6. L'UFFICIO DI LUSSO

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Se mi fossi aspettata che il Dio Marco Valente mi avrebbe accompagnato nel mio nuovo adorato ufficio e mi avrebbe spiegato in breve tutte le mansioni, beh, sarei rimasta delusa. Eh no. Lui era il Capo, il personaggio più influente della terra, forse anche dell'universo, e in quanto tale non poteva abbassarsi ai livelli di una ragazza povera e dolce come me, semplice e carina, docile e buona. Chloe, troppa modestia! E quindi non fu lui a mostrarmi l'ufficio, ma...

'S-signorina Rossi?' Esordì una faccia già conosciuta. Aspetta, Chloe, dov'è che l'hai già visto? 'Ehm... S-signorina Rossi?' Forse è un vicino di casa? Oppure ha lavorato con me da Guerrera? 'Ehm... ehm... R-rossi?' Aspetta, sì! Il ragazzo delle pizze!

Lo guardai con un sorriso stampato in faccia.

'Ehm... p-problemi, s-signorina Rossi?' Chiese infine spaventato dal mio sorriso eccitato.

'Sono felicissima per te! Te lo dissi che portare pizze non faceva per te! Ora addirittura lavori in questa importante azienda! Ma vedi che bello!' Gli diedi sincera una pacca sulla spalla. Lui sembrava alquanto scosso.

'Ehm... m-mi scusi, signorina Rossi, forse mi ha confuso con qualcun altro...' Mi informò abbassando lo sguardo timido.

'Oh...' Feci per pensare. 'Ah, ci sono! Eravamo colleghi da Guerrera!' Stavolta ho indovinato!

'Ehm... n-neanche, signorina...'

'Ok... mmh... il fattorino allora?' Tentai ancora. Da qualche parte l'avevo pur visto.

'S-signorina Rossi, ci siamo visti poco fa in ascensore. S-sono Tommaso.' Mi ricordò col suo fare timido.

Brava, Chloe! Ecco chi era! Asina! Asina!

'Ma certo, Tommaso! Stavo provando a vedere se fossi attento! Visto? L'avevo detto al Dottor Valente che eri uno in gamba!' Tentai di arrampicarmi sugli specchi.

'D-davvero, signorina?' Si illuminò il poveretto con occhi sognanti.

'Certo!' Bugiarda, Chloe! 'Ora... dove eravamo?' Cercai di spostare quella conversazione imbarazzante altrove.

'Le stavo per mostrare il suo ufficio, signorina. Mi segua.'

E lo seguii silenziosa senza proferir parola. Avevo già fatto troppi danni. Mi aspettavo che l'ufficio fosse almeno un po' distante da quello del Dottor Valente, ma come volevasi dimostrarsi era proprio antecedente al suo.

'Scusami, Tommaso, l'ufficio è proprio così vicino a quello del Dottore?' Chiesi.

'C-certo, signorina Rossi. Dove si aspettava fosse l'ufficio della segretaria personale del Dottore?' Esclamò con un sorriso divertito, ma poi con occhi spaventati aggiunse: 'M-mi scusi, signorina, non era per mancarle di rispetto!'

'Ma figurati, Tommaso, fa come se fossi un'amica. Nessun problema tra di noi.' Gli sorrisi sinceramente.

'Grazie mille, signorina, ma non posso. Conosce le regole del Dottore. Niente amicizie, relazioni e...'

'...e rispettare gli altri dando del lei.' Lo interruppi continuando la sua frase. 'Lo so bene. Quindi, come desidera... signor...?'

'Uhm?' Mi guardò stranito.

'Ci dobbiamo dare del lei, giusto? Il suo cognome, Tommaso.'

'Ah... sì... certo... Giusti. Il mio cognome è Giusti.' Disse sollevato.

'Giusto, Giusti!' Esclamai divertita dal gioco di parole. 'Ora... il mio ufficio?'

'Certo, glielo mostro subito.' E con ciò aprì la porta del mio nuovo ufficio.

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora