29. LA SUITE IMPERIALE

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Ci sono delle cose che adoriamo particolarmente e che non vediamo l'ora di vederle. Questo era esattamente il mio caso. Adoravo vedere quell'espressione sul volto di Valente. Quell'espressione enigmatica. Quell'espressione che non lascia spazio a dubbi. Quell'espressione che dice: "Se potessi farti sparire, lo farei." Ah, che delizia! Soltanto che quel momento durò più del solito. Se prima usava quell'espressione per circa un minuto e mezzo, ora stavamo per sfiorare il terzo minuto. E lasciatevi dire che non è poco. Il silenzio, quando sei di fronte a Valente, è alquanto soffocante.

Mi schiarii la voce per dargli un segno, ma non ebbi l'effetto desiderato.

Guardai poi l'orologio ed effettivamente eravamo quasi a quattro minuti e lui non scollava gli occhi da me.

Decisi quindi di fare qualcosa prima che quegli occhi mi avessero bruciato.

'Capo...ehm...scusi se interrompo questo adorabile silenzio che lei ama tanto, ma mi farebbe la cortesia di spostarsi e farmi entrare?' Sorrisi innocentemente, o almeno ci provai.

Nessuna reazione.

Non un battito di ciglia.

Non una parola.

Non un cambiamento di colore sul suo viso.

Mi schiarii nuovamente la voce.

'Capo...ehm...non so perché mi sta fissando in quel modo, ma non crede sia arrivato il momento di reagire?' Il mio sorriso stava svanendo e al suo posto goccioline si sudore apparivano sulla mia fronte.

Niente.

Niente di niente.

'Ok...uh....mi faccio strada da sola allora...' tentai allora di entrare nella sua camera, ma ciò voleva dire due cose:

1. Dovevo scavalcare Valente, visto che la sua possente figura occupava tutto l'atrio della porta

2. Non sapevo come fare. Una roccia è difficile da spostare!

Mi avvicinai allora, avendo sempre quegli occhi fissi addosso che iniziavano a farmi sentire più caldo del solito - stupido corpo! - e nell'atto di spostare Valente, appoggiai la mia mano sul suo petto e feci pressione per spostarlo, ma lasciatevi dire che fu come tentare di spostare una montagna. Il suo torace era roccia. E in quanto roccia, il suo peso era ben rilevante. Fatto sta che non lo spostai nemmeno di un millimetro. Provai e riprovai anche con due mani, ma niente. Aumentò solo il mio senso di calore. Toccare Valente ha i suoi effetti. Infine sospirai. Era tutto inutile.

'Uhm...va bene Capo...uhm...scusi il disturbo...' feci, e mi voltai per andarmene.

Una mano, la sua visto che eravamo solo io e lui, mi prese per il polso e mi fece voltare.

'Venga dentro.' Disse, portandomi con se nella sua stanza, o meglio, nella sua Suite Imperiale.

Era proprio come me l'aspettavo: enorme, lussuosa e - udite udite! - color oro! Sì, all'ingresso c'era una specie di salotto, con divano e poltrone. Poi si intravedeva la camera da letto sulla destra e qualcosa come un bagno alla sinistra. Ma il tutto non era niente in confronto al profumo che c'era nella stanza. E no. Non era il profumo dell'hotel. Lo conoscevo bene quel profumo. Era il profumo di Marco Valente.

Chiuse la porta dietro di sé e attesi al centro della grande stanza. Mi mantenni le mani perché non sapevo che fare. Ero venuta coraggiosa ed ora che ero lì tutta la mia spavalderia mi era passata. E a ragione. In fondo ero in una suite con uno degli uomini più belli che esistano. Ero in una suite, sola, con Valente. Bello, affascinante, milionario e con curiosi metodi di "intrattenimento". Ma a cosa stai pensando Chloe?! Lui è il tuo Capo!!

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora