27•capitolo -Finta indifferenza-

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Come sempre non gli ho saputo dire di no. E ora, mi ritrovo con lui accanto. Lorenzo sta guidando, mentre io continuo a pensare e a ripensare a cosa fare, o a cosa dire. Dovrei aver il coraggio di mandarlo via dalla mia vita, di interrompere tutto questo, eppure, ogni volta mi viene così difficile da sentire il peso opprimermi il petto.

"Perché sei venuto?" rompo il silenzio, anche se a dir la verità avrei continuato benissimo a starmi zitta. Ma è ora di essere coraggiosa e dirgli chiaramente che tra noi due tutto questo deve finire.

"Stamattina ti ho visto strana. Volevo capire se andasse tutto bene..." sospira, come se avesse già capito cosa mi turba e stesse aspettando solamente che io glielo dica bello e chiaro ciò che penso.

"Lorenzo... io..." tento di dire, trattengo il respiro, ma poi capisco che è inutile rinviare l'inevitabile, "penso che dovremmo finirla qui..."

Lo guardo mentre lo dico, sta in silenzio, con gli occhi fissi sulla strada, le mani strette nel volante, gli occhi pensierosi. Non dice nessuna parola, nè si intravede nessuna reazione.
Come se ciò che gli ho appena detto non lo scalfisse minimamente.

"Capisco..." si limita a dire, una sola parola dopo qualche minuto che aspetto. Di certo non mi aspettavo chissà quale reazione, ma non che mi rispondesse così freddo e scostante.

"Capisci?" Cerco di tirargli fuori qualche altra parola, mi sento strana nel non vedere in lui un qualche tipo di reazione come fa di solito. Solitamente cerca di convincermi, di farmi capire che non devo aver paura di un suo possibile innamoramento, questa volta sembra che non gliene freghi niente.

"Beh... si, capisco!" Passa una mano tra i capelli scombinandoli, continua a fissare la strada senza mai lasciarsi andare al mio che continuo a guardarlo.

"Non è un problema per te?" Forse dovrei starmene zitta, alla fine era quello che volevo, ma mi indispettisce la sua indifferenza. Probabilmente è dovuto al fatto che non me l'aspettavo che lui prendesse bene tutto ciò.

"Se è quello che desideri, per me va bene. In fin dei conti io e te non abbiamo un qualche tipo di relazione, ci può stare che ti puoi stancare ad un certo punto. Era contemplato che potesse succedere, quindi va bene così..."

Rimango ancora a guardarlo, basita, ma soprattutto, nervosa. E non vorrei esserlo perché avrei dovuto sperare in questa reazione, ma essendo sincera con me stessa mi rendo conto che non è quello che voglio. Ed è strano, ma è la verità.

"Bene... allora... siamo apposto così..." sospiro, mentre abbasso lo sguardo per poi guardare in direzione del finestrino. Mi chiedo cosa ci facciamo qui insieme, perché sta venendo con me se poi a lui sta bene la situazione. Ma, soprattutto, perché io glielo sto permettendo.

Quando arriviamo, si ferma con la macchina nel posteggio della scuola. Mi volto in direzione di Lorenzo, che non accenna ad aprire lo sportello.

"Tu non vieni?" Domando turbata.

"Vuoi che vengo con te da tua sorella?" Domanda lui, stranito da questa mia richiesta. E in effetti ha ragione ad esserlo, dato che praticamente gli ho appena detto che deve finire tutto oggi.

"Già che sei qui, non vorrei farti aspettare in macchina. Anche perché ho già avvisato la babysitter che va solitamente a prendere mia sorella, dicendole che sarò io a portarla a casa. Quindi, vorrei fare un giro nei dintorni con lei!"

Di certo, non voglio che stia in macchina ad aspettare mentre io e mia sorella ci facciamo una passeggiata. Se deve essere l'ultima volta che ci vediamo, che almeno la passiamo bene questa giornata.
Si, lo so che sono un continuo controsenso; che va in netto contrasto con la decisione presa e che quindi, non ha senso portarlo da mia sorella, ma non è di certo una presentazione ufficiale, solo bontà.

White or Black #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora