Capitolo 52 - L'attesa più straziante è quella senza ritorno

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Sconosciuto

Sono quasi due mesi e passa che io e Rosanne stiamo insieme. Adesso siamo appena uscite dal solito bar; Rose, dopo aver concluso una delle sue solite telefonate criptiche, si offre di accompagnarmi a casa in auto e io accetto di buon grado. In macchina accende la radio e la lascia a volume basso, canticchiando di tanto in tanto qualche canzone che passa.

Niente a che vedere con te. Mi ricordo bene com'era. Mettevamo su i nostri CD preferiti, a volte i tuoi, a volte i miei, più spesso quelli che adoravamo entrambe. Li cantavamo a squarcia gola, tu che stonavi le note alte, io che ridevo perché mi veniva la tosse nel tentativo di raggiungere i bassi. Ricordo come tu accostassi quando lo stereo riproduceva una canzone romantica, solo per potermi guardare negli occhi e farti dare un bacio, o dirmi che per te ero la persona più bella del mondo. Ricordo come la tua mano mi cercasse ai semafori rossi o quando la strada era rettilinea. Ricordo come a volte mi sedessi dietro di te, così da poterti abbracciare anche mentre guidavi. Solo ora che guido anche io mi rendo conto di quanto potesse essere ansiogeno per te, eppure tu lo adoravi. Lo fai anche con lei?

«Tutto a posto?» domanda Rosanne al mio fianco. Annuisco con un sorriso che non rispecchia nemmeno lontanamente il malessere e la nostalgia che mi porto dentro.

«Senti Rose, pensavo... Ti andrebbe di venire a stare da me per qualche giorno? Intendo, a casa dei miei.»

Ad essere onesta questo è forse il mio decimo tentativo di chiederglielo, ma tutte le altre volte ho fallito miseramente prima ancora di aprir bocca. La bionda sembra interdetta dalle mie parole, cosa che mi spinge a ritirare immediatamente la mia richiesta. Lei però mi interrompe.

«Devo solo organizzare un paio di cose. Ma mi piacerebbe davvero molto.»

Il mio volto sfoggia un sorriso trionfante, che la ragazza ricambia immediatamente.

Dopotutto, tu sei andata avanti. Io sono rimasta sempre qui, fino ad ora, ad aspettarti. Immobile, mentre tu camminavi verso un futuro che, lo hai sempre spergiurato, avresti voluto solo per noi. Hai continuato a muoverti, mentre io in tutto questo tempo ho solo saputo sedermi sul ricordo di quello che eravamo. Tu ti sei sposata, magari pianifichi una famiglia. Io ancora la mattina mi chiedo se entrerai mai dalla porta del bar con un bicchiere di macedonia, dicendo che mi ami. Ancora lo sogno la notte, prima di svegliarmi e piangere. E questo non è giusto. Non è giusto per Rose e non è giusto per me.

«Sai, so cosa vuol dire avere difficoltà ad andare avanti. Il mio primo ragazzo è sparito, proprio come ha fatto la tua ex. Avevo perso con lui la verginità. Una settimana dopo, scomparso. L'ho incontrato giusto prima di partire da Londra per venire qui. Lui, sua moglie e la bambina che lei portava in grembo. Fino a che non ci siamo rivisti, credevo che lo avrei amato per sempre. Subito dopo quei cinque minuti, invece, mi sono ricordata, o meglio, mi sono resa conto di quale essere ripugnante fosse e mi è passata seduta stante.»

La tua storia dovrebbe rincuorarmi Rose? Sono queste le migliori scelte che ho? Amarla per sempre, oppure incontrala di nuovo e pensare "Ma che persona orribile" e odiarla per il resto dei miei giorni? Scusa, non ti suonerà bene, ma preferisco amarla. Non importa che se ne sia andata, mi ha regalato gli anni più felici della mia vita. Non voglio dimenticarli mai. Non coprirò di odio quello che una volta è stato il principale motivo dei miei sorrisi, dei miei sonni tranquilli e della mia felicità.

«L'ho conosciuta in prima liceo. Siamo state insieme fino alla quarta, quando ho avuto quel problema cui ti avevo accennato. Mi ha resa molto felice, perfino l'ultimo giorno in cui ci siamo viste. Non era una cattiva persona.»

Rosanne aggrotta le sopracciglia e mi guarda, estraendo le chiavi dal cruscotto.

«Scusa ma allora per quale motivo è sparita così?»

Abbasso gli occhi sulle mie mani. Il motivo non l'ho mai saputo, nemmeno i miei genitori se lo sono mai spiegati. Fu mio padre a raccontarmelo, credo che mia madre non avesse avuto il cuore, Lei le piaceva moltissimo. Tuttavia dopo il discorso di mio padre non fu mai più argomento di conversazione in casa mia. Tutto ciò che ho sempre saputo è che lei svanì nel nulla, senza dire niente a nessuno, senza mai più farsi viva nemmeno accidentalmente, quasi mi evitasse di proposito. Non c'è una parte di me che non si stupirebbe se fosse così. Lei non diede mai alcun segno di volersene andare. Quindi questo resterà sempre il suo grande mistero: perché?

Rose comprende come stiano le cose e mi prende la mano.

Non è calda come la tua.

La bionda chiama il mio nome e io forzo i miei occhi a spostarsi nei suoi. Sopprimo la delusione momentanea stimolata dalla nostalgia di fronte a quel blu, per nulla uguale al colore che vorrei trovarvi.

«Io non ti lascerò come ha fatto lei, te lo prometto. Se starai male, sarò qui con te. Mi prenderò cura di te.»

Si avvicina per lasciarmi un bacio sulla tempia.

Le sue labbra non sono screpolate e ruvide come le tue.

Sorrido appena e lei ricambia, schioccandomi un altro bacio, questa volta sulle labbra.

Non hanno lo stesso sapore delle tue.

Jane scende dal mezzo, rimanendo fuori in attesa che io la segua. Tuttavia, mi sento come intrappolata in questo abitacolo a cui ormai sono così abituata, ma che non sentirò mai realmente familiare.

Spero che tu saprai essere felice per me. Spero che Rose sarà sincera. Perché quando te ne sei andata hai portato il mio cuore con te e lo hai lasciato alla deriva. Lui sarà sempre lì ad amarti ogni giorno e cercarti dovunque tu vada; io sarò sempre qui, in attesa che tu torni a riprenderlo, in attesa che tu torni a riprendermi.

I Frutti dell'IgnotoWhere stories live. Discover now