41. VERA AMICIZIA VS FALSA AMICIZIA

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Non avrei mai pensato che uno sguardo potesse essere tanto gelido. Questa donna doveva essere veramente importante per lui, altrimenti non si sarebbe spiegata la reazione.

'Non sono affari suoi-'

'Ah no??' Urlai. 'Allora perché lei ha voluto sapere i miei di affari, eh Capo?? Io le ho aperto le porte della mia fiducia, cosa che non facevo da anni, e lei??'

'Lei non mi può fare paragoni, Rossi.'

'Che significa?? Ma si rende conto di cosa mi è costato confidarle quelle cose??' Ormai la mia voce iniziava a tradirmi e i miei occhi si riempivano di lacrime.

'Anche io le ho detto qualcosa di me, Rossi, ma ciò non vuol dire che ha il diritto di sapere tutto di me. Dopotutto, io e lei siamo semplici-'

'Non c'è bisogno che me lo ripeta, Capo. Ho capito. Siamo semplici conoscenti. Siamo un Capo e una segretaria. E ora mi aspetto, in quanto tali, che si comporta solo da Capo. Non si permetta di toccarmi più, né di pensare anche lontanamente di baciarmi, perché le prometto, Capo, che lo dirò a tutta l'azienda e passerà lei per colui che ha torto.' Gli dissi puntandogli il dito e con le lacrime che scendevano abbondanti sul mio volto.

'È questa la sua scelta? Desidera questo?' Disse con tono glaciale.

'No, Marco. Questa è la tua scelta.' Dissi con poca voce. 'Probabilmente mi hai considerato un "intrattenimento", come lo chiami tu. Fortunatamente non ci sono cascata.'

'Tu non sei stata un "intrattenimento", Chloe...' Disse spalancando gli occhi e cambiando tono di voce.

'Tanto non importa più. Io non ho bisogno di nessuno, e lei può ritornare dalla sua donna, Capo. Buona fortuna.' Feci per andarmene da sotto il suo scrutinio. Ma lui mi prese per il polso per bloccarmi.

'Chloe-'

'Ho. Detto. Non. Mi. Tocchi. Più.' Dissi fredda senza guardarlo. Mi lasciò all'istante e uscì dal mio ufficio.

Mi sedetti sulla mia sedia e tutta l'adrenalina che avevo dentro sfogò tramite fiumi di lacrime. Mi accorsi definitivamente che Valente non mi era indifferente, anzi, stava entrando pian piano nel mio cuore, lasciando già un marchio dentro di me.

~•~•~•~•~•~•~•~

Per tutti i giorni successivi lavorai come uno zombie. Mi svegliavo, andavo a lavoro, lavoravo, non salutavo nessuno e tornavo a casa dove dormivo. Un paio di volte Sarah cercò di fermarmi, ma non ci riuscì, perché scappavo da tutto e tutti. E per quanto riguarda Valente, non lo sentii né per telefono, né per e-mail, il che non mi dispiacque. Sicura Chloe? In fondo non speravi che ti dicesse qualcosa o che facesse qualcosa? Stupida coscienza.

All'ennesimo giorno di zombie, tornai a casa la sera, trovandomi Sarah fuori il mio edificio.

'Sarah?' Dissi sorpresa.

'Chloe ora mi fai entrare e mi racconti cosa sta succedendo. E non accetto un "niente" come risposta.'

'Uhm...ok.'

'Cosa?'

'Ho detto ok.'

'Così? Senza dibattere? Senza fare storie? I miracoli esistono d'altronde...' Disse con aria sognante.

'Stupida.' Risposi sorridendo. Effettivamente avevo bisogno di qualcuno, e quel qualcuno era lei.

Entrammo in casa e ci accomodammo sul divano in compagnia di patatine e aranciata.

'Allora? Che ti sta succedendo Chloe?' Disse Sarah sgranocchiando qualche patatina.

'Sto impazzendo Sarah.' Le dissi tirando un sospiro.

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora