80. Torn

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Mi fa male dappertutto, e non riesco a muovermi. Sento freddo ma sono sudato fradicio. Ma cosa sta succedendo? La testa mi pulsa, e sento un bruciore sul collo. Con non poca fatica apro gli occhi, e mi ritrovo in una stanza semibuia, senza mobili né finestre, con solamente un tavolo d'acciaio alla mia destra, e una porta di metallo di fronte a me. Ma dove cavolo sono? Cerco di muovermi, ma non ci riesco. Ed è a quel punto che mi accorgo di essere appeso per le braccia al soffitto. I miei polsi sono legati con delle catene ancorate al soffitto, e ho delle manette alle caviglie. Ok, ora sono spaventato. Cosa succede? Come ho fatto ad arrivare qui?

Un flashback mi invade la mente, e mi rivedo camminare sotto la pioggia al buio. E poi ricordo: il metallo freddo sul collo, la scossa che mi pervade, il mio corpo disteso sul marciapiede, due scarpe scure e poi il buio più totale.

Qualcuno mi ha stordito con un teaser e mi ha rapito. Ma perché? Chi è questa gente? Cosa vogliono da me? Dove mi trovo di preciso? Sono ancora a Los Angeles?

Ma poi un pensiero terribile mi invade la mente. E se avessero preso anche Jay? E se le avessero fatto del male? Oddio, e se in questo momento la stessero torturando in qualche stanza di questo posto schifoso? Devo assolutamente scoprire se anche lei è qui. Non mi importa di tutto il resto, voglio solo sapere se lei sta bene.

Senfo dei passi oltre la porta, e il mio cuore comincia a battere all'impazzata. Non posso dire di non essere spaventato, dietro quella porta potrebbero nascondersi persone che non sono esattamente dei santi, e io potrei fare una brutta fine. La porta si spalanca cingolando, mentre una figura scura si confonde con l'oscurità della stanza. Almeno finché una flebile luce non viene accesa sul tavolo, illuminando così la persona che mi sta davanti. E io non riesco a credere che sia stato proprio lui a farmi questo.

"Tu?!"

*****

JAY'S POV

Ma dove diavolo si è cacciato Luke? Gli avevo raccomandato di essere puntuale, ma è più di un'ora che lo aspetto. Che mi abbia dato buca?

Sbuffo scocciata, prima di provare a richiamarlo per la millesima volta. Niente da fare, ha quella stupida segreteria inserita. Maledizione a te, Luke.

"Ciao Luke, sono ancora io. Si può sapere dove sei? È più di un'ora che ti aspetto, ho provato a chiamarti almeno un milione di volte ma non rispondi! Se non volevi uscire con me, potevi almeno avere la decenza di dirmelo, invece di lasciarmi qui come un'idiota ad aspettare..." sbotto parlando con la segreteria, prima di sospirare. "Richiamami per favore" dico, addolcendo un po' il tono, prima di chiudere la chiamata.

Proprio non riesco a capire, ieri sera era così entusiasta di portarmi fuori, e poi non si presenta. Cosa dovrei pensare?

Qualcuno bussa alla porta, e io mi precipito ad aprire. Ma a meno che Luke non si sia tinto i capelli di rosso e abbia spostato il suo piercing dal labbro al sopracciglio, il ragazzo che ho davanti non è affatto il mio biondo.

"Mi dispiace disturbare, ma avrei bisogno di parlare con Luke. Non mi risponde al cellulare, ed è una cosa importante" mi dice Michael, lasciandomi stupita. Ok, questo è strano. Se davvero Luke avesse voluto darmi buca, perché non dirlo a Michael? Perché non risponde a uno dei suoi migliori amici?

"Mi dispiace, ma lui non è qui. Dovevamo vederci più di un'ora fa, ma non si è presentato. Anche io ho provato a chiamarlo, ma scatta la segreteria" ribatto, e il mio amico aggrotta le sopracciglia.

"Non è venuto all'appuntamento?" chiede Michael, con tono cauto, come se non avesse capito bene. Io annuisco vigorosamente, mentre il mio amico si passa una mano tra i capelli. "Non ha alcun senso, non dopo quello che ha fatto per riconquistarti. Però lui..." dice Michael, prima di rivolgermi una strana occhiata.

"Lui cosa, Michael?"

"Lui non è tornato in camera ieri sera. Non mi sono preoccupato, pensavo che fosse qui insieme a te, ma poi stamattina non vi ho visti insieme e mi è sembrato strano. L'ho chiamato un sacco di volte, ma niente da fare. E ora mi dici che non è venuto all'appuntamento, e sappiamo entrambi che non ti avrebbe mai dato buca. Perciò dev'essergli successo qualcosa" conclude Michael, mentre sento come in macigno piombarmi sul petto. Mi sento una persona orribile per aver pensato che mi avesse dato buca. Michael ha ragione, dopo tutto quello che Luke ha fatto perché le cose tornassero alla normalità per noi non può avermi mollata qui come un cactus nel deserto. Non ha alcun senso.

"Cosa potrebbe essergli successo?" chiedo al mio amico preoccupata, camminando su e giù per la stanza, anche se in realtà la mia mente sta già elaborando le peggiori ipotesi. Potrebbe essere stato investito, potrebbe essere stato coinvolto in una sparatoria, potrebbe essere stato rapito dagli alieni... E poi eccola lì, l'ipotesi che mi fa raggelare il sangue nelle vene. "E se suo padre fosse venuto qui a cercarlo?" dico titubante, dando voce ai miei pensieri, e vedo la paura passare negli occhi di Michael.

"Perché avrebbe dovuto fare tutta questa strada per niente? Lo sa che Luke non vuole vederlo" ribatte Michael.

"È proprio questo il punto. Da quanto ho capito dalla cena con i suoi fratelli, Luke non ha più alcun rapporto con suo padre da quando ha lasciato l'Australia. Però suo padre vuole a tutti costi riallacciare i rapporti con suo figlio. Potrebbe essere venuto qui per parlargli civilmente, ma se Luke non avesse voluto ascoltarlo..." dico, ma la voce mi tradisce, facendo trasparire tutta la mia angoscia al solo pensiero che possa essere successo qualcosa a Luke.

"Non devi nemmeno pensarlo, ok? Dobbiamo restare lucidi e concentrati se vogliamo trovare Luke e riportarlo a casa" dice Michael, appoggiando le sue grandi mani sulle mie spalle. Io annuisco, incapace di parlare, mentre nella mia mente compare l'immagine del corpo senza vita di Luke abbandonato in qualche cassonetto della spazzatura. Scuoto vigorosamente la testa, come per scacciare questo pensiero. Non mi farò sopraffare dell'angoscia e dalla paura. Io, anzi, noi non abbandoneremo Luke. "Chiamiamo gli altri, avvisiamo la polizia e cominciamo le ricerche. Non abbiamo un minuto da perdere" dico seria, prima di prendere Michael per un braccio e trascinarlo fuori dalla mia stanza, diretti verso i nostri amici.

Dovunque tu sia, Luke, ti prego resisti. Sto vedendo da te.

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