4.

2K 52 3
                                    

"Siamo d'accordo allora?" Mi chiede Mike.
Annuisco e chiudo il mio IPad.
È lunedì mattina.
Abbiamo fatto una piccola riunione su come organizzare il mio lavoro in relazione all'allenamento. Abbiamo anche discusso di ognuno dei ragazzi singolarmente, con le loro schede davanti.
Ora so come voglio impostare il mio lavoro.
Ci avviamo verso il campo; oggi la giornata è calda, decisamente troppo.
Indosso un completo top e leggins color glicine, con sopra la felpa del club.
Raccolgo i capelli in una coda alta, che sistemo dentro un cappellino, perché il sole mi da già fastidio agli occhi.
Quando i ragazzi arrivano in campo, io sto ancora parlando con Mike.
Bevo un sorso d'acqua abbondante e mi tolgo la felpa; sto sudando.
Sento il cuore battere all'impazzata. L'ansia mi divora. Come devo comportarmi con Neymar?
L'unica cosa da fare è ignorarlo.
Lo vedo insieme a Brad in fondo al gruppo.
Mi sistemo la visiera in modo che non possa guardarmi negli occhi.
Lo sguardo di tutti loro è rivolto verso di me.
"Buongiorno" li salutiamo io e Mike.
E loro rispondono.
Mi sforzo in tutti i modi di non guardare Neymar e fortunatamente ci riesco.
So però che lui sta guardando me. Lo sento.
"Sei in forma". Dice Alex, uno dei ragazzi, indicandomi.
Il suo commento non ha alcuna malizia.
"Alex, Viky si allena il doppio di te. Da quando era bambina. Il duro lavoro paga sempre". Risponde subito Mike per me.
Questa mattina ho già fatto un'ora abbondante di corsa effettivamente.
E pomeriggio devo portare al termine il primo allenamento della settimana. Non vedo l'ora.

Diamo le disposizioni per l'allenamento di oggi.
"Viky, vorrei iniziassi occupandoti di Neymar" mi dice Mike.
No.
No.
"No." Dico alla fine, ammonendomi subito mentalmente.
Lui, anzi tutti, si girano a guardarmi.
"Cioè.. sarebbe meglio lavorare individualmente un po' più in là, non credi?" Cerco di mettere una parola dietro l'altra a fatica. Le mani iniziano a sudarmi.
"Eravamo d'accordo..." fa per rispondermi ma lo interrompo.
"È che credo sia meglio iniziare con Alex i lavori individuali". Propongo.
"Alex?" Chiede Mike.
"No, va bene. Preferisco farlo io." Dice Neymar avanzando dal fondo.
Dio, perché sono in questa situazione adesso?!
"Tanto è indifferente Viky. Oggi per Alex  ho in mente qualcos'altro. Lavora insieme a Neymar". Conclude Mike avviandosi.
Bene. Fantastico. Che gioia.
Non lo guardo nemmeno. Abbasso appena la visiera e mi incammino verso una parte separata dal campo.
Lui mi sta seguendo, sento i suoi passi ed il suo profumo.
"Tu riscaldati come ti ho spiegato, io prendo due cose e arrivo". Dico.
"Va bene". Risponde semplicemente.
Nessuna battuta, nessun riferimento a sabato.. niente.
Strano.
Non che mi dispiaccia.
Il nostro allenamento individuale va benissimo. Neymar è molto concentrato ed attento. Mi segue ed ascolta con diligenza, esegue tutto con rigore. Ha la stoffa e lo noto subito.
Giunto il termine, è un po' dolorante. Effettivamente ha lavorato intensamente su determinati gruppi di muscoli.
"Vieni con me". Gli dico.
Insieme abbandoniamo il campo.
Una volta giunti dentro la struttura lo accompagno fino alla spa.
"Tu sdraiati, io do le disposizioni alla massaggiatrice". Dico indicando il lettino.
Tutta la stanza è pervasa dal profumo di oli essenziali.
"Oppure..." dice bloccandomi da un polso.
"Potresti massaggiarmi tu". Propone malizioso.
Sembrava tutto troppo bello fino ad ora.
"Neymar.." lo ammonisco.
Lui sposta il suo tocco lungo il mio braccio.
"È per questo che sei scappata? Ti intimorisco?" Chiede sorridendo malizioso.
Alzo gli occhi al cielo.
"No. É che non voglio problemi a lavoro. Voglio solo venire qui, fare quello per cui ho studiato e tornare alla mia vita." Spiego con sincerità.
"Guarda che non ti ho chiesto di sposarmi. Ci siamo solo baciati". Dice semplicemente.
Solo baciati.
SOLO BACIATI.
Devo essere un po' scossa e lui lo nota.
Si avvicina e mi accarezza il viso.
"Sei così attraente..." dice a voce bassa.
Deglutisco.
"Il punto è che già fate fatica ad accettarmi. Non voglio compromettermi ancora di più. Hai migliaia di donne più belle da stuzzicare, cosa vuoi da me Neymar?" Chiedo sinceramente.
Lui si prende un attimo.
"Niente. Perché dovrei volere qualcosa? Pensavo volessi divertirti con me." Dice facendo spallucce.
Tutto qui. Vuole divertirsi con me.
"Hai sbagliato persona".' Dico fredda, mettendo un po' di distanza fra noi due.
"Non credo proprio. So che ti piaccio. Ci siamo guardati dal primo giorno che sei entrata in sala riunioni".
"Eri tu a fissarmi, non io." Ribatto.
"Se hai visto che ti fissavo allora mi stavi guardando.. e comunque ti fissavo perché hai un culo perfetto". Dice.
Mi allontano ancora di più e guardo altrove.
Lui è tutto ciò che una persona dovrebbe tenere a distanza dalla propria vita. È malsano. Non sa nemmeno cosa siano le buone intenzioni.
"Senti.. oggi abbiamo lavorato bene insieme. Cerchiamo di limitare a quello il nostro rapporto". Cerco di spegnere il fuoco in qualche modo.
"Non ci credi neanche tu a quello che dici..." risponde ridendo.
Si avvicina, ed io ormai sono con le spalle al muro, non posso allontanarmi più.
"Tu non mi vuoi perché non ti piaccio, o perché comprometterebbe il tuo lavoro?" Mi chiede a voce bassa, sempre più vicino.
"Entrambe". Rispondo sincera.
Lui sbuffa e ride.
"Sono seria. Sarai anche molto attraente, ma la tua personalità non mi piace affatto. Non andrei mai a letto con un uomo del genere." Dico con freddezza.
Lui si blocca, lo sguardo perso a riflettere.
"Tu non sai niente di me". Afferma arrabbiato avvicinandosi di più.
Il suo sguardo è severo.
"Nemmeno tu di me. Se pensi che mi scoperai e ti divertirai con me per poi buttarmi come fai con tutte, ti sbagli di grosso". Lo rimprovero.
"Chi ha detto che voglio scopare con te?" Chiede ridendo.
Mi beffeggia.
Non devo farmi intimorire.
"Beh cosa vuoi allora da me? Una relazione seria? Amore e bambini?" Chiedo sarcastica, per poi ridere.
Il suo sguardo si incupisce, i suoi occhi sono fissi nei miei.
Si avvicina ancora.
"Non vuoi essere giudicata, ma poi sei la prima a farlo." Risponde severo.
Non so cosa dire. Rimango a fissarlo.
"Sabato però non mi sembravi così disgustata dalla mia personalità..." aggiunge.
Arrossisco. Lo sento e lui lo nota subito.
Alza un angolo della bocca vittorioso. Ha trovato il mio punto debole.
Si avvicina ancora, siamo ad un soffio di distanza.
Potrebbe baciarmi da un momento all'altro. Mi ritrovo a sperare che lo faccia. Mi rendo conto di desiderarlo.
Lui si avvicina, taglia la distanza tra noi, appoggia appena le sue labbra sulle mie. Gentilmente, quasi in maniera impercettibile.
Io chiudo gli occhi e non muovo un muscolo.
Mi poggia una mano sotto i glutei e mi solleva da terra. Emetto un gemito di sorpresa e mi aggrappo con le mani alle sue spalle, allacciandogli le gambe dietro la schiena.
I nostri nasi si sfiorano, ma il contatto tra le nostre labbra si è interrotto.
Come fa a tenermi in braccio? Io non sono affatto un peso piuma. Ho un corpo molto muscoloso, in tutti i punti. So di essere pesante.
Sento la punta dei miei capelli raccolti solleticarmi la schiena.
"Vedi mia cara Victoria..." inizia, mentre mi spinge contro il muro incastrandomi con il suo corpo.
Le mie gambe ancora allacciate alla sua vita.
"Io credo proprio di essere quello di cui hai bisogno nella vita". Conclude infine.
Rimango attonita, stordita per qualche secondo.
Poi rinsavisco, per grazia divina.
Lo respingo e salto giù.
"Non toccarmi mai più." Dico uscendo e sbattendomi la porta dietro le spalle.
Ma cosa pensa di sapere di me e della mia vita lui?

Dal primo sguardo Where stories live. Discover now