Capitolo 34 - Tramonti

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Sconosciuto

Mi sdraio sul prato, ansimante. Mi posso godere solo pochi secondi di pace prima che il mio amorevole cane Jack decida di mostrarmi tutto l'affetto che prova lavandomi la faccia con la sua lingua bollente, per poi cominciare ad ansimare proprio accanto al mio orecchio.

Mi volto a guardarlo, ritrovandomi i suoi occhi scuri puntati proprio su di me.

«Ti prego, facciamo una pausa» lo supplico. Lui, in tutta risposta, assume un atteggiamento altezzoso e trotterella via. Scuoto la testa di fronte alla pretenziosità del mio cane, come se non fossero due ore che giochiamo. Credo di aver corso più oggi che in tutta la mia vita.

«Guarda, l'hai offeso. Sei pessima» mi fa notare il mio amico, seduto comodamente alle mie spalle.

«Perché non mi dai un po' il cambio Tom? Sono sicura che Jack ne sarebbe contentissimo.»

Alle mie parole, il mio peloso amico si volta in direzione del biondo, pronto a mettere anche lui sotto esercizio fisico.

«Scusa bello» dice Tommaso, diffondendo la delusione sul volto del cane, il quale decide che la cosa migliore da fare a questo punto sia scavare buche nel terreno.

«Quindi questa sera tu ci sei?»

Annuisco, tenendo gli occhi chiusi e giocando con i fili di erba. Ci è voluto un po' a convincere mio padre a lasciarmi andare ad una festa in spiaggia, ma sono sicura che ne varrà la pena.

«Potresti invitare la tua amica, quella della caffetteria» propone disinvolto, sebbene io sappia bene che il suo obiettivo è quello di trasformarci in Barbie e Ken.

«Non mi sembra una buona idea Tom.»

«I suoi problemi con la sua ragazza non ti riguardano, te l'ho già detto. Tu provaci.»

«Si sono appena chiarite, non voglio seminare più discordia di quella che già c'è fra loro. Lei, la ragazza di Rose dico, mi sembra un tipo geloso e possessivo. E se io invito Rosanne, vorrà esserci anche lei ed io non ho intenzione di conoscerla.»

La verità è che so troppo di lei senza averla mai vista, inoltre da quello che mi ha detto Rose sembra una gran piantagrane, proprio il tipo di persone che io non sopporto. Non posso essere certa che questa sia la sua personalità, tuttavia ho la certezza che lei e Rose litigano di continuo e non mi va di assistere a uno di questi eventi in prima persona.

«Questo è un altro discorso. Ma se davvero si sono chiarite, prima o poi te la vorrà presentare» mi fa notare.

«Le dirò la verità. Adesso possiamo parlare di qualcosa che non sia Rose per favore?»

«Certo. Dimmi di come ti va all'università.»

«Non c'è male. Gli altri sono alquanto arroganti, credono di poterselo permettere solo perché studiamo psicologia. A parte questo, va tutto a gonfie vele.»

«Hai deciso se dopo continui oppure no? Non c'è molto tempo per decidere.»

«Penso che continuerò, sì. Credo che sceglierò psicologia criminale alla fine. Sarebbe forte.»

«Mi sembra un'ottima idea. Così saprò che saranno clementi quando ammazzerò qualcuno.»

Mi alzo sui gomiti e lo guardo, usando una mano per farmi scudo dal freddo sole di settembre.

«Cosa ti fa credere che io metterò una buona parola?»

«Semplice, perché mi adori!»

Scrolla le spalle, rivolgendomi uno dei suoi solari sorrisi. Scuoto la testa, mettendomi a ridere delle sue convinzioni.

«Continua a sognare!»

«Dai, alza quelle chiappe e vai a casa a metterti qualcosa di decente per stasera, Miss Criminologia. Ci penso io a Nerino.»

Mi sembra ironico come mi fidi di lasciarlo da solo col mio cane, ma non mi fiderei mai a lasciargli la mia bottiglia d'acqua in mano nemmeno per una decina di secondi. Anche se la ragione molto probabilmente è che il cane non me lo lancerebbe mai in testa.

Rientro a casa con un poco più di calma di quella che l'orario mi concederebbe e dai meandri del bagno sento provenire una delle domande più stupide di sempre.

«Tesoro, sei tu?»

«No, sono il postino, ho scassinato la porta e vi sto rubando tutte le banane!» grido in risposta. La controbattuta è un ben poco gentile consiglio sul da farsi nel tempo libero, naturalmente da parte di mia madre.

«Sicura di non aver cambiato idea sulla festa?» chiede mio padre, al quanto speranzoso.

«No, papà.»

«Quando eri piccola era più facile persuaderti. Bastava dirti che c'era il pasticcio per cena» si lamenta lui, mettendo su un finto broncio. Sorrido appena, come se alla tenera età di ventidue anni non la considerassi ancora una scusa più che valida per dare buca a chiunque, in qualunque momento. Però non è necessario che lui lo sappia: sarebbe disposto a cucinare pasticcio tutti i giorni pur di non farmi uscire la sera.

Mentre mi spazzolo i capelli, ancora una volta i miei occhi ricadono sulle stesse foto. In particolare, mi soffermo su quella scattata in spiaggia, al tramonto. Sospiro, voltando le spalle allo specchio ed uscendo di casa prima che ancora più ricordi possano invadere il mio sguardo, rendendomi cieca mentre Tommaso guida verso la nostra meta.

Uno dei miei ricordi preferiti, lo è anche per te? Oppure hai già dimenticato il modo in cui mi guardavi quella sera? Io non riesco a togliermelo dalla testa, non importa quanto ogni giorno quel momento sia più distante. Mi piacerebbe sapere se anche a te basta chiudere gli occhi per riuscire a vedere i miei, per sentire la sabbia fra i capelli, il rumore del mare e l'odore dell'acqua salmastra.

Arriviamo verso le otto e mezza, il sole è già basso ed io mi avvicino all'acqua, come se questo gesto potesse portarmi più vicina anche a Lei.

Vorrei che ci fossi anche tu questa sera. Vorrei quello che avevamo. Vorrei allontanarmi da tutti con te, scatenando i mormorii del gruppo. Vorrei affrontare il bagnasciuga e fare castelli di sabbia inguardabili. Vorrei poter avere tutto questo con te, un'ultima volta. Vorrei che quel che ci è successo non fosse stato sufficiente a dare un taglio a ciò che eravamo, ponendo la parola fine su quello che è stato il capitolo migliore di tutta la mia vita. Ma non importa quello che vorrei, perché, alla fine, la decisione definitiva è sempre stata solo tua. E, ad oggi, i ricordi di ciò che siamo state sono i soli veri tramonti che posso permettermi di ammirare.

I Frutti dell'IgnotoWhere stories live. Discover now