho bussato al campanello, proprio perché non so cosa mi aspetta e aumenta la mia consapevolezza di poterla perdere per sempre. Che poi sorrido amaramente a questa mia riflessione dato che, io, non l'ho mai nemmeno avuta. Qualche notte di passione, qualche sorriso di troppo, non me l'hanno fatta diventare mia affatto. Anzi, ho come la paura che me l'abbiano fatta perdere, perché io me ne sono completamente infatuato, e questo ha compromesso il nostro accordo, ciò vuol dire che se lei dovesse capirlo, potrebbe allontanersi per sempre.
Ma sto riflettendo, più ci penso e più mi chiedo se non abbia ragione Deb quando dice che dovrei essere sincero. E per sincero intendo dirle proprio tutto, non solo il fatto che ho diciotto anni e sono il fratello di Tamara, ma anche che io per lei non provo più solo attrazione, ma che il solo vederla mi fa avere una fitta al petto.

Poi penso al fatto che questo potrebbe farmela perdere in ogni senso, e penso che forse dovrei accontentarmi, perché al solo pensiero mi viene un vuoto dentro uno di quelli incolmabili che prima di ora non avevo mai provato.

Perciò è giunto il momento di bussare alla porta e fare il disinvolto, come se nulla mi interessasse, come se la sua assenza di una settimana non mi abbia fatto stare in pena a mangiarmi le mani col telefono in mano aspettando che fosse lei a fare il primo passo. E sospiro bruscamente a questa riflessione, accorgendomi sempre di più di quanto io stia andando alla deriva per queste nuove sensazioni scoperte, mai provate fino ad ora.

E ora Serena finalmente è davanti alla porta, con un sorriso leggero sul volto, imbarazzata come poche volte l'ho vista da quando l'ho conosciuta e forse aspetta che sia io a dire qualcosa. Ma questa volta no, sono io ad aspettare lei, perché non può approfittarsi delle mie debolezze. Che poi forse non l'ha nemmeno capito di essere diventata lei la mia debolezza.

"Ciao..." dice con un filo di voce. Non mi sembra nemmeno lei, di solito è spavalda. Forse deve dirmi che non vuole più vedermi, quindi sta riflettendo su cosa dire. C'è da dire però che probabilmente non c'era neppure bisogno di farmi venire fino a qua, tra noi una storia non c'è mai stata e lei non mi deve niente.

"Ciao..." mi limito a dire e Serena mi fa entrare dentro casa, dandomi le spalle e io rimango a guardarle le forme, in cui mi sono perduto tento volte, sfiorandola e baciandola, percorrendo ogni pezzo di lei. Ma che ora mi pare una vita che non la tocco seppur sono passati solo pochi giorni.

"Hai fame? Vuoi qualcosa da bere?" Mi domanda una volta che si è voltata in mia direzione, e la vedo mangiucchiarsi il labbro nervosamente.

"No, in realtà preferirei finire presto questa conversazione!" Stavolta sono io a far il duro, rammentando le parole di Deb che se voglio davvero che lei diventi mia, devo cominciare ad essere forte. Non cedere a lei che ogni volta che mi guarda è come se ricevessi un pugno allo stomaco.

"Quale conversazione?" Ora ha un sorriso laterale in volto, e si avvicina lentamente in mia direzione. Ad ogni passo il suo profumo si insinua nelle mie narici, e io mi sgretolo e divento stupido. Ma devo rimanere intatto, integro.

"Perché mi hai fatto venire fino a qui?" Domando subito, per troncare sul nascere ogni suo movimento. Che poi vorrei essere io ad accorciare queste benedette distanze, stringerla a me e farci l'amore fino a farle mancare il respiro. Ma devo reprimere questa mia voglia, devo capire cosa vuole da me.

"Se vuoi possiamo non parlarne, e..." sta per dire, con quegli occhi lussuriosi di chi cerca di abbindolarti. Un po' l'ho capita Serena, lei ha paura di affrontare delle situazioni scomode, e la nostra lo è diventata. Forse ha paura di dirmi di smettere, o ha paura che la questione possa compromettere quello che si è creato tra noi.

White or Black #2 (Completa)Where stories live. Discover now