63.

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Stringo le ginocchia al petto lasciando che le lacrime accompagnino il mio dolore, seduto sul marciapiede di fronte a quella casa tanto perfetta quanto incasinata.
Come sono arrivato a questo punto? Come sono diventato così?
Quando la verità ti piomba addosso e più doloroso di quanto ci si aspetti, e spesso non si riesce a reggere ciò che si pensava di poter sopportare.
E le sento quelle piccole braccia che mi stringono accompagnate dal sottofondo di singhiozzi trattenuti.
«Scusami..»
«Scusami tu» le afferro una mano e la trascino di fronte a me, facendola sedere sulle mie gambe.
«Mi dispiace tanto, Marissa» mi sento così in colpa..mi sembra di starle facendo lo stesso torto che è stato fatto a me. Non vorrei rifiutarla ma..non ci riesco.
Non faccio in tempo ad aprire bocca. Lei sa già tutto. «Non importa. È giusto che tu viva la tua vita,e io vivrò la mia. Addio, Ethan» le lacrime le accarezzano il collo.
Accosto la fronte alla sua e le stampo un bacio sulle labbra. «Arrivederci» le sorrido, abbracciandola.

Ho bisogno di riflettere e di capire. Ma c'è un solo posto dove riesco a farlo per davvero..
La pista sta per chiudere, ed aspetto solo quel momento.
La proprietaria mi conosce e mi ha spesso lasciato del tempo per pattinare da solo dopo la chiusura.
Non salgo su un paio di pattini da talmente tanto tempo che mi sembra di aver dimenticato ogni cosa..ma quando compio i primi passi a tempo di musica ho la sensazione di essere tornato dentro ad un mondo dove nulla esiste più, dove posso volare ed essere me stesso. E riflettere per poi liberare la mente da tutto.
Pensare che ogni gesto compiuto da Shane era una messa in scena, finalizzato solo a portarmi a letto e poi piantarmi mi ha fatto sentire uno stupido, ed è questo a cui non riesco a dare una ragione. Il probelema è che non è lui che non riesco a perdonare. Sono io. Sono arrabbiato con me stesso per essermi fatto ingannare con tanta facilitá.
Ora pattino più velocemente seguendo il pianoforte della musica di sottofondo, tento un salto nonostante il mancato allenamento e, rischiando di cadere, riesco ad atterrare senza finire in terra. Pian piano mi faccio prendere la mano e i salti aumentano e con loro la difficoltá. Mi sento come se mi fossi rotto una gamba e stessi riprendendo a camminare dopo mesi su una sedia a rotelle.
Oh, Shane, se solo riuscissi a perdonare me stesso per essere un tale casino.
La musica rallenta e il mio corpo si muove solo seguendola. Sono in un altro mondo, qui nulla esiste più.
Eseguo gli ultimi passi e concludo con una trottola, completamente trascinato dal piano..faccio un ultimo giro di pista e mi fermo al centro con le braccia tese all'indietro e la testa verso l'alto, gli occhi si chiudono ed insieme ad essi cessa la musica.
Respiro affannosamente. È stato faticoso ma non mi è pesato. Ho scaricato tutte le energie positivamente e ho aperto gli occhi sul mondo e su me stesso.
Ho perdonato Shane, posso perdonare anche me stesso.
Come la musica riprende sento un calore invadermi lo stomaco e vengo stretto tra le uniche braccia che riescono a farmi davvero vivere di nuovo.
Perchè si, ora mi sento vivo.
Mi volto verso di lui e poso le mani sulle sue spalle.
Il respiro ancora pesante.
Lui mi stringe i fianchi.
«Non voglio stare senza te..mai più» respiro a fatica e le parole escono con un soffio dalle mie labbra.
Ansimo ancora, mentre guardo dritto nei suoi occhi.
C'è un'intesa che in qualche modo c'è sempre stata.
Le mie labbra, come fossero state chiamate, si posano sulle sue, e stringo le braccia introno al suo collo.
Questo si che è un posto migliore.
Questa sì che è vita..

If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Where stories live. Discover now