12.

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Quella stessa sera decido di farmi un bagno caldo infinitamente lungo. Mi concedo anche un bicchiere di vino rosso, che sorseggio pensierosa.
Faccio qualche cerchio nell'acqua con le dita,mentre rifletto.
Quello che ha detto Neymar mi ha ferita profondamente. Avrebbe preferito non conoscermi.
Si, mi ha già detto cose poco carine in passato.. ma questa mi rattrista davvero tanto.
Perché, poi? Cosa voglio veramente da lui?
Possibile che io... no. Non finisco nemmeno di formulare il pensiero.
Mando giù tutto d'un fiato quello che rimaneva nel mio calice, ed esco dalla vasca.

Mezz'ora dopo sono in pigiama distesa sul mio letto.
Indosso una maglia lunga fino a metà coscia, e dei calzini. I capelli lunghi e puliti mi ricadono sulla schiena in morbidi ciuffi profumati.
Olimpia questa sera è irrequieta. La sento ringhiare al portone di casa, e la cosa mi stranisce parecchio.
Mi alzo e la raggiungo.
"Olly.." le dico a bassa voce.
Lei mi ignora. È piantata davanti la porta d'ingresso con le zampe anteriori aperte e le zanne in bella mostra.
Non è un comportamento normale. Non lo ha mai fatto.
So che Olimpia è un cane intelligente, so che non è un gioco. Mi fido di lei e decido di approfondire.
Giusto per curiosità decido di andare a controllare dallo spioncino della porta. Molto probabilmente staranno facendo le pulizie condominiali.
Ma quando stringo l'occhio attraverso la piccola lente, l'immagine che mi trovo davanti mi fa sussultare.
Luis è in piedi davanti a me. Si guarda intorno, e di tanto in tanto si protende con l'orecchio verso la porta.
Il cuore inizia a battere velocemente, mentre le gambe minacciano di cedere.
Cosa ci fa qui? Come ha scoperto dove abito?
Prendo Olimpia dal collare e restando in silenzio la trascino verso la mia camera da letto.
Chiudo la porta a chiave senza fare rumore e recupero subito il mio telefono dal letto.
Mi abbasso a terra ad accarezzare e baciare la mia cucciola. È stata bravissima.
Con le lacrime agli occhi, e mentre mi impegno a mantenere i nervi saldi, scorro la mia rubrica.
Quando trovo il suo nome, premo subito sulla cornetta.
Dopo solo due squilli risponde.
"Victoria?" Dice Neymar.
Di sottofondo sento musica, voci, urla.. è in qualche locale.
Cerco di non scoraggiarmi.
"Cosa vuoi piccolina?" Dice poi, con tono canzonatorio.
Avrà bevuto?
Sento la voce di una donna particolarmente vicina.
"Ehi butta giù quel coso Ney..."
Stringo gli occhi a due fessure e mi sforzo di non chiudergli il telefono in faccia.
Non é affatto scosso dalla nostra lite, vedo. D'altronde perché dovrebbe esserlo?
Adesso però non posso pensare a queste cose, ho paura. Devo mettere l'orgoglio da parte.
"C'è ... Luis". Dico soltanto.
Lui non risponde. Passano un paio di secondi, dieci, venti, non lo so, dopo di che la musica e le voci spariscono. Non sento più niente.
"Dove?" Mi chide lui.
"È fuori la porta di casa mia. Io... Olimpia ringhiava, ho guardato dallo spioncino ed era lì.. io.." farfuglio, e sento il panico assalirmi.
Gli occhi si bagnano subito di lacrime.
"Victoria, dove sei ora?" Mi chiede. Sento subito il rombo della sua auto, che è evidentemente stata messa in moto.
"Io mi sono chiusa a chiave in camera da letto". Dico asciugandomi una lacrima con la mano.
"Rimani lì. Non uscire per nessun motivo Victoria hai capito?" Mi dice con tono serio. Non ammette repliche.
"Si". Rispondo.
"Sto arrivando Victoria, ok?" Continua lui.
"Si".
"Dammi solo cinque minuti, sono li. Non avere paura". Continua a rassicurarmi.
Rimango in linea con lui ancora un po', mentre continua a chiedermi se sento rumori o altro.
Poi sento la sua auto spegnersi.
"Sono giù. Arrivo. Rimani chiusa li dentro". Dice.
Deve aver corso parecchio con l'auto per essere qui in così poco tempo.
"Ti vengo incontro." Dico alzandomi.
"No. Ferma dove sei". Mi urla quasi.
Passa meno di un minuto, in cui io sono terrorizzata.
E se Luis gli farà del male? D'altronde è di lui che vuole vendicarsi.
"Aprimi". Dice ad un certo punto.
Apro la porta della camera da letto e corro verso quella d'ingresso, seguita da Olimpia.
Quando la raggiungo, giro la chiave e la spalanco velocemente.
Neymar è di fronte a me, il suo viso è pallido.
Indossa un jeans chiaro, ed una t-shirt blu sopra. Al collo qualche collana, ed i soliti orecchini sparsi lungo i lobi delle orecchie.
Lo guardo negli occhi un istante, prima di lanciarmi tra le sue braccia.
Appoggio la testa sul suo petto e lo stringo forte.
Dopo un primo momento di confusione, lui ricambia la stretta.
Vorrei solo rimanere così, per tutta la notte.
Ma il pensiero di Luis riaffiora subito, quando noto un altro mazzo di fiori. Come quello di sta mattina. È poggiato affianco la mia porta.
Anche Neymar lo ha notato.
"Entriamo". Mi dice spingendomi dentro.
Richiudo la porta alle nostre spalle, e faccio quanti più giri di serratura possibili.
"Io.." inizio, ma non riesco a dire altro.
Neymar si abbassa a coccolare Olimpia.
"Ottimo lavoro cucciola. Sono orgoglioso di te". Le dice accarezzandola.
Poi si alza e viene verso di me.
Dio, perché non mi sono cambiata mentre ero di la? Così vestita sono ridicola.
Arrossisco e distolgo lo sguardo dai suoi occhi.
"Victoria non è più sicuro qui per te" dice lui serio.
"Devi spostarti". Aggiunge.
"Questa è casa mia.. io non voglio." Rispondo.
"Victoria non hai capito. Non te lo sto chiedendo". Mi urla contro.
Mi salgono le lacrime agli occhi, ancora. Questa serata è davvero piena di emozioni.
La sua espressione si addolcisce mentre mi guarda asciugarmi una lacrima.
"Dovremmo chiamare la polizia.. loro.." ma non riesco a finire.
"Loro non faranno un bel niente perché non abbiamo nessuna prova concreta. Pensi che non lo abbia già fatto? Se non ci procuriamo qualche prova concreta, non ci crederanno mai". Dice.
Tiro su col naso, e lui mi guarda squadrandomi dalla testa ai piedi.
"Cosa gli hai fatto?" Chiedo.
"In che senso?"
"Perché Luis c'è l'ha a morte con te?" Specifico.
Lui distoglie lo sguardo, fa un'espressione amara e mi da le spalle.
Si appoggia con le braccia alla spalliera del divano e guarda a terra.
"È una storia lunga.." dice.
"Merito di saperlo." Rispondo subito.
Lui scuote la testa.
"Io e sua sorella.. avevamo una storia un paio di anni fa. Eravamo davvero piccoli, è stata una cosa passeggera. Almeno per me..Quando poi la mia carriera ha iniziato ad ingranare io l'ho lasciata. Potevo avere donne più belle e più interessanti." Confessa. Lo guardo male.
"Diciamo che non mi sono preoccupato di ...nascondere le mie avventure. Sua sorella, Sofia, a quanto pare, è caduta in depressione. So che tutt'ora non sta bene. E la colpa.. è solo mia". Conclude.
Sono confusa da tutta questa storia.
"Sua sorella è caduta in depressione a causa di un tuo tradimento?" Cerco di sintetizzare.
"Se vuoi essere riduttiva.. ma l'avevo già lasciata. Non l'ho tradita. Anche se lei non ha mai accettato la rottura".
Cerco di prendermi un secondo per elaborare tutto.
Mi passo una mano sulla fronte.
"Ok..ok". Dico.
"Lui è convinto che il malessere di sua sorella dipende da me, e per questo sono anni che minaccia tutte le donne a cui mi avvicino.. per .. farmela pagare. Vuole che rimanga solo, come sua sorella". Conclude.
Deglutisco.
"Brutta storia..." mi sento solo di dire.
C'è poco da aggiungere. Sono molto rammaricata per Sofia, ma la vita dopo le rotture deve continuare. La gente entra ed esce dalla nostra vita di continuo.. ma forse non so cosa si prova ad essere innamorata, e non posso capirla.
Non mi sento di giudicarla.
"Fai le valige, vieni a casa mia". Dice.
"No. Magari parlando con Luis e dicendogli che ti dispiace potremmo sistemare.." non mi lascia finire.
"Non c'è un cazzo da sistemare. È pericoloso.". Sbraita interrompendomi.
"È già successo Victoria. Questa è una storia che si ripete. So di cosa è capace".
Non rispondo.
"Non vieni? Bene, rimango io allora." Dice togliendosi le scarpe.
Le ripone all'ingresso e mi osserva a braccia conserte, aspettando forse che io ribatta.
Faccio spallucce.
"Abbiamo già dormito insieme. Pensi che mi scandalizzerò?!" Dico dandogli le spalle.
"Ho intenzione di rimanere a lungo". Mi dice, sempre fermo sul punto in cui si trovava prima.
Mi volto a guardarlo a bocca aperta.
"Cosa?" Chiedo.
"O vieni tu, o rimango io". Dice.
Faccio per parlare, per ribattere, per discutere.. ma non ho le forze ora.
"Litighiamo domani, ok?." Dico versando ancora un po' di vino nel calice di prima.
Mi siedo, e sono sfinita. Tutte le emozioni di oggi mi hanno distrutta.
"Mi faccio una doccia.." annuncia.
Non rispondo nemmeno. Rimango seduta a bere.
Non oso immaginare cosa comporterebbe la sua presenza fissa a casa mia.
Non voglio nemmeno pensarci. Anche se infondo.. non so se mi dispiace poi così tanto.

Dal primo sguardo Where stories live. Discover now