Capitolo 62 - Tutto è per un motivo, ma a conti fatti nulla ha davvero senso

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Chiara

Non credo di aver mai capito, fino ad oggi, che cosa significhi andare del tutto fuori di testa.

Sono passati quanti? Due, dieci? Ormai ho perso il conto anche dei giorni. Li lascio scorrere mentre io rimango inerte, chiusa nel mio appartamento. In ogni caso è passato abbastanza tempo da quando l'ho vista perché io potessi metabolizzare tutto, o almeno è così che mi sento. L'averla incontrata su una strada anonima, per caso; aver assistito alla raccapricciante scena di lei e Jane avvinghiate in un bacio. La sensazione di sentirla ancora una volta fra le mie braccia, tanto forte che ancora adesso mi sento la pressione del suo corpo e il suo calore addosso. La gioia dell'averla ritrovata, la confusione della sua presenza nel mondo dei vivi. Il dolore lancinante nel momento in cui ha supportato quella puttana inglese senza nemmeno pensarci. Il desiderio sfrenato di strapparmi il cuore dal petto a causa del dolore che ognuna delle sue parole mi ha provocato. Ancora le sento rimbombare nella mia testa. Più si fanno insistenti, meno riesco a comprenderne il reale senso.

Come puoi dire che non sono mai venuta a trovarti? Ero sempre lì, giorno e notte. Non c'è stata volta che io non abbia trovato un escamotage per starti accanto, anche quando non avrei potuto. Da dove derivano le tue accuse? Cosa puoi mai saperne tu, che eri in coma? E chi sarebbe mai così meschino da mentire riguardo qualcosa di così importante? Te lo hanno davvero raccontato, oppure è quello che credi sia successo?

Sembra quasi insensato che queste siano le domande predominanti nel mio cervello malato, quando chiunque si starebbe ponendo un singolo, enorme quesito: come può essere viva e perché? Anni e anni di dialogo con la sua tomba, la sua lapide ad assistere, mi fanno da testimoni. Altrettanto suo padre, presente al mio fianco al funerale, la sua mano sulla mia spalla come se questo avesse mai potuto bastare per non farmi cadere a pezzi.

Sono paranoica abbastanza da pensare che qualcosa sia andato storto. Ci deve essere qualcosa nel mezzo, un dettaglio che sfugge al mio continuo mandare in replay ancora e ancora quelle scene come fossero la mia scena preferita di un film.

Magari anche tu sei morta. Magari non lo sai e dal balcone questa volta ti ci sei buttata davvero. Sarebbe molto divertente.

Non vedo che cosa ci sarebbe di tanto comico.

Come? Credevo fossi intelligente. Sei morta, eppure anche nella morte io e i tuoi incubi ti perseguitiamo. "Ironica" mi sembra un aggettivo calzante per descrivere questa situazione, non credi?

Mi rifiuto di rispondere di nuovo alla voce nella mia testa e faccio del mio meglio per ignorarla. Anche ipotizzando che io fossi morta, allora il grande mistero sarebbe capire per quale ragione dovrei assistere ad un bacio tra Giulia e Jane.

Questa permane essere una delle cose che hanno meno senso. Come si sono conosciute? Quando? Ammettiamo pure che Giulia fosse viva, senza pensare ora alle circostanze e conseguenze di questo fattore. Come è mai possibile che in tutti questi anni io e lei non ci siamo mai, sottolineo mai, incrociate nemmeno una volta, eppure sembra che si conosca da molto tempo con Jane? L'idea che quest'ultima abbia saputo trovarla sulla sola base del suo nome mi inquieta troppo per prenderla in considerazione come sola opzione plausibile. L'università, a questo punto, sembra essere l'unica cosa che potrebbe accomunarle. Ricordo vividamente che Giulia voleva studiare psicologia, probabilmente è quello che sta facendo.

Non ho il reale diritto di porti questa domanda, ma ne sento il bisogno. A me è stato detto che eri morta. Ma tu, perché tu non ti sei mai fatta viva Giulia? Lo so, ti ho dato mille ragioni per odiarmi, detestarmi. Sono stata un mostro con te, ancora oggi, pillole magiche dello psichiatra o meno, sono sempre qualcosa di disumano. Però questo non ti ha mai fermata, mai. Mi rendo conto, fin troppo bene, della gravità di ciò che accadde quel giorno, te lo garantisco. Ma è stata quella la ragione? Un incidente è ciò che ti ha fatto desiderare che io ti credessi morta?

Non so se fosse una punizione, però non riesco a vederla come crudele o immeritata. La responsabilità di quello che è accaduto è interamente mia. Sono stata io a perdere il controllo. Se non fossi stata chi sono, magari quel tir lo avrei evitato, magari ad oggi saremmo sposate. Magari non avrei mai dovuto conoscere Jane, forse io e Giulia insieme saremmo potute diventare qualcuno.

Non si vive di magari, Shark. Svegliati.

Ancora una volta, quella voce. Gli psicofarmaci dovrebbero zittirla, ma siamo onesti, tutti sanno che quelle cose non funzionano. Servono solo a farti sborsare un sacco di quattrini e darti un minimo di speranza, certo quando non ti rendono una massa apatica e vuota che cammina. Tuttavia, mi vedo costretta ad ammettere che quella voce ha ragione. Se non fosse capitato l'incidente, ci sarebbe stato qualcos'altro. Non nego che l'accaduto avesse tutte le carte in regola perché Giulia non volesse più avere a che fare con me. Ma dietro alla scelta di darsi per morta ci deve essere stato qualcosa di più. Probabilmente era tempo che voleva allontanarsi da me, non mi sarei stupita se un giorno di punto in bianco mi avesse detto che era tutto troppo per lei, che io ero troppo. Solo un'esasperazione estrema avrebbe potuto portarla a una scelta altrettanto estrema. Sempre che non sia solo quello che mi piace raccontarmi, perché è più facile credere questo piuttosto che accettare il fatto che Giulia avesse dei limiti e io li abbia superati con violenza, più volte, senza mai sviluppare una capacità di frenarmi sufficiente a non farle del male.

Quindi è così Giulia? Vorrei potertelo chiedere di persona, se davvero nonostante tutte le parole dette e le cose dimostrate anche per te ero esageratamente troppo con cui avere a che fare, se semplicemente il casino che sono è stato sufficiente, a dispetto di tutti i miei sforzi, a farti dire "basta" una volta e per sempre. Dopotutto, credo che tu mi abbia già dato la risposta. Per te sono stata un veleno tanto potente e una prigione tanto oppressiva da farti pensare che una finta morte fosse la tua sola via di uscita per riavere indietro la tua vita.

I Frutti dell'IgnotoWhere stories live. Discover now