1 - UNA SPLENDIDA GIORNATA... O FORSE NO

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NOTA AUTRICE: Questa storia potrebbe sembrare una banale storia tra un capo e una segretaria, ma scoprirete leggendo che non lo è. L'inizio alquanto cliché è stato inserito appositamente, perciò spero non vi fermiate alle apparenze. Detto ciò, spero che Chloe vi strapperà tante risate com'è successo alla stragrande maggioranza dei lettori! Buona lettura!

Driiiing  Driiiing  Driiiing

'Cavolo, è già mattina!'

Driiiing  Driiiing  Driiiing

'Sta zitta, stupida sveglia!' Ringhiai contro la sveglia che ogni mattina sembrava avercela con me. Con un movimento della mano tentai di zittirla, riuscendo solo a scaraventarla a terra e - bene bene - a romperla!

Almeno la smette di suonare...

'Altri cinque minuti, mondo...' Sussurrai all'aria, girandomi dall'altro lato del letto.

Quelli che sembravano pochi minuti dopo, riaprendo gli occhi e guardando l'orologio, con mia non evidente sorpresa segnava invece le 8:45.

'Ok, Chloe, calma, devi solo lavarti, vestirti, scendere, prendere la metro e arrivare in ufficio in soli quindici minuti...' Mormorai al mio riflesso allo specchio. 'Oddio, non ce la farò mai!'

E con ciò iniziai a sbrigarmi in una maratona in cui il più famoso corridore sarebbe stato invidioso.

9:01 - Ero fuori dal mio ufficio.

Che c'è, corridore, te l'avevo detto che saresti stato invidioso.

Di certo come avevo fatto ad arrivare in quindici minuti ancora non me lo sapevo spiegare. Merito della metro probabilmente, o qualcuno da lassú mi stava guardando impietosito. In ogni caso ero nel mio adorato ufficio, seduta sulla mia adorata sedia, dietro alla mia adorata scrivania.

Ebbene, ero la segretaria personale di Paolo Guerrera, imprenditore e proprietario di una delle case di moda piú influenti della cittá - Milano - sposato, divorziato e con una figlia, Vanessa, una delle ragazze più adorabili che io abbia mai conosciuto. Adorabilissima. Adorabilmente adorabile. Avrei tanto voluto essere adorabile come lei. Avete intuito il puro sarcasmo? Vanessa era tutt'altro che adorabile. Lei era una strega, un'arpia, un mostro. Una stregata arpia mostruosa. Ok, qui credo di aver esagerato. Ma una strega lo era sicuramente. Ventitré anni di pura stregoneria. Anche io avevo la sua stessa età, ma ero dolce e buona, docile come un agnellino e ubbidiente come un cagnolino. Mmh... forse credo di aver esagerato anche qui!

Avevo avuto quel lavoro solo dopo un colloquio conoscitivo. Semplice lavoro di segreteria: appuntamenti, bilanci, cartacce e roba varia. Probabilmente Guerrera aveva visto il mio disperato bisogno di un lavoro e la mia disperata disperazione in generale. O semplicemente Paolo Guerrera aveva capito il mio bisogno di tenermi impegnata. Quel lavoro mi permetteva di vivere nel centro di Milano, riuscire a mantenermi da sola, senza avere un'amica, una compagnia e soprattutto senza un compagno - perché non ne avevo affatto bisogno. Ma non voglio rovinare la mia giornata. Nulla può succedere. Paolo Guerrera mi aveva fatto una promessa: 'Nessuno prenderà mai la sua posizione. Non lo permetterò. Ne stia certa.'

Ti Ti Ti

Ti Ti Ti

Oh, una chiamata interna, potrebbe essere il mio Capo.

'Chloe Rossi al telefono.' Risposi al cordless.

'Signorina Rossi, appena ha finito con la corrispondenza venga nel mio ufficio. Devo discutere con lei di una cosa.' Lo sentii dire in tono preoccupato.

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora