Capitolo 31 - Prese di posizione

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Sconosciuto

Se prima Rose sembrava essere distrutta dal dolore, adesso sembra semplicemente innervosita, forse fin troppo per qualcosa di semplice come il fatto che qualcuno che la ama non si sente pronta ad avere rapporti sessuali.

«Rose, posso sapere perché la cosa ti turba così tanto?»

L'occhiata che mi rivolge mi fa sembrare stupida perfino a me stessa, per un secondo.

«Perché non mi vuole, è evidente!»

Aggrotto le sopracciglia come riflesso spontaneo, e lei lo nota.

«Non voglio dire che chiunque non si senta pronto non ama l'altra persona. Ma lei, lei sicuramente si rifiuta perché per lei sono l'opzione migliore, il solo modo per non rimanere per sempre sola.»

«Non mi sembri una persona crudele, Rosanne» dico, mandandola un attimo in confusione. «O almeno con me non lo sei. Posso stare certa che dici queste cose perché ne hai la certezza, non perché vuoi solo sfogarti e farle male?»

Ritengo necessario chiederglielo. Non voglio farmi una pessima opinione di qualcuno che non conosco solo perché ripongo la mia fiducia nelle persone sbagliate. Rose però mi assicura che è così.

«La detestavano tutti quando ci siamo conosciute, tutti. Come avrebbero potuto fare diversamente? Le persone sono gentili con lei, mentre lei è una stronza di prima categoria con le persone. Le sono stata vicino lo stesso, nonostante mi trattasse come uno straccio vecchio e rovinato ed il suo disprezzo per me trasudasse dalle sue parole ogni volta che mi parlava. Appena ha capito che io non riuscivo ad odiarla, indipendentemente da quanto lei continuasse a ferirmi, ecco che dice di voler stare con me. Eppure, tutto questo amore che dichiara sembra inesistente. Non fa altro che uscire di casa alle tre della mattina senza nemmeno dirmi dove va e correre dalla sua cara migliore amica ad ogni occasione. Non mi stupirei se scoprissi che hanno una relazione.»

Tutto quello che dice sembra terribile da vivere sulla propria pelle e non ha l'aria di qualcuno che stia mentendo o si stia inventando una storia tragica solo per attirare attenzioni. La sua espressione è tanto seria, delusa e addolorata da convincermi che quella sia la verità dei fatti.

Spero di non sbagliarmi, Rosanne. Non mi piace credere alle persone sulla parola, eppure quando si parla di te le parole sono tutto quello che riesco ad ottenere, quando me lo concedi. A che cosa dovrei credere?

La bionda sospira, quasi sentisse i miei pensieri e volesse interromperli.

Chi sei, ragazza misteriosa? Perché odi tanto Rose? Non vedo cosa potrebbe averti mai fatto di male. Sembra così vulnerabile. Sei tu che l'hai ridotta così? Non ha l'aria di una persona debole, eppure quando parla di te è così irrimediabilmente fragile, schiava delle sue emozioni. Un giorno lei troverà qualcuno di meglio, credimi. E allora, tutto quello che stai facendo, lo rimpiangerai.

«Non ci sono molte soluzioni Rose. Puoi parlarne con lei, oppure lasciala. Di sicuro non puoi andare avanti così.»

Mi sembri ogni giorno più consumata, troppo per aver vissuto solo un quinto della tua vita. A questo punto la vera domanda, quella che però non mi sento in posizione di porti, è perché? Per quale motivo sono qui a dirti queste cose quando è evidente che le sai anche tu? Per quale ragione non hai già fatto qualcosa? Perché aspettare ancora, ma soprattutto aspettare cosa Rose? Non vedo quale evento particolare potrebbe valere la pena di vivere per tanto tempo una situazione che ti sta così tanto stretta.

«Non è salutare per te.»

«Lo so» dice solo con espressione malinconica. A questo punto non mi sta nemmeno più guardando. Posso comprenderla, sentirsi alle strette e privi di scelta è una delle peggiori cose che si possano provare.

«Suppongo sia dalla sua migliore amica adesso, no?»

La sua faccia mi dà la risposta.

«Allora vai da lei e parlale. Dille esattamente quello che hai detto a me. Se davvero ci tiene, farà qualcosa per cambiare le cose, credimi.»

Le mie parole sembrano in qualche modo convincerla. Ho l'impressione che Rosanne si fidi più di me che della sua ragazza e anche questo è così... sbagliato. Non ci si dovrebbe mai fidare di nessuno più che della persona che si ama. Soprattutto quando si parla di una relazione che perdura negli anni.

In breve tempo Rose se n'è andata ed io sono tornata da Tommy, il quale non fa altro che scrutare la mia espressione. Non mi infastidisce, so che questo è il suo modo di farsi dire da me anche le cose che mi sembra scorretto condividere perché non mi riguardano.

«Sai vero che i suoi problemi non sono i tuoi? Non fartene carico, fidati, non porta a nulla di buono. E lo sai.»

Un sospiro abbandona i miei polmoni.

Non è la stessa cosa, Tom. Lo sai. Non ho voglia di ripetertelo ancora. Con lei era diverso, con lei tutto lo era, sempre. Non puoi amare qualcuno senza farti carico dei suoi problemi, ed io la amavo. Qualcosa in me la ama tutt'ora, e domani questo non sarà diverso. Ma con Jane non è la stessa storia, non mi faccio carico dei suoi problemi. Però non posso ignorarli del tutto, sarebbe ingiusto. E io non voglio essere una persona ingiusta, Tom.

Tocca a lui sospirare, per poi voltarsi a guardare il sole.

«Non volevo dire quello che pensi. Solo, stai attenta, okay?»

Annuisco piano.

«Non preoccuparti Tom.»

A questo punto è il semplice silenzio a riempire lo spazio intorno a noi. Non abbiamo bisogno di parlare, conosciamo benissimo i pensieri l'uno dell'altra. E ci sono discorsi che è più opportuno restino confinati nella mente, perché certe cose, dette ad alta voce, diventano realtà. E questo, non sempre è un bene. Non sempre la scelta migliore è davvero la realtà.

I Frutti dell'IgnotoWhere stories live. Discover now