13. QUESTA SONO IO

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È bello quando la domenica mattina ci si sveglia presto per andare al parco a fare jogging. Quella corsetta in tutta tranquillità mette in forze - lo so che sembra strano ma è proprio così! - e fa sì che le energie durino per giorni.

Ora, una cosa è la corsetta tranquilla della domenica mattina, con la natura che vi circonda e i famosi uccellini che cantano, e un'altra cosa è la corsa di un mercoledì mattina alle dieci, compiuta in discesa dal trentaduesimo piano di un grattacielo, scendendo a piedi tutte le scale perché l'ascensore è - ovviamente- in manutenzione, e per di più con la consapevolezza che un certo "Marco Valente", conosciuto per la sua straordinaria pazienza ed empatia e per essere Mister "non-aspetto-nessuno-e-mai-lo-aspetterò", vi sta aspettando da ben dieci minuti. Risultato? Altro che energie ritrovate, avevo bisogno di un pronto soccorso e di una mascherina per l'ossigeno! E - sorpresa delle sorprese! - Valente non era proprio il quadro della pazienza quando lo incontrai all'ingresso, no, i suoi occhi trasparivano altro e non mi va di raccontarvi cosa. Immaginatelo da voi. Non dovrebbe essere difficile d'altronde.

'Ffff... ffff...' Riuscivo a malapena a respirare.

Silenzio e sguardo assassino.

'Ffff... ffff...' Continuavo a respirare a fatica con una mano sul petto.

Silenzio e sguardo ancora più assassino.

'Uhm... ffff... C-capo... ffff... m-mi...' Le parole mi uscivano a fatica.

Silenzio e sguardo ancora più assassino di uno sguardo assassino.

'Uhm... m-mi... ffff... s-scusi...' Stavo per riprendere fiato finalmente.

Indovinate? Silenzio!

Quando ripresi tutto il fiato e mi accorsi che stavamo ancora lì mentre lo sguardo di Valente cercava di incenerirmi invano, presi di nuovo la parola.

'Uhm... Capo? Stiamo aspettando qualcun altro?'

Valente inclinò leggermente la testa da un lato come per dire: "Hai il coraggio di chiedermelo?". Sì! Finalmente una reazione! Anche se non era la reazione desiderata visto che dalla sua bocca non uscì parola.

'Uhm...' Ah, ecco! Ho capito perché non sta parlando! 'Capo? Forse non sono vestita appropriatamente? Perché se può aspettare altri cinque minuti vado su a sistemarmi!' E mi voltai per rientrare in azienda. Una mano afferrò il mio polso e mi bloccò all'istante.

'Non. Si. Muova. Di. Qui.' Disse Valente scandendo ogni parola mentre mi voltai a guardarlo negli occhi.

'Uhm... allora cosa c'è che non va?' Ebbi il coraggio di chiedere, anche se un'idea ce l'avevo eccome. Solo che finsi di non capire.

'Ha il coraggio di chiedermelo?' Chiese infine col la solita calma apparente. , Chloe! Hai indovinato cosa gli passava per la mente! Dopotutto non è solo lui ad avere poteri speciali!

'Uhm... sì?' Tentai. E Valente mi trascinò sempre stretta per il polso in un vicoletto dietro all'edificio dove sembrava non passare nessuno. Nessuno. Eravamo io e lui. Da soli. E il momento avrebbe potuto anche essere definito romantico se la povera me non avesse fatto un altro dei suoi guai. A quel punto il momento da romantico diventò senza dubbio tragico.

Il suo viso si avvicinò pericolosamente al mio mentre mi vidi bloccare per entrambi i polsi. Eh sì, Chloe. Intrappolata in questo modo per la terza volta. La tua vita è eccitante...

'Mi ascolti bene, Rossi, e non faccia la finta tonta perché so molto bene che le sue orecchie funzionano.' E il suo tono diventò molto molto serio. 'A che gioco sta giocando? Mi risponda seriamente altrimenti sarò costretto a prendere una scelta che non le piacerà.'

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora