Capitolo 13 - Intesa

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Chiara

Cosa ci sarà mai di tanto divertente adesso? Ophelia è forse ammattita tutta d'un colpo?

La donna continua a ridere e ridere, per poi fermarsi a guardarmi con un ampio sorriso dipinto sulle labbra colorate di un rossetto di marca.

«Credi davvero che il mio sogno più grande sia tornare al piano di sotto e alimentare una litigata insensata e inutile?» domanda, cercando di leggere sul mio volto la risposta prima che possa pronunciarla io scientemente.

«Lo è?» chiedo in ribattuta, ottenendo solo un sorriso più ampio in risposta. Nessuno può biasimarmi, fino a questo momento sembra proprio che il passatempo preferito della famiglia sia quello di stuzzicare le persone e portarle al loro limite, per poi farglielo superare.

«Sei davvero pronta a rischiare per Jane. Non deve essere facile.»

Di cosa starà mai parlando? Jane mi ha reso chiaro che il solo modo di liberarmi di lei sarebbe quello di fuggire dall'altra parte del mondo e far sparire le mie tracce, cosa che non posso permettermi né voglio fare. Quindi, che mi piaccia o meno, di fatto io e lei abbiamo una relazione e quindi è mia responsabilità essere pronta a rischiare per lei, sebbene effettivamente le cose semplici siano fatte diverse. Solo una persona fredda di cuore ed estranea a ciò che amore ed affetto sono potrebbe ridursi ad una tale piccolezza d'animo.

«Lo ritengo come minimo corretto e doveroso da parte mia.»

«Uhm» la corvina annuisce, comprensiva. Sembra che concordi effettivamente con me. «Forse tu tieni a Jane più di quanto lei faccia con te» aggiunge con un'aria vagamente pensosa. Di certo non trapela il minimo dubbio dalle sue parole, come se quel "forse" fosse solo di cortesia.

«Ne dubito fortemente.»

Jane ha lottato molto per poter stare con me, le insinuazioni di sua zia sono assolutamente assurde. Se solo avesse vissuto più da vicino i nostri trascorsi, lo saprebbe.

«I tuoi genitori sono al corrente del fatto che siete una coppia?»

Il suo quesito mi si presenta più come una frecciatina, quindi non posso che voler rispondere a tono.

«Non mi fido particolarmente delle sedute spiritiche, né delle tavole Ouija. E non credo che a Jane interessi parlare con un paio di lapidi.»

Ophelia non fa una piega di fronte alla mia sottile acidità. Si limita ad annuire e rivolgermi un piccolo sorriso compiaciuto.

«Quindi mi dai ragione. Tu l'avresti presentata alla tua famiglia da molto tempo, se solo ne avessi avuta l'occasione, che fosse per amore o "giustizia", come dici, non fa differenza. Jane, invece, non solo continua a chiederti di vivere la vostra relazione nell'ombra, ma non è nemmeno propensa ad andare al cimitero con te.»

Lo avrà detto davvero? O me lo sono immaginata io? Odio dover ammettere che quelle frasi le ho pensate diverse volte, in questi anni. Ma l'affetto che provo per Jane, sebbene sia quello che potrei provare nei confronti di una vecchia amica, è più forte di queste piccolezze e di sicuro non mi lascerò scoraggiare da un'inglese sconosciuta.

«Jane mi ama da prima che io potessi anche solo tollerarla, Ophelia. Probabilmente voleva solo evitarmi scenate come quella di poco fa.»

«Lo credi davvero?»

«Assolutamente» mento.

La nostra è ormai una sfida di sguardi. Io scruto lei, lei scruta me. Il nostro è un dialogo silenzioso, perché questo è tutto quello che possiamo permetterci al momento. Siamo chiuse in questo bagno da troppo tempo per non destare dei sospetti, leggo sul volto della mia interlocutrice che ne è al corrente quanto me.

Scendiamo le scale, entrambe fingendo di non esserci dette nulla di molto rilevante. La scena che ci troviamo di fronte una volta giunte in cucina è ben diversa dal quadro quasi composto che ho lasciato in precedenza.

Robert rimprovera animatamente Richard, Richard urla contro Jane, Melanie si rivolge con fare animalesco a Robert, Jane sbraita in faccia a Richard. Io e Ophelia sostiamo sulla soglia e ci scommetto i capelli che abbiamo la stessa espressione stampata sul viso.

La donna al mio fianco si schiarisce la voce, richiamando l'intera famiglia all'ordine. Ora due persone mi incendiano, comunicandomi il forte odio nei miei confronti, mentre Robert mi rivolge delle scuse esasperate. Jane, quasi a rafforzare il discorso che mi ha appena fatto sua zia, evita i miei occhi come si farebbe con un virus altamente contagioso.

«Avete finito di fare i bambini o devo cambiare il pannolino a tutti?»

Inevitabilmente, mi sfugge una risata che non passa di certo inosservata. Mi pare chiaro come Melanie vorrebbe riservarmi un commento spiacevole, tanto quanto Richard, ma nessuno dei due osa aprire bocca. Credo che quella di Ophelia si possa dire un'autorità tacita ma indiscussa all'interno della famiglia Craigh.

«Adesso Jane e la sua amica andranno via, pare che noi quattro abbiamo molto di cui discutere.»

Gli occhi della pro-zia sembrano voler dare un bello schiaffo a tutti i presenti in quella stanza. Mormoro un ringraziamento veloce, ma dubito che lei lo senta.

Accompagna me e la bionda alla porta nel più completo dei silenzi, ma all'ultimo momento, quando Jane si è già allontanata, mi trattiene. La sua presa salda sull'avambraccio mi spinge a voltarmi ancora una volta nella direzione della villa, dalla quale vorrei solo fuggire. Nuovamente i nostri sguardi s'incrociano: forti, intensi, rumorosi.

Non conosco Ophelia, eppure lei mi guarda come se conoscesse me. Sono stata abituata, per tutta la vita, ad essere la persona più deduttiva che conoscessi. Trovarmi ora faccia a faccia con qualcuno che sa tenermi testa e che, devo ammetterlo, promette di essere molto più bravo ed esperto di me mi destabilizza. Non saprei dire quanto abbia capito della mia persona, ma se prima mi ha mostrato solo un minimo di quello che sa fare – e io ben credo che sia così – allora questa donna sarebbe anche capace di dire il nome del mio peluche preferito di quando avevo tre anni. Mentirei se dicessi che questo non mi intimorisce, o meglio, terrorizza.

«Quando sarai pronta a parlarne, sarai sempre la benvenuta a prendere un tè. Meriti più di quello che credi, Chiara Shark.»

Con queste parole che ancora aleggiano nell'aria serale, il battente si serra a pochi millimetri dal mio naso.

I Frutti dell'IgnotoWhere stories live. Discover now