13•capitolo -un pò di noi-

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Siamo in giro io e Lorenzo, facciamo shopping. Lui mi consiglia cosa comprare, e mi sembra così strano che io glielo stia permettendo, ma ormai è inutile non ammettere che, oltre al sesso, io ci sto bene con lui. Mi fa stare tranquilla e, anche se non provo nulla per lui, mi piace la sua compagnia, come si approccia, come mi fa sentire. Forse mai nella vita ho trovato qualcuno che non mi faccia sentire sbagliata. Qualsiasi persona, a parte Tamara che comunque è sempre diversa da me, tutti gli altri mi hanno sempre fatto sentire come se fossi un peso. Lui no, sembra che anzi gli piaccia come sono. Ed è bello perché, con lui, non c'è altro, non chiediamo qualcosa in più, ci viviamo quello che c'è. Sta nascendo una bella amicizia.

"Sei più tornata a prendere la macchina?"

È sempre lui che intavola una conversazione, sembra voglia sapere qualcosa di me, ma ha paura a chiedermelo perché potrei reagire male. Io voglio solo che non si innamori di me, non ignorarlo.

"Si, sono andata a prenderla l'altra sera"

"E... cioè, se posso chiederti: ci hai parlato? Come va con i tuoi?" Abbassa lo sguardo e si morsica il labbro nervosamente.

Dato che me ne accorgo, mi metto davanti a lui e gli prendo il viso con le mani, mentre lui si alza e inarca le sopracciglia.

"Guarda che puoi farmi qualche domanda, non ti mangio..." ridacchio. "Non fa parte dei benefici? Almeno non mi devo andare a cercare qualche altro confidente!"

"Ah giusto, fa parte dei benefici!"

"La stessa cosa vale per te, se hai bisogno, puoi parlare...", gli sussurro facendogli una smorfia per prenderlo in giro. "Comunque no, non ci ho parlato. Sono andata a prenderla in un orario in cui sapevo di non trovarli..." ammetto.

Lui mi mette una mano sulla spalla e l'accarezza col pollice, ma quel contatto mi fa drizzare le spalle, come se fosse anche più intimo del sesso. Per questo motivo, arretro di scatto e lui sembra accorgersene dall'espressione disorientata che fa.

"È la tua famiglia. Non dovresti escluderla dalla tua vita..." Lo dice con un filo di voce, come se ancora una volta, avesse paura ad esprimersi. E in effetti, parlare di loro mi fa sentire strana e vulnerabile.

"Sono loro che mi hanno escluso, Lorenzo. Sono loro che fingono che io non esista, che mi vorrebbero diversa da ciò che in realtà sono!" Sbotto.

Vedo lui abbassare lo sguardo, perso nei suoi pensieri e passare la mano tra i capelli neri.

"Sere, non ti dirò cosa fare. Però, una cosa te la voglio dire: non è bello vivere senza la propria famiglia. Loro sono una parte importante di te, quindi, fossi in te, ci proverei almeno a parlarci e a capire i loro motivi!"

"E pensi che non ci abbia provato?" Ora sono difronte a lui, i suoi occhi continuano a guardarmi come se ci stesse provando a capirmi. "Ci ho provato, ma loro..." sospiro e abbasso lo sguardo, perché parlare di loro mi fa male. Non posso non ammettere che la mia famiglia è il mio punto debole. Che se anche continuo a dire che me ne frego, la verità è che sentirmi sempre inferiore a loro, mi ha sempre destabilizzata.

"Non ti capiscono..."

Lui si avvicina a me, prende le mie mani e le stringe, ma ancora una volta mi sento come se quel contatto fosse più forte del sesso, perché è come se lui riuscisse ad avvicinarsi maggiormente. Ma io non voglio che accada, perciò indietreggio d'istinto, mentre lui abbassa lo sguardo in imbarazzo.

Mi sposto da lui senza guardarlo negli occhi, non essendone capace, e proseguo a camminare, mentre sento i suoi passi dietro di me.

"Tu che rapporto hai con la tua famiglia?" cambio volutamente discorso, portandolo su Lorenzo. Lui che parla sempre troppo poco di se, e ho la curiosità di capire cosa c'è dentro di lui oltre quello che mi fa vedere.

White or Black #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora