19. VERITÀ E... PERPLESSITÀ

22.2K 850 148
                                    

Capita, a volte, che se ricevi una notizia strana, scioccante, triste o gioiosa, il tempo sembra fermarsi per un istante. Un istante che probabilmente ti serve per realizzare l'accaduto o semplicemente per controllare che il tuo cuore batti ancora. Ma è un semplice istante, questione di secondi che ti sembrano un'eternità. Questa è la normalità della situazione. Ma non nel mio caso.

Io ho mentito... Quella non è la verità... Ho raccontato una bugia a Rossi...

Quelle parole mi avevano scosso, creando l'occasione in cui il tempo sembra fermarsi. Volevo realizzare e capire. Il cuore mi batteva forte e le lacrime si erano fermate. Soltanto che quell'istante che sembra un'eternità, non lo sembrava affatto. Lo era. Un'eternità. Perché il tempo si era fermato sul serio. Fidatevi. Quando c'è Valente che fa una delle sue pause, e soprattutto quelle pause riflessive, beh gli attimi durano sul serio un'eternità.

Probabilmente stava cercando anche lui di capire. O probabilmente stava guardando Luca che giaceva a terra insanguinato. Fatto sta che si sentivano solo i nostri respiri e quello di Luca che era alquanto affannato. Chissà perché.

Dopo quei famosi innumerevoli attimi eterni, qualcuno decise infine di parlare. Indovinate chi.

'Sto aspettando.'

Luca lo guardò dal basso, come per chiedere pietà.

'Ho mentito. Non è vero.' Disse abbassando lo sguardo e sedendosi a terra.

'Questo ci era alquanto chiaro Romano.'

'Ecco.' Rispose lui.

'Su cosa ha mentito? Perché a quanto mi sembra, Rossi si è realmente trovata a casa sua, seminuda e nella sua camera da letto. Ora qual è la spiegazione?'

'Non sono andato a letto con lei. Non l'ho toccata. Non l'ho neanche guardata quando l'ho aiutata a togliersi i suoi vestiti che erano sporchi per il fatto di aver vomitato lungo il tragitto. L'ho fatta stare in camera mia perché aveva bisogno di riposare. Ecco. Questa è la verità.' Disse lui con poca voce.

Non sapevo a cosa pensare. Ero scioccata. Tutta la sofferenza emotiva passata nei giorni passati era stata inutile. Avevo pianto, sofferto per nulla. Anzi, non per nulla. Per un capriccio. Perché qualcuno aveva deciso al posto mio le mie emozioni. Qualcuno aveva scelto che era divertente farmi soffrire. Eh no caro Luca. Questa non la passi liscia. Non dopo il mio passato e non dopo una cosa del genere. Decisi allora di intervenire.

'Ma cosa diavolo ti è preso eh?? Ma ti rendi conto di ciò che hai provocato dentro di me?? Ti rendi conto di quante notti insonni per colpa tua?? Di cosa hai risvegliato dentro di me?? No, non te ne rendi conto, anzi hai deciso di giocare coi miei sentimenti. Bravo Luca per averlo fatto.' Dissi di nuovo in lacrime. Lacrime che sembravano stupide, ma che avevano un significato profondo per me.

'Stai esagerando.' Furono le sue uniche parole.

'Tu non sai Luca. Tu non sai. Altrimenti non mi giudicheresti.' Lo guardai dritto negli occhi. Lui ricambiò lo sguardo.

'Motivazioni Romano.' Intervenne Valente con la sua solita loquacità.

'Vuole le motivazioni Valente? Gliele do e credo che una parte di esse non le piacerà.' Fece una pausa. Poi: 'A me piace questa donna. Mi piace alla follia. La sogno ogni notte, sogno di fare l'amore con lei, sogno di baciarla. Scelsi di assecondare la sua richiesta di andare al pub perché sapevo la motivazione per cui voleva svagarsi. E vuole sapere qual è Valente?' Oh no. Le cose si mettono di nuovo male. Non penserà mica di dirlo? Decisi di nuovo di intervenire.

'No! Non dirlo! Ti prego Luca.' Gli dissi.

'Rossi devo sapere tutto. Stia zitta.' Rispose Valente. Ma come si perm-

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora