3. UN CALOROSO INCONTRO

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Mi avviai con strana disinvoltura verso l'ascensore fingendo nella mia mente di trovarmi ancora nel mio precedente impiego.

Non succederà nulla. Non succederà nulla. No! Chloe, non lo devi piú dire! Porta male!

Mentre attendevo l'ascensore mi resi conto di un paio di cose:

1. Non avevo la minima idea di quale fosse il piano dell'edificio che dovevo raggiungere;

2. Non sapevo, una volta arrivata al piano sconosciuto, qual era la porta da bussare.

Bene, Chloe. Come farti riconoscere anche qui.

Tornai indietro verso la reception guadagnando uno sguardo per nulla benevolo da parte di Testa Pelata n°2, o signor Coso. Com'era in realtà che si chiamava? De Santis, De Stefanis, De Luca, De...

'Signorina Rossi? Ha già terminato? Suppongo il colloquio non sia andato a buon fine. Ritenti, forse sarà piú fortunata. Buone cose. A non rivederci!' Mi congedò De Stupidis - quello era il suo nome! - facendo un gesto dismissivo con la mano.

'Lei è molto simpatico, signor Coso...' Feci per dire.

'De Sica.' Mi corresse offeso. Ah, ecco come si chiamava!

'Sì, signor De Santis-'

'De Sica, le ripeto.' Mi interruppe sull'orlo di una crisi isterica.

'Certo, certo, come desidera! Non c'è bisogno di puntualizzare ogni volta! Comunque, potrebbe essere così gentile da indicarmi il piano desiderato? Perché prima ha omesso di dirmelo...'

'Ah, che sfortuna. Pensavo avesse già terminato... Piano trentadue. Seconda porta a destra. Buona... ehm...' Fece per dire per poi bloccarsi di colpo. Sorrisi maliziosa.

'Vada, De Stefanis, lo può dire, non le farà male...'

'Buona Fortuna!' Sbottò arrabbiato. 'E sono De Sica. D-E S-I-C-A!'

'Ehi, ehi...' Alzai le mani in segno di resa. 'Si prenda una camomilla, De Luca.' E andai via lasciandolo fumante. Non è colpa mia se non ricordo i nomi...

Mi riavviai verso l'ascensore, in uno strano senso di deja-vu, e stavolta vi entrai con la consapevolezza di dirigermi al piano trentadue. Mentre le porte si stavano per chiudere, sentii una persona urlare al di là di esse.

'Signorina! Solo un attimo! Devo entrare in ascensore! Blocchi le porte! Signor...' Fece per dire, ma le porte si richiusero prima che potesse terminare la sua frase. Pazienza. Con un'alzata di spalle attesi l'arrivo dell'ascensore al piano desiderato. Chissà cosa mi attendeva. Mi iniziarono a tremare un po' le gambe. Forse non c'era nulla da temere in quel Marco Valente. In fondo cosa poteva fare? Sgridarmi o farmi lavorare fuori orario come punizione? Ok, non è che stavamo a scuola, ma comunque una remota possibilità c'era.

Piano 15.

L'ascensore si arrestò e all'apertura entrò un ragazzo, forse della mia età, con sguardo basso e blaterando un timido 'Buongiorno' sotto i baffi - non che ne avesse letteralmente.

'Buongiorno! Piacere, Chloe Rossi! E tu sei?' Gli chiesi mentre l'ascensore ripartiva.

'T-Tommaso, signorina Rossi.' Disse stringendomi la mano con lo sguardo rivolto verso il basso.

'Niente formalità, Tommaso, te ne prego. Lavori qui?'

'S-sì, signorina.' Cosa non ha capito della richiesta "Niente formalità"? 'E lei?'

'Sono qui per un colloquio col Dottor Valente.' Risposi sorridente.

'Ah.' Esclamò guardandomi finalmente negli occhi sbigottito.

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora