7.

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Riposiziono le mie AirPods nella loro custodia, dopo di che cerco di asciugarmi il sudore dal viso.
La mia sessione privata di allenamento oggi è stata molto intensa.
Mi guardo allo specchio e mi rendo conto che sono un disastro.
Ho i capelli scuri raccolti in una coda alta, indosso il mio completo preferito, leggins e top nero Gymsharks, però adesso è tutto fradicio.
Sono ricoperta di sudore da testa a piedi.
Dal viso l'ho tamponato, ma il resto del corpo ne è ricoperto.
Ho ancora il respiro affannato.
Mi infilo un cappellino, e dopo aver bevuto due enormi sorsi d'acqua, mi avvio verso l'uscita con il mio borsone in mano.
Questa sera i ragazzi avranno la loro prima partita da quando lavoro qui. Sono molto tesa. So che è presto ancora per vedere i risultati del mio lavoro.. però ho paura che possano farsi male, o che possa succedere qualcosa che lo comprometta.
Decido di non rifletterci troppo. Essere così apprensiva non mi porterà da nessuna parte.
Se dovesse succedere qualcosa, rimedieremo.
Faccio per aprire la porta, ma qualcuno mi precede, fiondandosi all'interno della palestra.
Sbatto direttamente con il petto, e la borsa che avevo in spalla mi cade a terra.
Neymar è di fronte a me, i suoi occhi mi stanno analizzando al millimetro. Sembrerebbe sorpreso di vedermi.
Dietro di lui Brad ed Alex interrompono il vociare che li ha accompagnati all'ingresso.
"Ehi! Che ci fai qui?" Mi chiede Brad.
Neymar sta ancora fissandomi, con evidente insistenza. Le sue labbra sono appena schiuse e gli occhi un vortice di colori sempre diversi.
Deglutisce rumorosamente. La sua bocca sembra essere secca.
"Ho finito adesso di allenarmi". Rispondo a Brad.
"Si vede." Risponde lui indicandomi.
"Ci hai dato giù pesante". Aggiunge Alex.
Annuisco.
Neymar ancora non fiata.
Lo guardo appena perché non voglio che mi veda.
Dopo l'altro giorno a casa sua, sono ancora in imbarazzo.
Con lui, a dire il vero, sono sempre in imbarazzo. Come ha potuto chiedermi da quanto tempo non faccio sesso?
Abbasso il viso, cercando di nascondermi sotto il cappellino.
Faccio per superarli e andare via, quando la voce di Neymar mi fa sobbalzare.
"Questa sera.. hai un posto vicino a Mike, in panchina". Dice, guardandomi per la prima volta negli occhi oggi.
Sento il cuore aumentare i battiti, pompare sangue in maniera troppo veloce al resto del mio corpo.
"A dopo." Riesco solo a dire.
Poi mi giro e sparisco svoltando l'angolo.
Nel tragitto fino alla mia auto cerco di riprendermi, di darmi una scossa. Come è possibile che Neymar mi faccia questo effetto?!
Mentre ci rifletto metto in moto l'auto e raggiungo casa mia.

Ho indosso il tailleur ufficiale della squadra. Sono nel nostro spogliatoio, giochiamo in casa.
L'ansia mi sta uccidendo.
Mi guardo allo specchio soddisfatta; ho fatto le onde ai capelli, mi sono truccata e sistemata per bene. La partita sarà trasmessa in televisione, non vorrei mai apparire al peggio di me stessa.
Quando i ragazzi arrivano, mi accolgono sorridendo.
Brad corre subito a chiedermi di Olimpia.
"Sta da Dio.. l'ho lasciata con la dog sitter sta sera". Rispondo mostrandogli qualche sua foto.
Entrano tutti, Neymar compreso.
Gli do le spalle, cercando di non diventare una preda facile.
Mike per ultimo si chiude la porta dietro.
"Ragazzi cambiatevi, ed usciamo a riscaldarci". Dice.
Lo saluto da lontano e gli vado incontro.
"Stai benissimo Viky". Mi dice.
"Grazie Mike, anche tu." Anche lui indossa un completo. Identico al mio, però al maschile.
Qualcuno dei ragazzi tossicchia.
Mi giro e vedo che stanno tutti guardando me.
Sono confusa.
"Ah, ma certo. Vado fuori, cambiatevi pure". Dico arrossendo.
Mi avvio verso l'uscita un po' in imbarazzo.
Incrocio per un istante lo sguardo di Neymar. I miei occhi devono trasmettergli tutta l'ansia che ho, perché mi rivolge un'occhiata apprensiva. E confusa.
Mi chiudo la porta alle spalle staccandomi a fatica.
Quando sono fuori emetto un sospiro e mi dirigo verso i distributori.
Prendo una bottiglietta d'acqua e bevo quanti più sorsi possibili. Devo calmarmi.
"Ehi". Sento dire alle mie spalle.
Un colosso di almeno due metri mi viene incontro. È alto, massiccio ed imponente. Porta i capelli biondi legati in un codino, ed indossa la tuta della squadra avversaria.
Mi sorride con un ghigno per niente piacevole.
"Ho sentito che sei nuova qui". Dice.
Annuisco e basta. Cosa vuole da me?
"Fai il preparatore atletico giusto?" Continua, ed il suo tono non mi piace per niente.
Annuisco ancora senza proferire parola.
"Piacerebbe anche a me fare preparazione atletica con te.. sai cosa intendo no?" Il suo tono inizia a darmi il disgusto.
Faccio per rispondergli a tono, ma mi ha già bloccata piazzandomi la sua gigante mano davanti.
"So che sei il nuovo giocattolino di Neymar.. e sai io e lui abbiamo un conto in sospeso ..." dice ed inizia a girarmi intorno.
Cerco di prendere le distanze, ma mi sovrasta.
"E credo che tu potresti essere l'occasione per regolare i conti..." continua.
Sono disgustata, sento arrivare i conati di vomito. Vuole ricattarmi? Con cosa?
"Ti sbagli, io non sono affatto il giocattolino di nessuno." Riesco a rispondere.
Sto andando in ansia.
Lui ride.
"Oh si. Ho visto come ti guarda. Non ci sei già andata a letto, vorrai dirmi?" Chiede quasi avvicinandosi al mio orecchio.
Senza pensarci allungo una mano e lo colpisco sul viso. Il suono di uno schiaffo rimbomba nell'atrio vuoto.
Siamo soli, sono tutti in spogliatoio.
Lui non sembra sorpreso, sorride.
"Una tigre.. non mi aspettavo di meno da Neymar.." dice toccandosi il punto in cui l'ho colpito.
"Mettiamola così.. se non mi aiuti, diciamo che io potrei involontariamente fargli del male durante la partita". Dice, con uno tono glaciale.
Trasalisco.
Non sto capendo più niente, mi sta minacciando. Se non lo aiuto gli farà del male.
Sento il cuore battere all'impazzata.
Sono paralizzata.
"Ma guarda un po'.. che coppietta ben assortita". Neymar arriva con le braccia conserte alle spalle di questo ragazzo.
Lui si volta subito a guardarlo in cagnesco.
"Ehi Neymar. Mi fa strano non vederti circondato da donne.." lo punzecchia. Ma non c'è ironia nel suo tono.
"Luis, cosa vuoi?" Domanda Neymar seccato.
Sono ancora immobile, come se guardassi da spettatrice questa scena surreale.
"Stavo giusto invitando la nuova arrivata a cena fuori.. cosa ne pensi?" Chiede sorridendo Luis.
Neymar mi guarda per una frazione di secondo, ed i suoi occhi mi tranquillizzano appena.
Poi torna a guardare Luis, fa spallucce e ci supera per arrivare al distributore.
"Divertitevi.." risponde.
Tutto qui.
Luis non sembra gradire la sua indifferenza, vuole stuzzicarlo ancora.
"Oh io mi divertirò sicuramente con lei.. puoi dirlo forte". Continua a provocarlo.
"Senti, hai frainteso, non c'è niente tra noi." Ritrovo la parola finalmente.
Luis scoppia a ridere.
"Credi sia venuto qua fuori casualmente, lui?" Chiede indicandolo.
Neymar impassibile ci da le spalle.
Raccoglie la bottiglia d'acqua che ha appena fatto cadere giù, e si rigira verso di noi.
Con passo lento ci passa di nuovo davanti.
"Ti sbagli. Lei non mi piace. Non è il mio tipo Luis. Dovresti saperlo .." dice facendogli l'occhiolino.
Non aspetta nemmeno risposta, va via lasciandoci li.
Ha ribadito per l'ennesima volta il concetto. Ho perso il conto ormai di quante volte mi abbia detto che non gli piaccio o che non sono il suo tipo.
Allora perché mi invita a casa sua e si comporta da amico? Ma sopratutto perché mi bacia? Ed io, perché glielo permetto?
Mi sento ancora una volta in balia delle montagne russe di Neymar.
Rimango un po' confusa, forse ferita, da quello che ha detto.
"Ci sei rimasta male? Beh lui è così. Vi illude tutte. Vi usa e poi vi butta!" Mi da una pacca sulla spalla e si allontana di qualche passo.
"Ma ci penserò io a lui.. " dice avviandosi.
In cosa cavolo sono finita in mezzo?
Mi incammino subito verso lo spogliatoio, ma mentre sono quasi a metà strada, vengo afferrata e trascinata dentro una stanza. È una piccola infermeria. O meglio un deposito di materiale sanitario.
Non riesco ad oppormi, e non lo faccio quando noto che è Neymar.
"Ma sei pazzo?" Gli chiedo accigliandomi.
Lui indossa la divisa ufficiale compresa di scarpette. Mancherà poco all'ingresso in campo ormai. Cosa ci fa qua?
In questa stanza siamo comunque troppo stretti. Basterebbe un passo per toccarci.
"Victoria ascoltami, tu non devi uscire con quel ragazzo". Dice parlando di fretta.
"Non esce con te per interesse. Vuole colpire me." Continua.
"Quindi siccome non piaccio a te non devo piacere a nessun altro." Rispondo.
Le sue parole sono impresse nella mia mente, non riesco a farle sparire.
Lui alza gli occhi al cielo.
"Abbiamo già parlato di questo. E credimi lo sto dicendo per te. È un tipo pericoloso, è fuori di testa". Continua lui.
Si è vero, mi ha dato proprio l'impressione di una persona folle. Ma non gliela darò vinta.
Se ripenso a come mi ha trattata davanti a Luis tremo di rabbia.
"So badare a me stessa. Non impicciarti. Pensa ai fatti tuoi. Non ti piaccio giusto? Non sono il tuo tipo? Allora ignorami Neymar." Dico con tono gelido fissandolo negli occhi.
Occhi in cui cerco di non annegare.
Il suo respiro si fa più pesante.
"È incazzato con me. Ed ha capito che .." non finisce la frase.
Si interrompe a metà e mi guarda negli occhi.
Vedi il suo sguardo impazzare tra le mie pupille e le mie labbra.
"Ha capito cosa?" Lo incalzo.
"Ha capito come colpirmi." Dice.
"Deve credere che non ho alcun interesse verso di te". Continua.
"Lo hai ribadito forte e chiaro. Per la centesima volta." Dico allargando le braccia per enfatizzare.
Lui gira la testa e sospira nervoso.
"Senti .. io non ho capito cosa vuoi da me. E a questo punto nemmeno voglio capirlo. Mi odi, non ti piaccio, mi difendi dai pettegolezzi , mi baci, mi inviti a casa tua, fai lo stronzo.. non riesco a starti dietro. Ma questa sera ho capito. Credevo fossimo amici. Ma non lo siamo." Dico seria.
Il suo sguardo è strano. Mi osserva con curiosità.
"Mi arrendo. Cerchiamo di limitarci a parlarci solo per questioni di lavoro." Continuo.
Lui abbassa lo sguardo.
Forse è quello che vuole anche lui. Non si oppone, non cerca di spiegarmi..
Lo stomaco mi brucia, e tanto.
"Ti dirò solo un'ultima cosa. Sta attento, Luis ha minacciato che se non sarei uscita con lui ti avrebbe fatto male sul campo. Sta attento Neymar". Dico prima di uscire e sbattermi la porta alle spalle.
Bene.
Anzi, benissimo.
Sono a pezzi. E non so nemmeno io il perché.

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