34. "THE KING"

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Cinque anni di continui incubi notturni.

Quasi ogni notte arrivavano.

E mi facevano rivivere vividamente tutto ciò che mi era successo la notte del mio diciottesimo compleanno.

Ogni volta mi ritrovavo da sola nel mio letto in preda al panico e alla disperazione. Il sudore freddo come la morte era su tutto il mio corpo. E la cosa più triste era il ritrovarsi continuamente sola, senza nessuno che ti diceva: andrà bene.

Quella notte nella Suite Imperiale a Montecarlo non fu da meno. L'incubo ritornò, e stavolta più reale di prima. L'incubo in cui c'era "lui". E anche quella notte lottavo nel sonno desiderando di volermi svegliare, ma più volevo farlo, più l'incubo peggiorava. E la cosa più triste era che quelle erano cose vere, cose che avevo realmente provato sulla mia pelle, e quegli incubi me lo ricordavano continuamente. Volevo svegliarmi, volevo farlo, ma qualcosa mi teneva catapultata lì in quell'incubo, finché sentii chiamare il mio nome da una voce lontana, ma familiare.

'Chloe??' Volevo raggiungere quella voce e dirgli: salvami!

'Chloe??' Sono qui! Ti prego aiutami!

'Chloe, svegliati!!' Voglio farlo, ma non ci riesco!

Sentii poi qualcuno che mi prese per le spalle e mi scosse forte, al punto che ripresi conoscenza e aprii gli occhi. Ero sveglia finalmente. Il volto che mi ritrovai davanti, però, sembrava più pallido del mio lenzuolo.

'C-capo?' Chiesi tra un respiro affannato e l'altro. Ero sudata, respiravo a fatica e avevo le lacrime che scendevano a fiumi sul mio viso.

'Rossi...sta...sta bene?' Mi chiese come per paura di farlo.

'Sto...sto bene Capo...' Abbassai lo sguardo per non farmi vedere in quello stato. Mi sentivo esposta. Nessuno mai mi aveva vista dopo un incubo. Probabilmente ero io stessa un incubo.

'Quindi mi vuole dire, Rossi, che dopo tutte quelle urla, pianti e disperazione, lei sta bene?' Chiese incredulo tenendomi ancora per le spalle.

'La prego Capo...' Dissi ormai piangendo a dirotto. Singhiozzavo. Lo ammetto. E mi vergognavo da morire.

In un attimo mi ritrovai in un abbraccio. Un abbraccio caldo, rassicurante, confortante.

'Andrà tutto bene, Chloe...' E un po' per la sorpresa e un po' per la gioia, il mio pianto aumentò, perché finalmente c'era qualcuno che ci teneva, almeno in quel momento. E pensai anche a come avevo fatto per tutti questi anni a svegliarmi e trovarmi da sola, perché dopo questo non sapevo più come avrei fatto a starne senza. Avrei dovuto ingaggiarlo per tutte le notti, perché mi faceva stare tanto bene, al punto da ricambiare il suo abbraccio. La sua mano mi accarezzava i capelli, in maniera dolce.

'Grazie Marco...' Gli dissi col mio viso nel suo petto. Perché questo qua era Marco. Il mio Capo non l'avrebbe mai fatto, ma la sua persona interiore sì. Lo sentii irrigidirsi e poi stringermi ancora di più.

Una cosa però mi era sfuggita: lui era a petto nudo. Sì. Me ne ero appena accorta. Il mio viso diventò rosso peperone, ma lui non poteva saperlo visto che ero circondata dal suo abbraccio. Dopo un po' ci separammo. Il suo sguardo fisso sul mio. Girai lo sguardo.

'Scegline uno.' Disse improvvisamente.

'Uhm?' Tornai a guardarlo.

'Scegli un tatuaggio e ti spiegherò che significa.' Questo era totalmente inaspettato. Avevo sentito bene? Mi voleva spiegare qualcosa di suo?

'Non preocc-'

'Insisto.'

'Uhm...ok...uhm...questo.' Appoggiai la mano sul suo tatuaggio più grande che aveva sul petto. Quello con scritto "THE KING".

My Boss - Il Mio Capo ✔ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora