9. CONSOLAZIONE DI UN'AMICA...O NO?

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'Rossi, lei... lei... è un genio!' Esclamò Luca Romano non appena mi mi venne incontro. Lo so, Romano, lo so.

'E per cosa, se posso chiederglielo?' Finsi di non sapere il perché sbattendo le palpebre ripetutamente.

'Per l'acquirente che-' E si bloccò improvvisamente. 'Rossi, dica la verità, sta usando la sua finta modestia per farsi dire che è solo grazie a lei che Cavalli ha deciso di acquistare quell'automobile.' Mi guardò con fare indagatore. Sei così scontata, Chloe? Sì, lo sei.

'Ma non mi permetterei mai, Romano. Una ragazza umile come me non potrebbe mai prendersi tutti i meriti di un lavoro.' E misi una mano sul cuore come per essere offesa.

'Rossi?'

'Sì, Romano?'

'Giù la maschera.' Mi sorrise malizioso.

'Bene, Romano, se proprio ci tiene... Sono un genio! Sì!' E iniziai a saltellare dalla gioia. 'Se non fosse stato per me...! Sì!'

'Rossi, la smette per favore?' Disse Romano ridendo di me. Oh, quella risata...

'Ha capito che se-' E in quel momento vidi Sarah passare con le mani sul volto come se stesse ancora piangendo. Mi freddai.

'Ma quella è-?' Fece per dire Thor.

'Sì.' Ritornai seria. 'Ci si vede, Romano.' E lo congedai per correre da Sarah.

Cercai Sarah per i corridoi dei vari piani ma invano. Questi dannati corridoi infiniti e bianchi... Sembra un labirinto! La cercavo e pensavo a cosa le fosse potuto accadere. Sarah Bianchi era l'unica consulente di sesso femminile dell'azienda ed era quella di maggior successo. Non appena arrivava un cliente milionario, lei aveva l'abilità perfetta per convincerlo ad acquistare un modello di automobile. Anche perché tramite questi si formava una rete di altri acquirenti altrettanto milionari e quindi il fatturato dell'azienda aumentava a dismisura, tutto in gran parte grazie alle doti di Sarah. La cosa che non mi riuscivo a spiegare era che piangere solamente del fatto che a un cliente non si era a genio sembrava strano. Poteva accadere di non piacere a qualcuno (a parte me visto che piacevo a tutti). Qualcosa di certo non andava e io volevo sapere perché. E se fosse stata sgridata solo per quel futile motivo e per di più con i toni poco gentili di Valente, beh, quest'ultimo se la sarebbe dovuta vedere con la sottoscritta. Non si scherza coi miei amici.

Arrivata oramai di nuovo al piano terra tentai l'ultima carta, ossia i bagni. Avvicinandomi a quello delle donne sentii qualcuno piangere al loro interno. Bussai cauta.

'Sarah?'

Nessuna risposta.

'Sarah, so che sei lì. Posso entrare?' Tentai di nuovo e stavolta un click mi fece capire che potevo.

Entrando trovai appoggiata al lavabo la povera Sarah col mascara sciolto su tutta la faccia a causa alle lacrime.

'Uhm... ti va di parlarne?' Provai il primo approccio.

'Non so.' Rispose asciugandosi le lacrime con un fazzoletto oramai irriconoscibile.

'Sai... uhm... non sono molto brava in questa cosa dell'amicizia, perciò se credi che parlarne ti possa fare bene, beh... mi risparmi l'imbarazzo di non sapere cosa fare...' Le spiegai cercando di sdrammatizzare il momento.

Lei fece una risatina.

'Sai, Chloe, sai sempre come farmi ridere. Ti ringrazio.'

'Uhm... direi... non c'è di che.'

'Davvero. E forse sì, parlarne mi farà bene.' Fece un profondo respiro prima di continuare. 'Sai, questa non è la prima volta che un cliente rifiuta una mia consulenza. Forse sono stanca. Forse mi piacerebbe cambiare mansione. Sono diventata monotona e le persone non si sentono invogliate a procedere con l'acquisto.'

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora