11. "SARAH-VALENTE" PARTE 1

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Serietà.

Fino a quel giorno avevo un concetto tutto mio di serietà, ma da quel giorno dovetti imparare il concetto di Valente.

'Allora, dove eravamo, Rossi?' Chiese guardando il muro dietro di me ancora in quella posizione per niente confortevole.

'Lei stava per spieg-'

'Ah sì. Serietà.' Mi interruppe guadagnandosi uno dei miei sguardi poco amichevoli per poi ritornare a guardarmi negli occhi. 'Secondo lei una persona è seria quando non rispetta gli orari lavorativi?'

'Uhm... direi di no.'

'Non usi il condizionale, Rossi. "Direi" non è la giusta parola da usare. La risposta è "no".' Sottolineò con la disinvoltura di uno che avrebbe voluto essere preso a schiaffi. Tratteniti, Chloe. 'Ora, Rossi, mi dica: lei rispetta gli orari?'

'Certo che sì, Capo. Arrivo puntuale tutte le mattine, e quando è finita la pausa pranzo sono in ufficio anche dieci minuti prima dell'inizio del turno pomeridiano.' Risposi sicura di me con la consapevolezza che traspariva dal mio viso.

'Su questo non ci piove, Rossi. Controllo tutti i suoi orari e conosco tutti i suoi spostamenti.' Cosa?! Davvero mi controlla in questo modo?! È uno stalker?! 'E prima che faccia frullare strane idee per la mente iniziando a pensare che io sia una sorta di stalker, riposi tranquilla. Non lo sono e non ci tengo a esserlo.' Allora legge nella mente!!! Sapevo che avesse poteri soprannaturali! 'E non so neanche leggere nella mente o avere poteri soprannaturali, se è quello a cui sta pensando in questo momento.'

Ok, Chloe. Calma e fingi che non lo stavi affatto pensando. Ma prima che potessi fingere, le parole uscirono dalla mia bocca.

'Come faceva a saperlo?' I miei occhi erano sgranati dalla sorpresa.

'Glielo si legge in faccia. Lei è alquanto, come dire, trasparente, come se fosse un libro aperto.'

'Cosa vorrebbe insinuare con questo, che sono così inutile da diventare invisibile ai suoi occhi?' Ero sinceramente offesa. Ero trasparente per lui? Come se la mia presenza non facesse differenza?

'Niente di tutto ciò, Rossi.' Rispose sempre con una calma incredibile. 'Intendevo che lei sembra diversa dalle altre.'

'Ehi, non si permetta di dire che sono peggio delle altre perché questa gliela faccio ingoiare a modo mio!' Gli puntai un dito in volto. Lo vidi trattenersi dal roteare gli occhi.

'Ritornando alla serietà...'

'E non cambi argomento!'

'Può definirsi serietà il fatto che dopo aver svolto un lavoro fuori dall'ufficio, lei si metta a perdere tempo altrove dimenticando di ritornare alle sue mansioni?' Ritornò serio.

'Uhm... forse... no?'

'Non "forse ", Rossi. La risposta è "no". Perciò, tra me e lei chi è più serio?'

'Lei non può dirmi queste cose! Se non mi ha neanche ringraziato per aver concluso l'affare del secolo con Cavalli! E per di più non mi ha rivolto la parola per una settimana intera! Una settimana, è... è incredibile!' Sbottai su tutte le furie.

Si avvicinò ancora più pericolosamente al punto che tra i nostri volti non passava che un centimetro. Prova a respirare piano, Chloe...

'Era ciò che stavo per fare quando la scorsa settimana le inviai quella mail alle 11:07.' Ricorda ancora l'ora! 'E poi lei è arrivata con quel ritardo assurdo perdendo l'opportunità. Glielo si deve pure far capire in qualche modo che ha sbagliato e, guardi, credo che una settimana sia pure poca. Dovrei darle un'altro tipo di punizione.' Mi disse passando in attenta rassegna prima i miei occhi e poi le mie labbra. Chloe, ripeto, respira.

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora