19.

1.8K 51 3
                                    

Una volta tornata a casa ho fatto una doccia, ho portato Olimpia a passeggiare ed ho cenato.
Adesso sono distesa sul divano che ascolto il notiziario sportivo.
Guardo gli highlights della partita di oggi con attenzione, quando sento il campanello suonare.
Mi tiro su e vado ad aprire.
Neymar indossa una tuta nera, e ha in mano il solito borsone del club.
Non saluta, non dice una parola, ma si fionda sulle mie labbra e si chiude la porta alle spalle.
Lancia il borsone a terra e mi prende dai glutei sollevandomi.
Io sono spiazzata, ma allaccio subito le gambe dietro la sua schiena.
"Ciao". Mi dice tra un bacio e l'altro.
Cammina fino alla parete più vicina, e mi ci fa poggiare con la schiena.
Continua a sorreggermi mentre mi bacia il collo, ma io allento la presa sulle gambe e scendo poggiando i piedi per terra.
Lui ne approfitta e mi sfila la maglietta, lasciandomi nuda. A casa non uso spesso il reggiseno.
I suoi occhi corrono sul mio corpo nudo, e si soffermano sui seni e sulle mutandine in seta rosa che indosso.
Si toglie anche lui la felpa mentre mi osserva intensamente.
"Oggi hai fatto la furba Victoria?" Mi chiede.
Prima che io possa rispondere mi afferra dalle spalle e mi fa voltare contro il muro.
Mi da poi una sonora pacca sul sedere.
"Non ho fatto nulla". Protesto voltandomi.
"Ti avevo detto che non mi piacciono le cose che toccano gli altri o sbaglio?" Mi dice all'orecchio. La sua erezione preme contro il mio fondoschiena da dentro i suoi pantaloni.
"Non so di cosa parli". Dico sorridendo maliziosamente.
Invece lo so.
"Lo sai eccome". Risponde prima di sollevarmi di nuovo in braccio e baciarmi.
Le sue labbra sono cariche di promesse non dette, così maledettamente seducenti.
Libera il suo membro dai pantaloni quando basta per poggiarlo contro di me.
Sa dove si trova il mio letto, ma sospetto che voglia farlo qua.
Senza nessun preavviso mi penetra, spingendomi contro il muro mentre sono sospesa dalla sua stretta.
Urlo quasi per il dolore iniziale.
Lui prende a baciarmi il collo, e inizia a spingere dentro di me gentilmente, non entrando mai interamente.
Quando nota che ormai sono pronta per lui, le sue spinte diventano vigorose. Reclino la testa all'indietro ed anche lui perde il controllo perché mi lascia andare. Mi fa poggiare una gamba per terra e l'altra la tiene aperta.
Ogni suo movimento sembra incastrarsi perfettamente con le mie necessità. Neymar ascolta il mio corpo che suona una melodia che solo lui sembra capire.
Un paio di spinte ancora ed io non riesco a trattenermi più. Un orgasmo potentissimo mi travolge, scuotendomi.
Non riesco nemmeno a reggermi in piedi e finisco per rovinare con le gambe a terra.
Lui mi trattiene e mi fa poggiare dolcemente.
Alzo lo sguardo, e la prospettiva mi illumina.
Sono in ginocchio davanti a lui. Il suo membro proteso verso di me.
Non ci penso nemmeno un attimo, lo afferro alla base e me lo porto alla bocca.
Neymar appoggia una mano al muro alle mie spalle e mi permette di fare di lui ciò che voglio.
Lo porto al limite varie volte, per poi fermarmi guadagnandomi gemiti di frustrazione.
Quando finalmente raggiunge il punto di non ritorno, io sono qui per lui.
"Victoria.." dice mentre un orgasmo gli fa scuotere anche le ginocchia.
"Neymar.." dico passandomi un dito sulle labbra.
Il suo sapore è strano. Piacevole. Denso.
Mi tira su e si preme contro di me, ancora.
"Non hai fatto il tifo per me come avevi promesso". Dice al mio orecchio.
"Invece sì." Ribatto.
"Perché festeggiavi con Alex?" Mi chiede poi allontanandosi un po' e guardandomi negli occhi.
"Perché è un mio amico, che problema c'è?" Rispondo.
Fa spallucce e si avvia verso il bagno.
Mezz'ora e due docce dopo Neymar mi sta aspettando sotto le coperte del mio letto. Olimpia dorme ai suoi piedi.
Mi metto della biancheria intima pulita e mi infilo la sua maglia di oggi, che ho lavato e messo in asciugatrice.
Lui dal letto mi fissa, mentre con la maglietta della sua divisa mi avvio sgambettando verso la mia parte del letto.
Continua a fissarmi mentre mi stendo e mi copro, ed anche mentre mi giro in cerca di una posizione comoda.
"Che c'è?" Gli chiedo ad un tratto.
I suoi occhi sono persi su di me.
Scuote la testa.
"Non ho mai visto niente di più bello". Dice.
Lo guardo interrogatoria.
"Di te. Di te con la mia maglietta." Specifica poi.
Sorrido e mi sporgo per baciarlo.
"Credo che almeno un migliaio di donne al mondo abbiano una maglietta come questa a casa". Rispondo.
"Ma migliaia di donne al mondo non sono te". Ribatte.
La sua espressione è serena. Quasi felice azzarderei.
Non l'ho mai visto così.
"Tu ed Alex, siete molto intimi." Se ne esce ancora con questo discorso.
Sbuffo.
"Alex è un tipo espansivo, tutto qui." Spiego rimanendo vaga.
"E tu ci vai d'accordo.." continua.
"Si; come con Brad, Said, Mike.. vado d'accordo con tutti." Dico.
Lui alza gli occhi al cielo.
"E a loro piace molto questa cosa". Aggiunge.
È geloso?!
"Perché non dovrebbe? Per quanto ne sanno loro io non sto con nessuno". Dico mettendomi a sedere sul letto.
"E perché, stai con qualcuno?" Mi stuzzica.
Il suo sguardo è malizioso mentre aspetta da me una risposta.
Sto con qualcuno?! Non lo so.
Abbiamo deciso di frequentarci di nascosto per conoscerci meglio, ma non abbiamo mai definito quello che c'è tra noi. Anche se ho accettato questa situazione di nascondigli e sotterfugi, solo per convincerlo di quanto sia bello vivere una relazione alla luce del sole.. ora sono confusa. Forse mi sono messa in questa cosa investendo davvero troppo di me stessa. Magari per lui è solo una frequentazione fine a se stessa. Io invece ci sto mettendo tutti i miei sentimenti. Sto rischiando grosso.
Scuoto la testa.
"No. Ma le cose potrebbero cambiare". Dico.
"Cambiare in che senso?" Mi chiede inarcando un sopracciglio.
"Cambiare nel senso che magari domani vado a fare la spesa ed incontro l'uomo della mia vita". Dico esasperata allargando le braccia e lasciandole ricadere sul letto.
Quest'uomo mi farà impazzire. Cosa vorrebbe sentirsi dire da me?
Mi guarda male, molto male, davvero molto male.
"Oh fidati Victoria, l'uomo adatto a te non lo troverai al supermercato". Dice ridendo.
Lo guardo torva. Mi sta innervosendo.
"E chi lo dice?! Perché no?" Chiedo.
"Beh perché stare con una come te è impegnativo. L'uomo che si prenderà quest'onere dev'essere forgiato con il fuoco, non con le buste del supermercato."
"L'uomo che si prenderà quest'onere", parla come se non prendesse nemmeno in considerazione l'idea di farlo lui.
Rido nervosamente. Una risata forzata.
"E cosa ne sai tu se stare con me è impegnativo?" Lo incalzo.
"Perché tu mi sfinisci ogni giorno." Risponde.
Lo guardo confusa.
Mi cerca solo quando ne ha voglia, fa di me ciò che vuole, mi tiene anche nascosta a tutti, e sarei io quella che lo sfinisce?!
"E come ti sfinirei sentiamo? Non ti cerco mai, sei sempre tu a farti vivo quando ne hai voglia. Non ti obbligo a far nulla, non ti chiedo nulla. Praticamente sono un fantoccio nelle tue mani, e ti lamenti pure che io ti sfinisco?" Lo aggredisco.
Il suo sguardo è un po' sorpreso, non si aspettava questo attacco da parte mia.
"Mi sfinisce questo tuo caratteraccio che ti ritrovi. Ma da chi diavolo lo hai preso?" Mi risponde alterato.
Io mi blocco. Rimango immobile come una lastra di cemento. Da chi ho preso questo caratteraccio? Già, da papà.
Lui mi guarda stranito, in attesa di una controbattuta.
Mi schiarisco la gola, cercando di richiudere papà nel cassetto in cui la mia mente lo ha confinato.
Non mi ricordo più il fulcro della discussione.
Il suo sguardo adesso è diventato apprensivo.
Avvicina a me una mano per accarezzarmi, ma io la schivo.
"Ho detto qualcosa .. di sbagliato?" Mi chiede titubante.
"Tutto forse". Rispondo.
"È tutto sbagliato. Se ti sfinisco, sai benissimo che quella è la porta. Non ti ho mai chiamato e mai lo farò." Dico.
Ormai la conversazione sta prendendo una piega terribile.
"Victoria attenta a quello che dici, non peggioriamo le cose." Mi avvisa.
"Davvero credi che io ti cerco solo quando mi va e tutto il resto che hai detto?" Continua a chiedere.
Faccio spallucce.
"È vero ripensandoci". Dico.
"No che non lo è. Se dovessi cercarti ogni volta che ne ho voglia, fidati che starei attaccato a te ogni singolo minuto della giornata." Se ne esce cosi.
Rimango un po' spiazzata.
Osservo il contorno delle sue labbra, e come ogni volta, mi stupisco di come sia perfettamente delineato. Sembrerebbe quasi esser stato disegnato.
"E non ti tengo nascosta per chissà quale motivo.. ma solo per risparmiarti dello stress." Aggiunge.
Non so se credergli, anche se i suoi occhi sono limpidi.
Sto per protendermi a baciarlo, quando il mio telefono segnala l'arrivo di un messaggio.
Poi due. Poi tre. Potrebbe essere urgente. Non posso ignorarlo.
Guardo le notifiche e noto che sono tutte di Bianca.
Due foto ed un messaggio di testo.
Apro la chat con curiosità.
Nella foto c'è Neymar con la stessa ragazza che ha portato alla festa per la prima vittoria nel campionato. È un selfie, non una foto fatta da giornalisti o altro. A dire il vero è uno screen di un selfie.
Lei indossa la maglietta con il numero di Neymar, ovviamente, e mentre scatta gli sta scoccando un bel bacio sulle labbra.
Lui ha gli occhi rivolti altrove, non guarda l'obbiettivo, ma non sembra respingerla visto che con una mano le sta cingendo i fianchi.
La foto è di oggi.
"L'hanno condivisa su un fan club, non potevo non mostrartela". Dice il primo messaggio di Bianca.
"Avete definito la vostra relazione o ancora no?!?!?" Dice il secondo messaggio.
Il mio cuore sta davvero correndo adesso.
Giro lo schermo del telefono verso di lui mostrandogli la foto.
"Forse il vero motivo per cui mi tieni nascosta è questo". Dico con tono acido.
Lui guarda la foto con occhi stretti, e poi alza gli occhi al cielo.
"No. Fammi spiegare". Inizia, ma non gli permetto di farlo.
Inizio a spingerlo fuori dal mio letto con le gambe.
"Sparisci". Gli dico arrabbiata.
Non sto urlando, ne facendo la pazza. Ma voglio che se ne vada.
"Vai via." Continuo.
"Lascia che ti spieghi." Insiste alzandosi.
"Basta. Mi stai riempiendo di palle. Le tue sono tutte palle. Con me devi stare nascosto, ma con le altre no. Vai via Neymar. Vai via da questa cazzo di casa". Gli ringhio contro.
"Vedi quando dico che ci vuole un uomo forgiato nel fuoco?!" Mi dice riallacciandosi al discorso di prima.
"Vai via." Dico con tono che non ammette repliche.
"Victoria se vado non rientrerò mai più qua dentro, te lo dico. Sei sicura?" Mi chiede.
Il mio cuore sussulta un attimo soltanto.
Ma io non voglio essere presa in giro.
"Sparisci dalla mia vita". Dico prima che lui esca sbattendo la porta e senza guardarsi indietro nemmeno una sola volta.

Dal primo sguardo Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz