6.

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Oggi la situazione è parecchio strana. I ragazzi in campo sono tranquilli; nessuno che scherza o si distrae. Io e Mike ci guardiamo perplessi.
Lavoro con un gruppetto di loro fino all'ultimo minuto, e tutto va per il meglio. Ascoltano, eseguono, e migliorano.
Neymar oggi si è allenato con Mike, ma l'ho beccato ad osservarmi di continuo.
Concluso l'allenamento prendo la mia felpa e insieme a loro mi avvio verso gli spogliatoi.
"Viky, prendiamo una pizza a casa di Neymar sta sera. Giochiamo un po' ai videogame .. cose tranquille. Vieni?" Mi chiede Brad.
Scuoto la testa.
Dopo l'ultima volta mi sono ripromessa di non partecipare più ai loro incontri fuori.
"Dai Viky!! Non faremo tardi." Insiste lui.
Io scuoto ancora la testa.
Il solo pensiero di andare a casa di Neymar mi intimorisce esageratamente.
"Dovresti.. venire". Qualcuno dice alle mie spalle, e lo riconosco subito.
Gli altri affrettano il passo e si allontanano da noi; il che mi stranisce.
"Non credo proprio". Rispondo a Neymar.
"Giuro che sarà una cosa tranquilla, intima. Solo noi del club". Dice.
Mi giro e guardarlo e noto subito che la sua divisa è sudata, i capelli scompigliati e l'aria stravolta, ma è comunque bellissimo.
"È meglio di no." Insisto.
Questa volta non posso cedere.
Lui si avvicina pericolosamente, spingendomi con le spalle al muro.
Di nuovo. È abitudine ormai.
"Hai già dei programmi?" Chiede.
Scuoto la testa.
"Allora devi venire se vuoi recuperare questo." Dice alzando il mio portafoglio in mano.
Quando lo ha preso?
Merda. Lo conosco e so che ribattere o sfidarlo non porterebbe a nulla.
"La mia Olimpia.. non posso lasciarla sola". Dico.
Lui assume un'espressione confusa e corruccia la fronte.
"Olimpia... Olimpia.. è tua..tua figlia?" Mi chiede balbettando.
Annuisco.
"Devo portarla se vuoi che venga". Dico.
Lui deglutisce a fatica, la gola sembra secca.
"O.. ok. Nessun problema". Conclude poi.
"Ti faccio avere l'indirizzo". Aggiunge, e va via.
Appoggiata ancora di spalle, ridacchio senza farmi sentire.

Alle 20:00 io ed Olimpia siamo fuori casa di Neymar. Lei è al guinzaglio, ma se anche la liberassi so che non andrebbe da nessuna parte senza di me.
Olivia è un Pointer tedesco a pelo corto, ed anche la cosa più importante della mia vita.
Neymar aveva ragione, la situazione è tranquilla. All'ingresso due uomini alti e grossi quanto un palazzo mi lasciano entrare.
Casa sua è.... Wow. Pazzesca.
È una villa di lusso. Tutto arredato in stile moderno. È divisa su due piani e al piano terra si trova anche una piscina.
Tutta la struttura è coperta da grandi vetrate e diversi campi sono sparsi intorno. Da calcio, da golf.. ma quando ha il tempo di giocarci?
Uno dei ragazzi che era all'ingresso mi accompagna alla porta, dopo aver fatto una carezza ad Olimpia.
Quando entro ho il cuore che batte a mille.
Dentro la casa è esattamente come immaginavo: lusso puro.
Mi prendo qualche istante per guardarmi intorno.
Sono senza fiato.
"Ehi.." una voce mi riporta alla realtà.
Neymar indossa un jeans ed una felpa. È così strano vederlo senza tuta o divisa del club.
Sorride e si avvicina. I suoi occhi sono confusi.
"Lei..." indica Olimpia.
Aspetto che finisca la frase.
"Lei.. Olimpia?" Chiede più al cane che a me.
Non appena pronuncia il suo nome lei scodinzola.
"Si." Rispondo.
Lui si abbassa a terra e allunga una mano nella direzione di Olimpia tenendola bassa.
Lascio andare il guinzaglio e lei si avvicina ad annusarlo.
Dopo un primo momento di presentazioni, si lascia andare alle coccole.
Neymar la accarezza con tenerezza, è una scena bellissima.
"Io credevo avessi un figlio." Dice lui.
"Eccola. Lei è mia figlia". Dico indicando Olimpia.
"Sei una sciocca. Non sai che sollievo..." si lascia sfuggire.
"Che sollievo? E perché?" Chiedo curiosa.
Fa spallucce.
"Così". Risponde poi.
"Casa mia non è adatta ai bambini". Aggiunge.
Annuisco.
"Stai tranquillo perché Olimpia non sporcherà dentro ne farà alcun tipo di danno". Mi sento di rassicurarlo, tutto qui dentro costerà un patrimonio.
"Tranquilla, non ci sono problemi." Dice alzandosi.
"Seguitemi". Continua.
Io ed Olimpia camminiamo in fila indiana dietro di lui, che ci conduce in un salotto enorme. In fondo c'è uno schermo tv gigantesco. Divani e mobili ovunque. In giro non trovo però nemmeno una foto o oggetto personale di Neymar. Sembra tutto così... vuoto. Bello, ma vuoto.
Alcuni dei ragazzi della squadra, non tutti, sono sistemati tra divani e tappeti.
Li saluto, ma loro non mi rispondono nemmeno. Vanno subito in visibilio per Olimpia.
"Falla avvicinare". Insistono.
Do il comando alla mia cucciola, che si allontana da me per avvicinarsi a loro e curiosare in giro.
"Perché non hai un Golden come tutte le ragazze normali?" Mi chiede Neymar.
Faccio spallucce.
"Tra me ed Olly è stato amore a prima vista. L'avrei presa anche se fosse stata un ragno". Dico.
"Complimenti per la reggia". Dico con una punta di ironia.
Lui infatti coglie la mia battuta e ride.
"Non credo che tu sia nella posizione di criticare, non sembri passartela male". Mi risponde.
"Ti assicuro che non guardano 90 milioni all'anno". Dico ridendo.
"Sai anche quanto prendo? Beh allora sei una mia fan". Risponde.
Lo fulmino.
"È tutto scritto sulle vostre schede. Non sono ossessionata da te, stai tranquillo". Mi difendo.
"Mh.. peccato." Dice prima di dileguarsi.
Ritorna qualche minuto più tardi con le pizze in mano; i ragazzi le dispongono al centro del tavolo, e mentre fanno qualche partita alla PlayStation la divoriamo.
Olimpia è seduta affianco a me. L'ho addestrata con molto impegno, e il suo comportamento ne è la dimostrazione.
"È uno spettacolo. Ha il cibo davanti e sta immobile come una statua". Dice Brad.
"Sai che i Pointer sono cani famosi per la capacità di stare immobili e mimetizzati? Sono i perfetti cani da caccia". Spiego.
Mi fanno tante domande su Olimpia, e rispondo a tutti piacevolmente colpita dal loro interesse.
Se solo avessi saputo che sarebbe bastato un cane per integrarmi, l'avrei portata prima.
Neymar si alza a prendere da bere e quando torna prende posto accanto a me.
"Tieni." Mi allunga il mio portafoglio.
Lo afferro al volo.
"Sei sleale. Avrebbero potuto fermarmi senza patente .." dico rimproverandolo.
"Giochi sporco". Aggiungo.
"Non saresti mai venuta altrimenti". Commenta.
"Ho visto la tua data di nascita, comunque ". Mi punzecchia.
"Hai curiosato tra le mie cose?" Sbraito.
Annuisce.
"Oltre alle varie tessere sportive non hai niente di scabroso come immaginavo. Tessera della piscina, di due palestre, del tennis, dello snowboard... ma quando trovi il tempo?" Mi chiede.
Faccio spallucce.
"E tu quando trovi il tempo di goderti questa casa?" Chiedo in risposta.
"Mai. E comunque sarebbe sempre vuota". Ammette sincero.
Nei suoi occhi vedo un velo di tristezza.
"Ecco perché ho preso Olimpia. Ero stanca della solitudine." Dico come per consolarlo. So cosa prova.
Il suo sguardo si ferma sui miei occhi, e così restiamo in silenzio a fissarci per qualche secondo.
"E quindi, ora che sai quanti anni ho?" Chiedo schiarendomi la voce.
"Oh nulla. Mi serviva per una scommessa con i ragazzi." Dice.
"Voi.. avete scommesso sulla mia età?" Chiedo a voce alta.
Alex ha addentato la pizza ed è rimasto con il braccio fermo a mezz'aria. Si stanno scambiando tutti occhiate preoccupate, non sanno come reagirò.
"È stato i primi giorni.. noi.." Fa per dire Said, ma lo blocco subito.
"E cosa avreste scommesso?" Chiedo curiosa a questo punto.
Si guardano dubbiosi. Non sanno se rivelarmelo o meno.
"Andiamo ormai vuotate il sacco". Insistito.
"Chi si sarebbe avvicinato di più alla data esatta, ti avrebbe invitata ad uscire". Dice Brad.
Invitarmi ad uscire? Loro avrebbero voluto invitarmi ad uscire?
Rido.
"Si ma poi è morta lì la cosa.. dopo i primi giorni non ci abbiamo nemmeno pensato più". Aggiunge Said.
"Eh no caro. Non potete tirarvi indietro ora. Una scommessa è una scommessa". Dice Neymar puntando il dito contro il suo capitano.
"Neymar.. potrebbe offendersi.. e poi ormai è saltato tutto fuori". Risponde Said.
"Ah figuratevi.. avete detto e fatto di peggio. Non mi offendo perché avete scommesso una cosa del genere.." commento passivamente.
"Si, ma quindi chi ha vinto?" Chiede Alex curioso.
"Già, chi ha vinto?" Chiedo in tono di sfida.
"Sei del '97. 08/08/1997". Dice trionfante Neymar.
"Il solito fortunato." Dice Alex.
"Chi ha vinto quindi?" Chiedo ancora.
"Io." Risponde Neymar girandosi a guardarmi.
Deglutisco. Così vicino mi destabilizza.
"Bene. Goditi solo la gloria, perché tanto non uscirò con te." Dico.
Olimpia intanto si è andata a sdraiare accanto a Brad, che di tanto in tanto la accarezza.
"Ti ho forse chiesto di uscire?" Ribatte lui.
"Ti risparmio la fatica, in caso tu ci stessi pensando". Mi affretto a dire prima di mandar giù un sorso d'acqua.
"Non sei il mio tipo, tranquilla." Risponde lui.
"Beh però hai scommesso." Lo punzecchio.
"E comunque nemmeno tu sei il mio tipo". Aggiungo.
"E chi sarebbe il tuo tipo, sentiamo?" Chiede a voce alta, scherzando.
"Qualcuno di più alto, più muscoloso.. per esempio". Scherzo enfatizzando i suoi punti deboli.
Sembra risentito, ma non per davvero.
Scuote la testa.
"Dici così perché non mi hai mai toccato come si deve .. li ho i muscoli." Ribatte.
"Ho più bicipiti di te.." Dico.
"Questo è vero Neymar". Dicono i ragazzi.
Lui li guarda seccato.
"Ehi sono un calciatore.. cosa ci faccio con i bicipiti? E comunque dovresti toccarmi le gambe.. vedresti che li ho i muscoli". Dice indicandosi.
"Oh io non voglio toccarti nulla." Dico alzando le mani.
Tutti scoppiano a ridere.
Neymar accetta di buon grado di essere stato deriso un po'.
"E per l'altezza.. sono più alto di te di cinque centimetri". Dice.
"Si ma se io metto un tacco? E comunque il mio tipo ideale deve farmi alzare la testa per guardarlo negli occhi". Aggiungo.
"Dovresti provare con la pallavolo sai? Li so che i ragazzi sono quasi tutti sopra il metro e ottanta". Risponde lui. Lancia una fetta di pizza nella scatola con fare un po' seccato.
Io ridacchio.
"Ci farò un pensierino." Dico.
Lui si volta e mi scocca un'occhiata gelida; rabbrividisco quasi.
Controllo l'orologio e mi alzo a recuperare il guinzaglio di Olimpia.
"Ragazzi scusate ma è l'ora della passeggiatina per Olly". Dico.
Brad la stringe baciandola sulla testa.
"No, non portarmi via questa piccolina". Dice piagnucolando.
"Andiamo". Mi basta dire, ed Olimpia è già affianco a me, pronta a farsi mettere il guinzaglio.
Glielo allaccio bene e le do anche una carezza al pancino, che lei gradisce particolarmente.
"Non dovresti andare sola". Dice Brad.
"Tranquillo, io ed Olimpia usciamo sempre sole". Rispondo semplicemente.
Qualcuno si scambia sguardi interrogatori.
So che vorrebbero curiosare un po' nella mia vita privata, ma non osano più di tanto.
"Ti accompagno". Dice Neymar alle mie spalle.
Il tono piatto, ma duro, che non ammette repliche.
"Non è necessario". Ribatto.
Lui è già in piedi e mi sta anticipando alla porta.
"Non te lo sto chiedendo". Mi dice scoccandomi un'occhiata da sopra la sua spalla.
Lo seguo sbuffando.
Lui mi tiene la porta aperta mentre aspetta che io esca fuori. Lo ringrazio con un cenno.
Iniziamo ad avviarci verso l'uscita della sua villa ed io sono completamente in imbarazzo.
Non so cosa mi abbia fatto questo ragazzo, ma in sua presenza non riesco ad essere tranquilla.
Una volta superati i suoi bodyguard all'uscita ci dirigiamo verso il vialetto che costeggia casa sua.
Lui è taciturno, le mani in tasca, il viso rivolto verso il basso. È strano vederlo così.
Olimpia intanto annusa ogni centimetro di terreno, facendoci mantenere un'andatura lenta.
"Perché sei sola?" Chiede Neymar tutto d'un tratto.
Il mio cuore perde un battito. Non voglio toccare tasti troppo delicato per la mia emotività.
"In che senso?" Cerco di chiarire.
"Perché non c'è nessuno nella tua vita?" Continua lui.
Faccio spallucce.
"Chi ti dice che non ci sia?". Rispondo.
"Tu. Hai detto tu che tu ed Olimpia siete sole". Ribatte, e per farlo si gira a guardarmi negli occhi.
Ancora continuo a perdermi, anche nel buio, in quelle sue iridi così magnetiche.
Devo averlo osservato a lungo, senza rendermene conto, perché lui ora mi sta guardando con aria incuriosita.
Cosa stavamo dicendo?! Ah si, Olimpia. No, io ed Olimpia. Mi ha chiesto come mai siamo sole.
Ritorno a guardare davanti a me ed emetto un sospiro.
"Perché non mi accontento". Rispondo senza rifletterci troppo.
Mi guarda interrogativo, i suoi occhi si esprimono senza che lui parli.
"In generale.. non mi accontento di relazioni vuote o superficiali, non mi accontento di andare a letto con sconosciuti come fai tu.."
"Scopare." Mi corregge subito.
Alzo gli occhi al cielo.
"Scopare con sconosciuti, come fai tu.." riformulo la frase con tono seccato.
"Però ti accontenti di stare da sola.." Aggiunge.
Rimango un po' spiazzata.
Mi accontento davvero di stare da sola?
"Se devo stare con qualcuno che non stimo e che non mi piace, allora si". Rispondo.
Si prende qualche secondo, in cui aleggia un silenzio pesante tra noi.
"E il sesso? È da tanto che non lo fai?"
Arrossisco di colpo e mi volto a guardare Olimpia per cercare di nasconderglielo.
"Da quando abbiamo la confidenza per domande così personali?" Chiedo seccata.
Non si pone limiti questo ragazzo.
Sorride e si volta a guardarmi.
Arrossisco di nuovo, ma sta volta è colpa dei suoi occhi.
"Da quando ci siamo baciati la prima volta alla festa." Risponde con semplicità.
Lo guardo confusa, molto confusa.
"Avermi baciata non ti da il diritto di ficcanasare nella mia vita privata". Ribatto con tono aspro.
Siamo quasi giunti al termine del vialetto che costeggia casa di Neymar. Lo abbiamo percorso tutto, circondando casa sua.
Olimpia ha fatto i bisogni, quindi sono tranquilla quando siamo di nuovo davanti il suo cancello.
"Voglio capire fin dove posso spingermi con te.." dice all'improvviso, in risposta al mio rimprovero di prima.
"Non devi spingerti da nessuna parte!" Dico seria.
Lui si ferma proprio davanti a me; Olly continua ad annusare in giro.
Si avvicina, tanto da farmi aumentare i battiti, ma non a sufficienza per farmi capitolare lo stomaco.
Si protende ancora verso di me, come se non fosse già abbastanza vicino.
I nostri nasi sono ad un soffio e sento il suo profumo ovunque;
"Ti sbagli Victoria... io non scopo con chiunque." Mi dice poi, agganciandosi al discorso di prima.
Arrossisco molto, e lui lo nota perché sorride.
Ma non indietreggio.
Vedo nei suoi occhi uno scintillio; è come se Neymar mi desiderasse.
Rido solo al pensiero. Neymar è circondato da donne incantevoli, perché dovrebbe desiderare me?
E poi.. voglio veramente finire sulla sua mensola dei trofei?
Indietreggio all'istante non appena il mio cervello formula la risposta. "NO".
"Io.. adesso vado. Saluta tu gli altri per me.." riesco a dire a fatica.
Rompo questo incantesimo che c'era tra noi, e tiro Olimpia verso di me.
Lui non risponde, si limita a guardarmi accigliato.
"Ho detto qualcosa di male?" Chiede, confuso dalla mia reazione.
Cerco di dissimilare.
"No.. niente. Si è solo fatto tardi. Grazie dell'ospitalità". Dico e gli do le spalle avviandomi verso il parcheggio.
Ho il cuore che pompa a mille. Penso che potrebbe uscirmi dal petto da un momento all'altro.
Raggiunta la mia auto, faccio salire Olimpia, la aggancio al sedile posteriore e mi metto alla guida.
Parto velocemente, e mentre vado via dando un'occhiata allo specchietto retrovisore, vedo Neymar ancora fermo fuori casa sua. Nell'esatto punto in cui l'ho lasciato.
Sta ancora guardando nella mia direzione.
Sospiro e premo sull''acceleratore.
Non posso permettere che accada.

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