6•capitolo -accettazione-

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Gli occhi piantati su di me di mio padre, mi fanno avere un sussulto. Mostrano tutta la sua vergogna per me, per la figlia che sono e che non vorrebbero. Il disonore che prova nei miei confronti.

Lorenzo che subita si stacca da me, si volta verso di lui e porta una mano tra i capelli per poi farla scivolare sul collo.

"Buona sera!" Rompe il ghiaccio con un sorriso sghembo in volto.

"Tu è meglio che te ne vai subito da questa casa!" Esclama mio padre rivolgendosi a Lorenzo con astio.

Lui subito si volta verso di me ma io non lo guardo, rimango con la testa bassa ancora incredula per ciò che è successo.

"Vabbè tolgo le tende!" Dice Lorenzo rivolgendosi a me. "Ci vediamo..."

Annuisco solamente, incapace di dire qualcosa per la troppa vergogna che sto sentendo nel percepire gli occhi di mio padre puntati su di me.

Lorenzo esce, nello stesso tempo, il collega di mio padre che era con lui, uno tra l'altro molto importante, dice che va via per un po'.

Mio padre, che rimane davanti a me con le mani conficcate nei fianchi, mi guarda ancora con disgusto ma io non alzo gli occhi verso di lui. Non ne ho il coraggio.

"Ma ti rendi conto?" I suoi passi che si avvicinano verso di me. "Tu non cambi mai. Quando crescerai, Serena? Non potevi trovare un altro momento?"

Deglutisco e sento le lacrime pungermi gli occhi per venir fuori, ma io non glielo lascio fare per non perdere completamente la dignità davanti ai suoi occhi.

Lui non se le merita le mie lacrime. Nessuno se le merita!

"Tu davvero sei incorreggibile. Quando capirai che non puoi comportarti così? che noi siamo una famiglia rispettabile e che devi seguire le regole?" Continua ad infierire, spuntandomi addosso il disprezzo che prova per me.

La rabbia aumenta in me, troppo forte per gestirla questa volta. I miei occhi li calamito sui suoi, grigi che si mischiano col mio verde, stringo la mascella e le mani a pugni.

"Certo... quando mai ti è importato di altro se non della tua immagine!" Un sorriso iniquo fa capolinea sulle mie labbra. "Ti interessa di questo, solo di questo. Mai della mia felicità!"

"La tua felicità? E quale sarebbe: scoparti ogni singolo individuo che trovi nella faccia della terra? Pensi che io non sappia come passi le tue serate, eh serena?"

"Tanto a te non va bene niente. Quello che faccio non va bene, Juan non andava bene!" Sbotto rinfaccindogli il fatto che mi ha fatto perdere Juan, solo perché a lui non andava bene per i suoi standard.

"Juan... ma figurati stava con te solo per la tua posizione sociale, non gliene fregava nulla di te. Tu sei brava solo a collezionare persone che pensano solo ad arrivare ai tuoi soldi. Perché non lo capisci?"

"Certo... infatti per levarmeli di torno gli offri pure soldi!"

I suoi occhi, a queste mie parole si sbarrano e mi mostrano per un secondo la sua colpevolezza.

"Te lo ha detto lui?" Chiede, con gli occhi leggermente sgranati, mentre fa un passo verso di me, ma io indietreggio.

Scuoto la testa e stringo i denti quasi a sentirli scricchiolare fra loro.

"Ma cosa importa chi me lo ha detto? Papà hai portato via il ragazzo che amavo perché per te, non era abbastanza per il tuo stupidissimo standard!"

"Serena... ma dai... io avrò pure offerto dei soldi a lui, ma lui li ha accettati, ricordalo! Se voleva non lo avrebbe fatto!"

Le sento schiantarmisi addosso le sue parole, perché so che in fondo non ha tutti i torti. Ma è troppo difficile per me accettare che il ragazzo di cui sono ancora innamorata, l'unico di cui mi sia veramente mai importato, abbia scelto il denaro piuttosto che il mio amore.

White or Black #2 (Completa)Where stories live. Discover now