40.

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I miei occhi continuano a vagare sul suo corpo coperto dal pesante tessuto delle coperte.
"Ti amo." Ha detto. E lo ha detto con gli occhi lucidi, sinceri.
Lo ha detto. E il mio cervello ha smesso di funzionare.
Osservo ogni sua ciocca di capelli, spettinata furiosamente dalle mie mani prima.
Osservo le sue palpebre morbide e lisce e le ciglia così dannatamente lunghe.
La sua espressione mentre dorme è angelica.
Mi metto di nuovo distesa, e con il viso rivolto verso la finestra osservo il vento calmarsi fino a sparire del tutto.
La bufera è finita. Ma non mi va di svegliarlo per andare via.
Ho avvisato Elise subito dopo cena che sarei tornata l'indomani.
Lo bacio dolcemente sulla fronte, poi sulla punta del naso, ed infine sulle labbra.
Poi mi stringo a lui, e finalmente il mio cuore mi permette di addormentarmi.

Quando la sveglia mi preleva dal mondo dei sogni sono solo le 7:00. L'avevo impostata per andare a correre.
La spengo, mentre anche Neymar si inizia a svegliare.
Fuori è ancora buio, il sole deve ancora sorgere.
Mi metto a sedere, tirandomi le coperte fino al mento.
"Buongiorno.." lo sento mugugnare. La sua voce assonnata è ancora maledettamente più sensuale di prima.
"Buongiorno." Rispondo schiarendomi la gola.
Pian piano si gira verso di me.
Ha gli occhi socchiusi, l'aria beata.. sembra così felice.
Arrossisco e lo sento subito.
"Lo sai che se non partiamo immediatamente faremo tardi all'allenamento?" Dice guardando l'orologio che ha al polso.
Sobbalzo, ed è come se la mia bolla mi scoppiasse attorno.
Eccoci, pronti a tornare alla realtà.
"Forza." Gli dico alzandomi velocemente.
Lui mi imita subito. Non appena si scopre, noto che il suo membro è ben eretto.
Lo guardo senza nasconderlo e probabilmente con espressione inebetita.
Lui mi sorride.
"Più tardi..ancora..e ancora.." dice a voce bassa.
Ci sorridiamo maliziosamente custodendo questa promessa.

Neymar in strada ha corso quanto più possibile, sono grata di essere arrivata qui viva.
"Hai altre tute in spogliatoio vero?" Mi chiede mentre entriamo.
Annuisco.
"Mi serve un caffè prima. Senza caffè non se ne fa nulla". Dico deviando subito la nostra corsa.
Tra dieci minuti dovremmo essere già in campo, e dobbiamo ancora cambiarci. Ma senza caffè non riesco.
"Ci vediamo in campo, tu va". Gli dico.
Mi attrae a se, mi da un bacio veloce e corre via sorridendo.
Il mio cuore sta facendo le capriole.
Raggiungo la caffetteria a passo svelto, ed ordino subito un espresso.
Arriva il più veloce possibile, e me lo porto subito alle labbra.
"Victoria". Sento chiamarmi.
Per poco non mi va storto l'unico sorso che ho fatto.
Mi giro.
"Evelyn." Dico sorridendo falsamente.
"Come stai?" Mi chiede.
Indossa un pezzo unico, un tutone aderente in latex, e stivali neri sopra. I boccoli biondi sparsi sulla scollatura.
Ho i conati.
"Scusa ma sono di fretta". Le dico dandole le spalle.
"Per favore, di a Ney di rispondere ai miei messaggi". Mi dice.
Alzo gli occhi al cielo, ed inizio a ribollire come una caffettiera.
"Senti. Neymar sta con me. Smettila di provarci con lui." Le dico con tono tranquillo.
Lei ride, sbeffeggiandomi.
"Quando mi ha chiesto di raggiungerlo in Inghilterra non stavate insieme però? O forse si?" Mi chiede mettendosi un dito sul mento e guardando in alto con finta aria interrogatoria.
Deglutisco.
Cosa? Neymar le ha chiesto di raggiungerlo in Inghilterra?
"Sono tutte stronzate. Inventatene di meglio." Le dico.
Lei sorride ancora.
"Chiedilo a lui se non ci credo.. o anzi.." si avvicina, ed io arretro.
Il suo profumo pungente mi solletica le narici. Vorrei starnutire.
Mi gira il telefono e mi mostra una sua foto. È seduta accanto a Neymar; sono su un divanetto di un locale probabilmente. Lei sorride guardando la fotocamera.
Lui ha la testa reclinata sulla spalliera e gli occhi persi nel vuoto. Sembra sbronzo.
Però è innegabile che siano insieme. E la data che Evelyn mi mostra coincide. Il luogo pure.
Non le rispondo. Lascio i soldi vicino al caffe ancora caldo e scappo via.
Neymar le ha chiesto di raggiungerlo a Londra? È stato con lei e non me lo ha detto.
Cosa avranno fatto? Perché?
Mi cambio velocemente e a passo di marcia entro in campo.
Sono nervosa, tanto. Troppo. Forse ha tanta fretta di andare a vivere con me per far passare i sei mesi in Inghilterra in secondo piano?
Sono furiosa. Calcio un pallone lasciato davanti la porta vuota.
Si muove come un siluro e si piazza nel l'angolo in alto.
Poi mi avvio verso Mike.
I ragazzi sono tutti già in campo che si riscaldano, Neymar compreso.
Lo vedo cercarmi con lo sguardo, ma sta volta non lo eviterò. No, basta giocare in difensiva.
"Mike." Lo chiamo.
Lui mi sorride e si avvicina.
"Cosa c'è in programma oggi?" Chiedo.
Lui mi scruta curioso.
"Avevamo detto di lavorare sui tiri in porta." Dice.
Annuisco.
"Tutto bene Vic?" Mi chiede.
"Splendido. Tutto splendido". Rispondo.
Mike prepara il lavoro mandando Alex in porta. Li fa lavorare su diverse tecniche di tiro, mentre io preparo i guantoni per Alex.
Glieli porgo mentre si piazza in porta.
"Va tutto bene?" Mi chiede.
Scuoto la testa.
"Sapevi che Neymar ha chiesto ad Evelyn di raggiungerlo in Inghilterra?" Gli chiedo guadandolo negli occhi.
"Se lo sapevi.. devi dirmelo."
Lui sgrana gli occhi.
"Non ne avevo idea, ne sei sicura? Non ha mai detto nulla del genere ne a me ne agli altri." Mi chiede allacciandosi il guantone destro.
"Me lo ha detto poco fa Evelyn in caffetteria.. e mi ha anche mostrato una foto." Rispondo.
Lui alza gli occhi al cielo.
"Se te lo ha detto lei non darei tanto credito alla cosa". Dice.
Anche il guantone sinistro è apposto.
"Parlane con lui. Non fidarti di Evelyn." Mi suggerisce.
Forse ha ragione. Sappiamo tutti che l'obbiettivo di Evelyn è mettersi tra me e Neymar, però la foto non è come le parole. La foto è una prova concreta.
Sbuffo.
Neymar si incammina nella mia direzione, gli occhi che mi scrutano preoccupati.
Ho il pallone tra i piedi, così mi abbasso a raccoglierlo.
Quando è abbastanza vicino glielo scaglio contro abbastanza violentemente.
"Inizia tu." Gli dico.
Lui è riuscito ad afferrarlo al volo, ma non sta capendo la mia reazione.
Continua ad osservarmi mentre va a calciare la palla. Mi osserva anche subito dopo che entra in porta sbaragliando il tentativo di Alex di fermarla.
Gira e invece che rimettersi in coda con gli altri viene verso di me a passo svelto.
"Che succede Victoria?" Mi chiede allargando le braccia.
"Dimmelo tu." Rispondo a bassa voce.
Lui mi guarda confuso.
"Cosa dovrei dirti?" Mi chiede.
"Per esempio perché Evelyn era in Inghilterra con te." Dico.
I suoi occhi si sgranano, e lui rimane a bocca semi aperta.
"Aspetta.." inizia, ma Mike lo richiama subito a giocare.
"Non saltare a conclusioni affrettate. Fammi spiegare". Mi dice allontanandosi.
Allora è vero. Non ha negato. Ha trascorso tutta la notte con me. Ha avuto quindi migliaia di occasioni per dirmelo. Invece ha scelto di tacere.
Prendo il pallone più vicino che mi ritrovo, lo lancio in aria e lo colpisco con la gamba alzata. Il tiro è forte e ben piazzato, colpisce Neymar dritto sulle spalle.
Si girano tutti a guardarmi, lui compreso.
"Mi fai schifo." Gli urlo.
Raggiungo Mike a passo veloce.
"Ti prego di scusarmi. Di pure che sono assente ingiustificata oggi".
Poi giro il culo ed esco dal campo senza aspettare nessuna reazione, nessuna risposta.

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