16. This is war

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JAY'S POV

Non riesco a credere di essere stata così cretina. E' ovvio che lui mi è stato vicino solo per scoprire cos'era successo con il mio ex, era l'unica spiegazione sensata. Come ho fatto a non accorgermene? Dopo quello che è successo con Hunter, avevo promesso a me stessa che nessuno mi avrebbe più preso un giro né messo i piedi in testa, ma a quanto pare sono un fallimento in entrambi i campi...

Qualcuno bussa alla porta, e sono più che sicura che sia proprio Luke. E adesso cosa faccio? Fingo di non sapere che lo so, e aspetto che lui tiri fuori l'argomento? Oppure prendo in mano la situazione e sistemo le cose, anche se questo comporterà un sacco di problemi?

"Jay, so che sei qui dentro. Apri la porta, ho bisogno di parlarti" dice Luke dall'altra parte, e io sospiro, prima di attraversare la stanza e spalancare la porta.

"Che sorpresa, Hemmings" dico sarcastica, e solo vedere la sua faccia mi fa innervosire, tanto che sono costretta a stringere forte i pugni per evitare di prenderlo a sberle... di nuovo.

Credevo di essere ferita da quello che ha fatto, ma solo adesso mi accorgo che sono arrabbiata, e tanto anche. Lui non aveva il diritto di ficcare il naso nella mia vita, e ora ne affronterà le conseguenze.

Luke entra nella mia stanza, come sempre, e sbuffa, prima di guardarmi intensamente. 

"So che Sam ti ha già raccontato quello che è successo, ma lascia che ti spieghi" dice.

"Non voglio sentire una sola parola, ok? Tu non dovevi permetterti di indagare sul mio passato, e tantomeno chiedermi di raccontartelo quando ero ubriaca!" sbotto, mentre sento la rabbia ribollirmi dentro.

"E cosa avrei dovuto fare? Tu non volevi parlarmene!"

"Avresti dovuto aspettare, brutto idiota!" sbraito, e lui mi guarda sbalordito, come se non si aspettasse una reazione simile da parte mia. Ma lui non mi conosce affatto, non sa assolutamente niente di me.

"Aspettare? Aspettare cosa? Che finisse il college?" chiede sarcastico.

"Sei la persona più cretina che io abbia mai conosciuto in vita mia, Hemmings, e sappi che di persone cretine ne ho conosciute parecchie" ribatto.

"Come Hunter?" chiede sorridendo, ma quello non è affatto uno dei suoi soliti sorrisi divertiti o maliziosi, quello è un sorriso falso, pieno di cattiveria. Stringo i pugni ancora più forte, tanto da conficcarmi le unghie nei palmi.

"Ma chi ti credi di essere? Come ti permetti di tirare in ballo una persona che nemmeno conosci?" sbotto.

"E chi te lo dice? Come fai a sapere che Sam non mi ha raccontato tutto?"

"Lei non ti direbbe mai niente, e nel remoto caso in cui ti avesse raccontato qualcosa tu non saresti qui" ribatto. Mi aspettavo che si scusasse, che dicesse qualcosa per rimediare, ma tutto quello che ho sentito finora mi ha fatto capire quello che devo fare.

"Ti lamenti tanto di quel tizio, Winston o come diavolo si chiama, ma tu non sei molto diverso da lui" dico, e dalla sua espressione vedo che ho colpito nel segno. "E io non voglio avere niente a che fare con le persone come voi, perciò vattene. Non parlarmi, non guardarmi e stammi lontano."

Luke spalanca gli occhi, incredulo, e mi sembra quasi dispiaciuto per quello che ha fatto, ma non si scusa. La solita espressione menefreghista si impossessa del suo viso, e lui spalanca la porta ed esce, sbattendosela alle spalle. E da quando sono qui, questa è già la seconda volta che piango per colpa di Luke Hemmings.

*****

Dopo quello che è successo ieri con Luke, non sono riuscita a studiare, e credo fermamente che il famoso test di algebra che ho fatto stamattina sia andato da schifo. Il professor Moskovitz era sorpreso quando mi sono seduta lontana da Luke, ma non avrei mai potuto concentrarmi con il suo sguardo addosso. Non che ci sia riuscita comunque, visto che nonostante fossi molto distante, sentivo comunque lo sguardo del biondo addosso.

"Dove stai andando?" mi chiede Alex afferrandomi per un braccio, quando passo davanti al nostro tavolo della mensa. E adesso cosa faccio? Come mi comporto?

"Ecco, io... ehm... non ti avevo vista" mento, prima di sedermi accanto a lei. Posso sopportare di vederlo a mensa, insomma, tanto non gli parlerò, no?

"Come ti è andato il test?" mi chiede sorridendo, prima di dare un morso alla sua pizza.

"Non ne ho idea" mormoro, e lei non aggiunge altro, si limita a passarmi la mano sulla schiena, come per confortarmi.

"Buongiorno ragazze" dice Ashton, prima di sedersi di fronte a me, insieme a Mer e Calum. Michael arriva un attimo dopo, e si siede accanto ad Alex. Io mi guardo intorno, cercando la chioma familiare di Luke, anche se non dovrei. Ma dov'è finito?

"Luke non c'è, ha detto che aveva un impegno" dice Calum, prima di rivolgere uno sguardo molto interessato al suo piatto. Che strano...

"Ciao" sbotta Sam alle mie spalle, e al suono della sua voce sobbalzo. 

"A quanto pare qualcuno qui non è di buon umore" mormora Michael, e Sam gli lancia un'occhiataccia. Sta per dire qualcosa, ma un rumore sordo alle nostre spalle ci fa voltare, e per poco non mi viene il voltastomaco. Amber e il suo gruppetto se la stanno prendendo con due matricole, che sembrano davvero spaventate. Le cheerleader ridono, e io sospiro, prima di alzarmi e andare verso di loro. Forse non è una mossa molto furba, ma non me ne importa niente. Mi avvicino e aiuto le ragazze a raccogliere i loro libri dal pavimento, e loro mi sorridono timidamente.

"Cos'è, fai anche la buona samaritana adesso?" dice sarcastica Amber, e io la guardo male. 

"Si può sapere che razza di problemi hai?" sbotto, e Amber si limita a guardarmi, annoiata e confusa. E considerato la sua idiozia, non mi sorprende affatto che sia confusa.

"Non so di cosa stai parlando" dice innocentemente. Stai calma, Jay, non puoi picchiarla, non è legale...

"Posso capire che il tuo cervello, essendo grande quanto un bottone, abbia delle difficoltà, ma se credi di essere migliore di noi solo perché te la prendi con i più deboli ti sbagli di grosso" dico, e tutto quello che si limita a fare lei è scoppiare a ridere, dandomi conferma che è davvero una gallina.

"Questo è il mio territorio, matricola, e tu non riuscirai a cambiare proprio niente. Credi davvero che qualcuno ti prenda sul serio? Chi pensi che ascolterà quello che hai da dire e ti sosterrà?" chiede, ed è come se qualcuno mi avesse preso a pesci in faccia, risvegliandomi dal mio assurdo sogno. Ha ragione, io non sono nessuno per cambiare le cose.

"Ci sono io" urla una voce alle mie spalle, e un attimo dopo Hailey è in piedi accanto a me, pronta a spalleggiarmi, insieme ad Alex, Mer e Sam. E ci ritroviamo lì, in piedi, a far vedere alla reginetta che il suo regno del terrore ha speranze di cadere. E io non mi fermerò finché questo non sarà successo.

"Ti sbagli di grosso se pensi che io sia l'unica a voler cambiare le cose. Questo college è stufo di te e del tuo gruppetto, e siamo pronte a tutto pur di cambiare le cose" dico fiera, e Amber spalanca gli occhi, mentre il suo viso si fa rosso per la rabbia.

"Questa è guerra, matricola" sibila lei.

"Fatti sotto, gallina" ribatto, prima di allontanarmi, seguita da tutto il gruppo che da ora è il mio esercito. E noi siamo pronte a combattere per ottenere quello che è giusto, perché è giunto il momento di dire basta a queste prese in giro. E' ora di tirare fuori le unghie e lottare, e nessuno ci impedirà di raggiungere il nostro scopo.




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