Capitolo 3

100 8 0
                                    

- Come puoi dirlo? Che prove hai che sia così? - chiese.

- Da come ti guarda. Non lo vedi? Quando ti sta vicino, ti guarda con così tanto amore. - come fa a dire queste sciocchezze?, pensò ancora.

- Mamma, non siamo in una fiaba. Non esiste il principe azzurro o l'uomo perfetto che ti guarda in quel modo e che ti salva. James è soltanto un amico. - sostenne Alice.

- Non è solo un amico. Forse per te, ma per lui no. - affermò sicura.

- È impossibile. Non mi dà del tu. Non mi chiama con il mio nome. In mia presenza, è sempre così serio. Questi sono atteggiamenti da persona innamorata? No. E lo sai il perché non lo sono? PERCHÉ SIAMO SOLO A-M-I-C-I. - sbottò infuriata. Non poteva sopportare ancora i discorsi di sua madre. Discorsi senza capo né coda. Alice, però, aveva dimenticato che James, dall'ultima sua sfuriata di pochissimo tempo prima, l'aveva iniziata a chiamare per nome.

Dopo la sua sfuriata, la cena si concluse nel silenzio.

Quando stavano per andarsene, entrò James.

- Devo dare una notizia importante ad entrambe. - sembrava ancor più serio del solito, o così sembrava ad Alice, che non ne sapeva la ragione, ma James stava per dare una notizia delicata, notizia che avrebbe influenzato la vita di Alice. James neanche sapeva quanto importante fosse la notizia che stava per dare.

- Continua. - il tono di Alice non sembrava proprio cortese, ma in quel momento era solo arrabbiata e voleva andarsene nella sua cabina.

- Si... Ecco... Vi volevo informare... - continuò con fare impacciato, sicuramente impaurito dal tono di Alice, che, da come si sapeva, utilizzava solo quando era infuriata.

- Che devi dirci? - chiese cortese sua madre.

- Lady Kingsleight e Alice, - parlò lui. La madre guardò la figlia, perché James aveva chiamato Alice con il suo nome e non con comandante. Alice, durante la discussione, aveva completamente dimenticato il discorso fatto a James. Alice si limitò a ignorare il suo sguardo e a posare la sua attenzione a James.

- Continua. - ripeté Alice, più calma.

- Vi volevo avvertire che stiamo per arrivare a Londra. - le informò James.

Non ci poteva credere. Sarebbe dovuta tornare in quella città ancor prima di essere pronta. Come avrebbe fatto? Non è che non sapesse che dovesse tornare a Londra, ma non così. Forse non era ancora pronta. Doveva sapere quanto. Doveva saperlo per essere pronta: per prepararsi.

- Quando arriveremo? - chiese Alice calma.

- Domattina. - risponde James semplicemente.

- Appena arrivati a destinazione, chiamaci. - avvisò lei impassibile. Non poteva cambiare del tutto la sua calma solo con una parola, perché sua madre e James avrebbero capito che qualcosa non va con Londra per Alice, sua madre potrebbe sentirsi anche in colpa di farla tornare lì. Preferiva farla credere di essere triste per il motivo della madre che per il vero motivo.

James si congedò e restarono solo madre e figlia.
Dopo minuti di silenzio, Alice salutò sua madre e andò nella sua cabina.

Lo sapeva che sarebbe dovuta tornare a Londra, ma non se lo aspettava così presto. Immaginava di avere ancora qualche settimana per prepararsi o anche solo qualche giorno.
Aveva solo tutta la serata, ma a che scopo prepararsi quando sapeva che non ci sarebbe riuscita?
Il suo baule era sempre pronto, per essere preparati già arrivato a destinazione. Mai disfatto.

Alice Ritorno Nel Paese Delle Meraviglie (IN PAUSA)Where stories live. Discover now