42. Safety pin

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LUKE'S POV

"Ho una domanda" dico all'improvviso, e al mio fianco Jay mi guarda curiosa. Dopo aver girato per la città e aver recuperato le nostre valige, ci siamo letteralmente accampati nel Golden Gate Park. Siamo distesi sopra una coperta, mentre attorno a noi ci sono solo un paio di coppiette e qualche matto che fa jogging. È ancora presto, e nessuno dei due aveva voglia di lasciare questa città. San Francisco è semplicemente stupenda.

"Spara" dice lei, mentre un ciuffo ribelle le ricade sugli occhi, e lei sbuffa, cercando invano di rimetterlo al suo posto. Sembra una bambina, e non posso proprio evitare di ridacchiare. Questi due giorni sono stati incredibili, e mi hanno aiutato a capire quanto questa ragazza è importante per me. Credo... insomma... forse... potrei.... magari, e dico magari, mi sto innamorando di lei. Ieri sera con la mia famiglia si è trovata bene, e nonostante la serata non sia finita nel migliore dei modi, sono contento di aver rivisto i miei fratelli. Non mi sarei mai aspettato che proprio loro mi chiedessero di tornare a casa. Quella non è nemmeno più casa mia, non da quando mia madre è morta. "Luke, ci sei?" mi chiede Jay, sventolandomi una mano davanti al viso.

"Scusa, ero immerso nei miei pensieri" dico, e lei mi guarda scettica.

"Non sforzarti troppo, altrimenti quel povero neurone si consuma" dice lei, e io le lancio un'occhiataccia.

"Ah ah, davvero molto divertente" dico sarcastico, e lei mi sorride. Dio, bacerei quel sorriso per ore, se solo avessi un altro modo per respirare.

"Allora, qual'è la tua fatidica domanda?" mi chiede divertita.

"Tra poco ci saranno le vacanze invernali, e dato che sei una matricola non hai esami in programma. Pensavi di tornare a New York?" chiedo, e dalla sia espressione confusa capisco che proprio non si aspettava una richiesta simile.

"Beh, in realtà non lo so. Insomma, New York in questo periodo è davvero magica, con la neve e l'atmosfera natalizia. Però la vera domanda è: se io non ci sono, chi ti terrà incollato ai libri?" ribatte lei, e io alzo gli occhi al cielo.

"Mi dispiace deluderti, ma il sottoscritto non ha alcun esame in questo periodo. Li ho dati a settembre per avere il periodo invernale libero" dico, e non so perché, ma nel suo sguardo su accende una scintilla.

"E tu... insomma... pensavi di tornare in Australia?" mi chiede titubante, e io rimango spiazzato. Non tanto per la domanda, piuttosto per il modo in cui lei mi ha chiesto se volevo tornare a casa. Ha usato un tono così cauto, come se avesse avuto paura della mia reazione. E so che lei non vuole forzarmi a raccontarle del mio passato, però io mi fido di lei.

"Non ho niente a cui tornare laggiù. Ho appena visto i miei fratelli, e non parlo né vedo mio padre da quando mi sono trasferito in America" dico, e lei annuisce, prima di appoggiare la testa sul mio petto. È arrivato il momento di dirle la verità, anche se so che probabilmente cambierà il modo in cui mi vede. Però lei si è aperta con me, ed adesso è il mio turno. Prendo un respiro profondo, mentre cerco le parole adatte per cominciare a raccontare. "Sai, la mia non è mai stata una classica famiglia felice. I miei genitori litigavano di continuo, e io e miei fratelli cercavamo di passare il minor tempo possibile in casa. Se non fosse stato per la famiglia di Cal, probabilmente non sarei nemmeno qui adesso" dico, mentre i ricordi mi affollano la mente. Devo molto alla famiglia Hood, senza di loro avrei senz'altro preso la strada sbagliata. "E come se questo non fosse già abbastanza, mio padre era un alcolizzato. Ogni sera tornava a casa ubriaco, e litigava con mia madre e alcune volte la picchiava. Non dimenticherò mai le sue lacrime, quando dopo una lite furiosa lui se ne andava, e mia madre si accasciava sul pavimento, singhiozzando" racconto, e Jay mi guarda intensamente, mentre la sua mano è appoggiata sul mio petto. I suoi occhi sono lucidi, e io non sono messo tanto meglio. I ricordi sono dolorosi, e anche se sono passati anni fanno ancora male.

"Non devi continuare se non vuoi" sussurra lei, mentre la sua mano si sposta sul mio viso.

"Tu hai il diritto di sapere, dopo essermi stata vicina" dico, citando le sue parole. "Due anni fa, una sera, dopo l'ennesima lite, mio padre se ne andò, lasciando mia madre in lacrime sul pavimento, come sempre. Io e i miei fratelli eravamo da Cal, stavamo festeggiando il diploma. Ad un certo punto suonarono al campanello, e la madre di Cal andò ad aprire, ritrovandosi davanti la polizia. Li fece entrare, e i poliziotti insisterono per parlare da soli con noi Hemmings. Ci dissero che mio padre era tornato a casa e aveva trovato il corpo senza vita di mia madre sul pavimento della cucina. Aveva preso delle pillole, si era suicidata. Aveva lasciato una lettera per noi, dove spiegava che non poteva piu vivere con quell'uomo. Non so bene quello che è successo dopo, ero troppo scioccato per metabolizzare. Non ho più voluto vedere mio padre, e subito dopo il funerale io e Cal siamo partiti, raggiungendo Mike e Ash a Los Angeles. Capisci perché non voglio tornare in Australia? La mia famiglia è qui."

Non mi ero nemmeno reso conto delle lacrime sulle mie guance. Non raccontavo questa storia da un sacco di tempo, ma non pensavo che solo parlare di quella sera fosse ancora così difficile per me. Mi passo la manica sotto gli occhi, e osservo la reazione di Jay. Anche lei sta piangendo silenziosamente, e mi guarda come si guarderebbe un cucciolo impaurito. Sapevo che dirle la verità avrebbe cambiato tutto tra noi...

"Mi dispiace così tanto" mormora lei, asciugando con il pollice l'ultima lacrima sulla mia guancia. "Dio, e io che mi lamentavo di Hunter... Scusami se sono stata così insensibile" dice, soprendendomi.

"Si possono dire una sacco di cose su di te, ma insensibile proprio no" ribatto, guardandola in quei suoi occhioni nocciola che amo da impazzire.

"Come siamo sbagliati" mormora lei. E mi vengono alla mente le parole di una canzone che ci ha fatto sentire Ash un paio di giorni fa.

"Maybe this time, two wrongs make a right" dico prima di poggiarle una mano sulla guancia e intrappolare le sue labbra con le mie.

Ora ne sono certo, io sono innamorato di Jay Kailey Ross.

SPAZIO ME
E finalmente si scopre cosa ha dovuto passare il nostro amato Luke. Vi aspettavate una simile storia sul suo passato? Fatemi sapere ke vostre opinioni. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima
Bacini

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