42.

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"Ricapitoliamo." Dice Neymar portandosi le mani alle tempie.
Si è rimesso la tuta, ed è seduto al tavolo di casa mia con un bicchiere di vino davanti.
"Tu hai smesso di prendere la pillola.. perché?" Chiede.
"Non lo so.. non.. ci ho pensato molto in questi mesi". Ammetto.
Sono una cogliona patentata.
"E .. io sono venuto dentro di te. Sia ieri che oggi." Continua. Arrossisco subito al pensiero.
"Lo sappiamo entrambi. Non c'è bisogno di ribadirlo." Dico.
"Io ero convinto che .. mi avevi detto che la prendevi .. allora.." cerca di mettere le parole una dietro l'altra.
"Non ti sto dando la colpa di nulla, infatti. Sono io ad essere una cretina". Rispondo.
Mi lascio cadere sul divano.
"Quindi .. significa.." inizia.
"Non significa niente." Lo interrompo rialzandomi bruscamente.
I suoi occhi mi osservano curiosi. Ha le guance rosse a causa del vino.
"Non è detto che è successo. C'è gente che ci prova per anni prima di riuscirci.. quindi.. ci stiamo preoccupando per nulla". Dico per tranquillizzare più me stessa che lui.
"Non sei per forza incinta?" Mi chiede con tono più leggero.
"No. Ma che dici. Non è detto che uno dei tuoi spermatozoi abbia fecondato .." mi interrompo.
Ma perché cazzo sto facendogli una lezione di biologia? Penso nervosamente.
"Cosa vorresti dire? I miei spermatozoi sono in perfetta forma." Dice con una punta d'orgoglio.
Alzo gli occhi al cielo.
"Non voglio attaccare la tua virilità. Ma semplicemente non è detto che è avvenuto. È improbabile al 50%." Dico.
"Quindi è anche probabile al 50%?" Mi incalza.
Sbatto il bicchiere sul tavolo e lo riempio di vino, raggiungendo quasi l'orlo.
"Se sei incinta non dovresti.." inizia ma io lo fulmino con gli occhi.
"Non sono incinta. Due volte non sono tante.. " dico per tranquillizzarmi. Ma so che in realtà ne basterebbe anche mezza, di volta.
"Quando potremo saperlo con certezza?" Mi chiede.
"Oh.. mai. Perché aspetterò il prossimo ciclo, che tanto mi arriverà. Quindi non c'è nulla da sapere". Dico.
"Non vuoi fare un test prima?" Mi chiede.
Scuoto la testa.
"Dovremmo comunque aspettare almeno 15 giorni dal rapporto a rischio prima di fare un test affidabile..." spiego un po' quello che so. Non ho mai avuto esperienze così dirette con il problema. Mi sono sempre protetta.
Sempre tranne ora.
"Ok. Con calma allora." Dice lui mandando giù ancora un sorso di vino.
Lo imito.
"E se .. mettiamo caso che..." inizia. Vedo che è in difficoltà.
"No." Dico.
"Non voglio nemmeno pensarci." Aggiungo.
"Tu vorresti, tenerlo?" Chiede.
"Non voglio parlarne. Tanto non è successo. Non parliamone nemmeno." Insisto.
Si poggia i palmi delle mani sugli occhi.
"Invece dovremmo parlarne perché direi che la cosa riguarda entrambi". Dice.
"Ancora non c'è niente che riguarda nessuno dei due. Pensiamo ad altro." Gli dico.
Lui alza le mani in segno di resa.
"Come vuoi Victoria." Conclude.
Si alza e rimette a posto la sedia sotto il tavolo.
Poi si passa le mani sul petto per sistemare la felpa, prima di avviarsi verso l'uscita di casa mia con andatura tranquilla.
Però quando arriva davanti la porta si blocca.
"Allora? Andiamo?" Mi chiede.
"Dove?"
"A casa mia. Hai detto che saresti venuta a vivere con me ricordi?" Continua.
"Con te. Non da te. Chi ha deciso se a casa tua o a casa mia?" Dico.
"Sai anche tu che casa mia sarebbe più comoda. Per Olimpia.. per te."
"Per me?" Chiedo confusa.
"Si, quando avrai il pancione non dovrai fare i gradini per arrivare all'ingresso di casa". Dice con tono ironico.
La prima cosa che trovo sul tavolo è un mandarino. Lo prendo al volo e glielo lancio.
Lo afferra in tempo.
"Hai smesso di lanciarmi roba contro per oggi?" Mi chiede divertito.
Il suo sorriso mi trasmette leggerezza e con tutta la paura che ho addosso è proprio quello di cui ho bisogno.
"Sono serio comunque..prendi un po' di roba per oggi, e domani farò portare tutto il resto." Mi dice.
Io lo amo. Lo amo follemente.
Alzo gli occhi al cielo.
Lui torna sui suoi passi e si avvicina.
Viene verso di me e mi abbraccia.
"Hai paura?" Mi chiede. Sono stretta tra le sue braccia, in questo momento non ho paura di nulla. È il dopo che mi preoccupa.
Annuisco stringendo tra le mani la sua felpa.
"Ti prometto che andrà tutto bene!" Mi dice.
Le sue labbra lasciano un bacio delicato sulle mie.
Mi avvicino e ricambio subito, mentre sto già cercando un contatto più profondo.
Schiudo le labbra per lui, che le esplora con gentilezza.
Quando gli porto le mani al collo geme sulla mia bocca.
"Continua così e ci sarà la terza volta.." mi dice.
Lo guardo senza capire.
Lui si sporge vicino al mio orecchio.
"Terza volta in cui vengo dentro di te.." mi sussurra.
Tutto quello che nel mio corpo non è già allo stato liquido, sembra sciogliersi.
Quest'uomo mi rende affamata di sesso come non lo sono mai stata in vita mia. Potrei farlo con lui di continuo.
Nonostante la paura, ho voglia di lui. Ancora e ancora.
"Andiamo." Mi riporta con i piedi per terra.
Mi limito ad annuire.
Indosso un cappotto, prendo le cose indispensabili, e insieme ad Olimpia mi chiudo la porta alle spalle.
Lo sto facendo davvero. Sto andando a vivere con lui. L'ansia mi distrugge.

"Amorcito ti ho stirato le camicie". Mi dice Maya appena entro in cucina.
Vado ad abbracciarla da dietro, e le do un bacio sulla guancia.
"Grazie. Ma non è necessario posso farlo da sola". La rimprovero.
"Amorcito, sei qui da due settimane ormai. Ancora non ti sei abituata?" Mi chiede.
Scuoto la testa e rubo un'arancia dal vassoio di frutta che mi trovo vicino.
La sbuccio con pazienza e inizio a mangiarla.
"Cosa ti preparo per cena?" Mi chiede ancora lei.
"Lui cosa mangia?" Le chiedo. Non voglio esserle troppo di disturbo. La mia dieta vegetariana le crea già problemi, voglio che abbia da fare il meno possibile a causa mia.
"Mi inventerò qualcosa. Tu cosa vuoi?" Mi chiede.
Rido.
"Allora, se posso.. avrei voglia di una zuppa di lenticchie". Dico dal nulla.
"E zuppa sia." Risponde lei entusiasta.
Subito prende le lenticchie dalla dispensa e le lava. Nel mentre Neymar spunta dall'ingresso.
È appena uscito dalla doccia, profuma ancora di bagnoschiuma.
Ha addosso una tuta nera molto larga.
Si posiziona dietro di me e mi abbraccia.
Prendo uno spicchio dell'arancia che sto mangiando e lo sollevo sopra la mia testa. Sento le sue labbra a contato con le mie dita mentre lo prende e lo mangia.
"Maya cosa si mangia sta sera?" Chiede dopo aver deglutito.
"Zuppa di lenticchie". Risponde lei.
Prendo un altro spicchio e lo alzo di nuovo in alto.
Le sue labbra mi baciano la mano delicatamente.
"Mangiala tu amore.." dice.
Per poco lo spicchio non mi ricade in testa.
Maya si gira a guardarci con ancora le mani sotto l'acqua. Gli occhi spalancati.
"Amore". Non mi ha mai chiamata così.
È .. strano. Bellissimo.
Il mio stomaco è in subbuglio. Tutto il mio corpo lo è, a dire il vero.
Mi ha chiamata amore. Nessuno lo aveva mai fatto prima in vita mia.
Abitiamo insieme a casa sua da due settimane, oggi è la prima volta che mi chiama così.
"O..ok" rispondo.
Mangio io quel che rimane dell'arancia con il cuore che galoppa.
Maya sorride e riprende a fare quello che stava facendo.
"Da quando sei qui stai meglio amorcito". Spezza il silenzio Maya. Gliene sarò grata.
"Sei più in carne. Prima eri troppo magra". Continua.
"Certo mi prepari di continuo le tue prelibatezze.." rispondo.
Lei ride.
"Non sono le prelibatezze.. è l'amore". Dice.
Neymar alle sue parole mi lascia un bacio sulla testa. Poi sento il freddo alle mie spalle, segno che si è spostato.
"Ti preparo un The?" Mi chiede parandosi di fronte.
Scuoto la testa.
"Un caffè?" Continua mettendomi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
Annuisco.
"Un caffè mi andrebbe.." dico.
Guardo quello che rimane dell'arancia che ho in mano e facendo spallucce la mando giù ugualmente, nonostante il mio palato stia già pregustando il sapore amaro del caffè.
Quando Neymar mi porge la tazzina ne faccio un sorso soltanto. All'improvviso mi sollevo scattando dalla sedia. Corro a più non posso fino al bagno più vicino, e mi abbasso a vomitare.
"Victoria." Sento Neymar chiamarmi.
È vicino.
Vomito tutto quello che ho mangiato, e quando ho finito mi sento meglio.
Mi pulisco la bocca e i denti, e poi lo guardo un po' scossa dallo specchio.
La sua faccia è pallida, gli occhi spalancati.
"Stai bene?" Mi chiede.
Annuisco.
"Compro un test di gravidanza". Dice serio.
Mi volto di scatto.
"No." Urlo quasi.
La sua espressione interrogativa.
"È stato il caffè.. mischiato all'acidità dell'arancia.." spiego.
Lui mi poggia le mani sulle spalle.
"Victoria.. dobbiamo farlo." Dice.
Scuoto la testa, mi rifiuto.
Lo supero e torno in cucina.
Maya mi aspetta con espressione preoccupata.
"Stai male amorcito?" Mi chiede.
"Forse è incinta". Risponde Neymar arrivando alle mie spalle.
Mi giro a rimproverarlo, ma non faccio i tempo perché Maya lancia un urlo molto acuto.

Dal primo sguardo Where stories live. Discover now