«Ti sei vestito da schifo!» esclamò.

«Ma come ti permetti?» si guardò il signor Wonka.

«Dobbiamo partire per le vacanze, non andare a lavoro!»

«Sì be'... io sto comodo.»

«Ma fammi il piacere!»

Theresa lanciò al cioccolatiere un pantalone sottile nero con camicia bianca. Inoltre, gli sequestrò la tuba, perché proprio non ne aveva bisogno. Anzi, gli sollevò il ciuffo corto all'insù e sorrise vedendolo piacersi mentre si specchiava.

«Borbottona, non dovresti parlare!» esclamò egli scherzosamente.

Divertita, Theresa finì di prepararsi: indossava uno shorts di jeans blu scuro con canottiera bianca. Legò i capelli dorati in un'alta coda e colorò il suo viso con del trucco leggero; una spruzzatina di profumo e via, era pronta a mettersi in viaggio.

Il cioccolatiere si assicurò di attivare l'allarme dopo aver chiuso la porta a chiave. Poi presero le valigie e uscirono dal condominio per andare all'aeroporto, là dove avrebbero preso il volo verso l'Italia.

Decisero di andare a piedi all'aeroporto perché non era così distante. Il signor Wonka non aveva scelto un viaggio diretto, ma uno a più tappe per godersi meglio l'Italia e le sue meraviglie. Ma qualcosa andò storto, come ad esempio il manico della sua valigia che si ruppe per strada.

«Lei è proprio buffo» rise Theresa.

«Ma non ho fatto niente!» si giustificò egli, sistemando la valigia.

Theresa lo trovava adorabile quando escogitava un modo geniale per sistemare le cose. Al che si apprestò a seguirlo all'altro lato della strada, imboccando uno svincolo a destra sino ad arrivare a metà percorso verso l'aeroporto.

Ma ehi, la valigia era difettosa e per quanto si fosse impegnato, il cioccolatiere fallì nella sua incombenza e si ritrovò ancora una volta con il manico tra le mani.

«Per mille cioccolatini ripieni di caramello!» esclamò.

«Non c'è niente da fare: sei proprio un testardo, signor Wonka» disse Theresa.

Lo convinse a comprare una nuova valigia una volta arrivati in Italia, per ora trovarono il modo di alleggerirla spostando alcune cose in quella della ragazza.

Fatti tutti i controlli e pronti al decollo, il cioccolatiere e la sua amata sedettero ai loro posti con la cintura allacciata.

Theresa, per l'ansia, gli strinse forte la mano; dal canto suo, il cioccolatiere fece in modo di tranquillizzarla e quando la sensazione di vuoto scomparve dallo stomaco e l'aereo rimase sospeso in aria, ella poté trarre un sospiro di sollievo.

Le hostess si rivelarono gentili e a disposizione per tutto quanto il viaggio e, finalmente, dopo lunghe ore sospesi in aria, l'aereo atterrò nell'aeroporto di Salerno: erano giunti in Italia.

Passeggiarono un po' per le strade della città, scattando foto e ammirando le ampie vetrine dei negozi. Oltrepassarono la grande piazza vicino alla stazione e imboccarono la strada spianata dinanzi a loro, scorgendo il meraviglioso mare.

Fecero una breve passeggiata sul porto, ammirando le barche da pesca e le onde del mare che si infrangevano sugli scogli, ma ben presto dovettero entrare in stazione, perché il loro treno sarebbe arrivato a momenti, o almeno era quello che credevano.

Il cioccolatiere e la sua amata trovarono posto sulla prima panchina libera, quella vicina alle scale del sottopassaggio tra il binario tre e quattro.

Il tabellone con gli orari annunciò che il loro treno sarebbe giunto in stazione al binario quattro intorno alle 11:29, esattamente come diceva il biglietto.

«Ma sono appena le 09:30!» esclamò Theresa, che aveva perso la cognizione del tempo.

«Be', direi che possiamo goderci meglio il mare. Che dici?» le sorrise il cioccolatiere.

Theresa sorrise solidale, gli prese la mano e uscirono ancora una volta dalla stazione.

Progressi abito Cenerentola

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Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora