34•capitolo -chiedimi di entrare-

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Oggi è il giorno della laurea di Tamara, quindi, mi sto preparando per andare a questo evento. Ho comprato un regalo per lei, un orologio che lei desiderava avere, ma che costava troppo.

Ho già fatto la doccia e mi sto vestendo, con un pantalone nero aderente e una camicia bianca e nera, abbinata con le scarpe nere.

Mi guardo un'ultima volta prima di uscire, controllo che il trucco non sia sbavato e penso che, tra qualche momento, dovrò vedere Lorenzo. Non so se sono pronta dopo quella sera; a quanto ne so, è andato a letto con Matilde. Lei non lo ha detto chiaramente, ma me lo ha fatto capire l'altro giorno. Quando me l'ha confessato, con quella vena ironica, mi sono sentita devastare da un emozione in aspettata, che io, fino a quel momento, non avevo mai sentito e che non ho saputo decifrare.
È normale che un po' mi dia fastidio, Lorenzo era sempre con me e ora mi sento un po' sola da quando non lo vedo più.
Non devo cominciare a pensare che stia nascendo qualche strano sentimento nei suoi confronti per questo, anche se, ammetto, che da quando Jack mi ha detto quelle parole, non ho fatto che pensarci.

Dannato Jack!

Prendo un lungo respiro e i miei pensieri riguardanti Lorenzo, vengono interrotti da un messaggio sul telefono. Abbasso lo sguardo sul comò dove c'è il mio iPhone e quando leggo il nome del destinatario, mi salta un battito.

Da Juan:

Lo so che vuoi tempo, ma ho voglia di vederti e stare con te. Se continui a tenermi distante, come ti dimostro che voglio recuperare il nostro rapporto? Vediamoci, anche solo per un caffè!

Sospiro, la mano mi trema e non so che fare. Continuo a tenerlo distante, nonostante il mio pensiero voli sempre a lui e a quello che eravamo. Penso e ripenso a quanto mi abbia fatto male, solo in questo modo riesco a non chiamarlo e a tenerlo distante, ma ammetto che la sua presenza nella mia vita continua a mancarmi.

È tutto così confuso!

Scuoto la testa per cercare di lasciare indietro questo pensiero assillante, lascio il messaggio lì senza rispondere, e cerco di concentrarmi su altro. Non posso tenere la testa rivolta a Juan oggi, perché è il giorno più importante per Tamara e io voglio esserci per lei. Devo essere presente con la testa e con il corpo per la mia amica.

A quel punto, dopo essermi guardata per l'ultima volta allo specchio e aver preso la borsetta, esco dalla porta e prendo l'ascensore per scendere.
Vado verso l'auto e, dopo esserci entrata, cerco di farla partire, ma mi accorgo che nonostante io stia cercando di girare la chiave da alcuni minuti, la macchina non da segni di vita e quindi non si accende.

"Che giornata di merda! Non poteva iniziare peggio!" Bofonchio tra me e me, sbattendo le mani sul volante avvilita.

Non ho il tempo di chiamare qualcuno per farmi aiutare, tra qualche minuto devo essere all'università e quindi devo sbrigarmi. L'unica cosa che posso fare per sperare di arrivare in tempo è prendere un autobus.
Perciò, scendo dalla macchina e vado alla fermata del bus che si trova vicino la mia abitazione, e lo aspetto qualche minuto.
Fortunatamente non tarda di molto e, quando lo vedo arrivare da lontano, mi sembra un miraggio e tiro un sospiro di sollievo.

Il Bus si ferma proprio davanti a me e io ci entro dentro e mi siedo, aspettando con ansia il momento in cui arriverò nella fermata per scendere. Sono già di qualche minuto in ritardo, cosa che non sarebbe del tutto una novità, ma almeno oggi avrei voluto essere puntuale per Tamara.

Arrivata a destinazione, scendendo dell'autobus, vado verso Tamara, e mi accorgo che è da sola e che quindi ancora non è arrivato nessuno.

E io che pensavo di essere in ritardo...

White or Black #2 (Completa)Where stories live. Discover now