51. AMORE IMPOSSIBILE

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Toc Toc

Silenzio.

Toc Toc

Silenzioso silenzio.

Toc Toc

Rumore di sedia che si spostava.

Toc Toc

Passi che si avvicinavano.

Toc Toc

CLICK

Porta che si apriva.

Sguardi che si incrociavano. Intensamente.

'Sapevo fosse lei. Nessun'altra persona avrebbe bussato in questo modo.' Disse con naturalezza.

'È un piacere rivederla anche per me, Signor Valente.' Sottolineai le ultime due parole usando un tono poco cortese e guardandolo fisso negli occhi. E se dico fisso, vuol dire che stavolta il mio sguardo non mi tradì, anzi. E posso assicurarvi che per un solo istante vidi Valente spostare lo sguardo altrove per poi ritornare su di me.

'Cosa vuole Rossi?' Disse con la solita gentilezza.

'Entrare.' Fu l'unica parola che uscì dalla mia bocca.

'Nel mio ufficio?'

'E dove sennò?' Risposi seccata. Ricordatevi, ero arrabbiata.

'Sono impegnato, Rossi. Non posso riceverla al momento.' Vedremo.

'E crede che mi importi?' Lo sfidai ancora con lo sguardo.

'No.'

'Ecco. Mi faccia entrare.'

'Quì le regole le metto io.' Rispose con tono minaccioso. A me non importava nemmeno un po'.

'Ai suoi impiegati, certo. Ma ricordi che io non lo sono e perciò al momento faccio ciò che voglio. E ciò che voglio al momento è entrare in questo dannato ufficio ed è la cosa che farò.' Feci due passi in direzione dell'entrata, ma andai a sbattete contro la roccia-Valente. Ovvio. 'Si sposti.' Gli dissi.

Uno sguardo. Quello sguardo. E poi si spostò. Un punto per te Chloe.

Entrai nell'ufficio e lui richiuse la porta dietro di sé.

'Dica ciò che deve dire in fretta ed esca da questo ufficio. Ho molte cose da fare.' Davvero Valente?

'È interessante come in così poco tempo per lei io non valga più niente Signore.' Dissi ritornando a fissarlo. Se prima adorava i miei occhi grigi, ora glieli avrei fatti odiare.

'Mi scusi?' Disse confuso. O facendo il finto confuso.

Mi avvicinai. E mi avvicinai. Al punto che non c'era più spazio tra i nostri corpi. E a lui non sembrava dispiacersene. Di fatti non si spostò neanche di un millimetro.

'È in gamba come me la nuova baby segretaria, Signore?' Lo sfidai parlando a due centimetri dalla sua bocca. Lui mi fissava dritto negli occhi. E quegli occhi mi erano mancati da morire. Ma lui non doveva saperlo.

'Avevo bisogno di una nuova segretaria.' Constatò.

'Ed io non ero più all'altezza del ruolo suppongo.'

'L'ho licenziata. Quindi no. Non è più all'altezza.'

'Capisco. E immagino che non sia neanche più all'altezza per lei.'

'Cosa vuole dire?' Continuava a fissarmi.

'Lei è scappato da me, Signore.'

'Sta scherzando Rossi?' Alzò un sopracciglio.

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora